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#Conibambini – Tutta un’altra storia fa tappa a Milano

Terza tappa, lunedì 29 gennaio, dopo Torino e Reggio Emilia, per discutere di povertà educativa e periferie e condividendo buone pratiche. Andrà in scena “Aspettando il tempo che passa”, pièce teatrale scritta con i ragazzi detenuti nel carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento

di Redazione

Lunedì 29 gennaio #ConiBambini-Tutta un’altra storia farà tappa a Milano, dopo Torino e Reggio Emilia. Qui incontrerà i ragazzi delle scuole e le organizzazioni del Terzo settore lombarde per discutere di povertà educativa e periferie, condividendo buone pratiche avviate a Milano e in Italia.

L’evento è organizzato da Con i Bambini e Fondazione Cariplo e fa parte delle iniziative promosse dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’appuntamento è alle 10 all’Auditorium Fondazione Cariplo. Dopo gli interventi di Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo e Acri e di Carlo Borgomeo presidente Con i Bambini e Fondazione CON IL SUD, sarà presentato “Aspettando il tempo che passa”, una pièce teatrale scritta con i ragazzi detenuti nel carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento. A seguire Gianni Biondillo racconterà le periferie milanesi, attraverso le esperienze messe in campo anche dalla Fondazione Cariplo. La manifestazione farà successivamente tappa a febbraio a Napoli, a marzo a Brindisi, in aprile a Catania e si concluderà a maggio a Roma.

Lo spettacolo "Aspettando il tempo che passa" è parte integrante del progetto Il palcoscenico della legalità, che prevede collaborazioni tra teatri, istituti penali per minori, scuole, università e società civile. Nelle scuole sono stati coinvolti più di 38mila studenti in tutta Italia: nel progetto i ragazzi vengono stimolati a partecipare ad un percorso di rinnovamento etico, analizzando responsabilità individuali e collettive, legate al tema della legalità. Negli Istituti penali minorili di Airola, Benevento e Malaspina di Palermo si lavora sui mestieri del teatro, dalla scrittura all’allestimento scenico e da questa esperienza è nato ad Airola lo spettacolo Aspettando il tempo che passa.

«"Aspettando il tempo che passa" è nato perché i ragazzi ce l’hanno chiesto: avere come obbiettivo uno spettacolo dava loro un senso che altrimenti non avrebbero trovato. Abbiamo iniziato scrivendo delle parole: possesso, gelosia, sogno», racconta Emanuela Giordano, regista dello spettacolo. Dalle parole siamo passati al confronto, che è diventato trama, una trama puntellata di incomprensioni, arrabbiature, ma anche di qualche risata. L’altalena, costruita in carcere, è il simbolo di questo equilibrio precario. Su questa altalena, una fata turchina avvilita e un grillo parlante, caparbiamente attaccati a valori e speranze di giustizia, incontrano due ragazzi detenuti. Cosa riusciranno a comunicarsi?».

Foto Oliver Cole, Unsplash


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