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Vaccini e campagna elettorale. Una guida al voto

Il tema dell'obbligo vaccinale è uno di quelli che più infiammano la campagna elettorale. La corsa dei partiti ad accaparrarsi le simpatie del fronte No Vax è all'ordine del giorno. Ma come fare per districarsi tra le proposte e votare con consapevolezza? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Pregliasco, presidente di Anpas Nazionale e medico specializzato in Igiene, Medicina Preventiva e Tossicologia

di Lorenzo Maria Alvaro

L'ultimo ad aver affrontato il tema è stato Matteo Salvini. Il leader della Lega in un primo momento aveva infatti annunciato che in caso di vittoria del Carroccio avrebbe tolto l'obbligo vaccinale. Successivamente, accusato di essere No Vax, aveva corretto il tiro con un altro tweet in cui spiegavo di essere contro l'obbligo e non contro i vaccini.

Sulla questione ogni partito ha posizioni molto liquide e dettate dall'esigenza del momento. Di certo c'è che è uno di quegli argomenti su cui si può giocare una campagna elettorale. Ma come decidere di votare, al netto dei cambiamenti di posizione, essendo ben informati sulla questione? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Pregliasco, presidente di Anpas Nazionale e medico specializzato in Igiene, Medicina Preventiva e Tossicologia.

Il vademecum

  • I vaccini sono importanti

Sono un'opportunità perché evitano la malattia, le complicanze delle malattie e i possibili effetti. Riducono sofferenze, decessi e costi sociali diretti e indiretti. Non c'è quindi solo un'interesse pubblico dal punto di vista della sicurezza e della salute. I vaccini sono convenienti anche da un punto di vista economica.

  • I vaccini funzionano

Come tutti i prodotti per uso umano, farmaci e dispositivi medici, devono subire studi e indagini prima della messa in commercio che ne valutano efficacia e sicurezza. Parliamo di studi plurimi, scientifici che vengono controllati nella loro veridicità dai supervisori internazionali. Empiricamente i vaccini sono uno dei motivi, insieme all'igiene, alla consapevolezza e alle condizioni socio economiche, che hanno portato ad un allungamento della vita media e della salute media della popolazione.

  • I vaccini non sono pericolosi

Esistono degli eventi avversi, nessuno lo nega. Ma negli studi clinici e nella farmacovigilanza si dimostra come si tratti di episodi irrisori, molto limitati e in percentuali che rappresentano probabilità di danno inferiori rispetto ai quelli rappresentati dalle stesse malattie che prevengono.

  • I vaccini obbligatori non sono insensati

L'obbligo è una scelta politica, non scientifica. Scelta fatta per sostenere e attuare in modo sicuro quello che viene chiamato l'“effetto gregge”. Un meccanismo per cui, se la gran parte della popolazione è vaccinata viene evitato il diffondersi di un certo numero di malattie. Ogni malattia ha un valore critico in funzione della sua contagiosità. Il valore legale di copertura della popolazione è del 95%. Possiamo tollerare infatti una quota di non vaccinati, ma molto bassa e legata solo a casi molto limitati di impossibilità alla vaccinazione.

  • Più vaccini accorpati non sono pericolosi

I vaccini non sono somministrati tutti insieme ma attraverso una schedula vaccinale che prevede tempistiche scadenzate nel tempo. Su questo poi sono stati fatti studi specifici che hanno valutato che la somministrazione accorpata così come lo è oggi non generi né un'alterazione delle difese immunitaria né una riduzione dell'efficacia del vaccino.

  • L'informazione sui vaccini è fondamentale

La corretta informazione su questi temi è fondamentale. Questo per un fatto del tutto evidente: mentre di terapie tradizionali si ha bisogno e per questo si è disposti ad accettare la scommessa tra gli effetti collaterali e il successo del farmaco. In più in ambito di terapia si vede subito la relazione causa-effetto. Se ho mal di testa prendo una pillola e sto meglio. Con i vaccini invece questo non capita. Ci si vaccina quando si sta bene, non si sa se sarà servito e non se ne vedrà l'effetto. Ecco che informare diventa importante.


Pregliasco in conclusione ci tiene a sottolineare come «la scelta coercitiva è stata certamente decisiva ma necessaria per mantenere alto il livello vaccinale».

E sui No Vax spiega, «vedo due elementi principali. Il primo è il “troppo amore” per i propri figli. Di per sé è una cosa bellissima ma che nella sua componente ansiosa genera paura. Un fattore che si può combattere solo informando a dovere i cittadini. La seconda è una grande sfiducia nei confronti delle istituzioni che genera uno scivolamento verso tesi complottiste. Questo problema invece si potrebbe limitare evitando quello che stiamo vedendo in questi giorni: la rincorsa della politica alla pancia del Paese».

Anche perché secondo Pregliasco «spesso i politici in campagna elettorale usano slogan fuorvianti che in realtà non hanno alcuna correlazione con le scelte politiche dei propri partiti. Ad oggi non mi risulta esistano forze politiche che mettono in discussione i vaccini. Il dibattito è esclusivamente sul tema dell'obbligatorietà e sulla frequenza scolastica assoggettata al fatto vaccinale».


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