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Lombardia: Fontana dà buca. Salta il confronto sul welfare

Annullato l'incontro organizzato dai promotori di LombardiaSociale.it con il Forum del Terzo settore lombardo e programmato per il 31 gennaio tra i candidati alla presidenza della Regione. Il forfait del candidato del centrodestra ha reso impossibile l'evento. «Un'occasione persa per occuparsi dei problemi dei cittadini» che lascia «amareggiati e inquieti» secondo il Forum

di Antonietta Nembri

Un’occasione persa per occuparsi dei problemi dei cittadini” che lascia “amareggiato” e “inquieto” il Forum del Terzo Settore della Lombardia. È questa la reazione del forum alla nota di Lombardia Sociale in cui si legge: “Il confronto pubblico sul welfare lombardo tra i candidati alla Presidenza della Regione Lombardia Fontana, Gori, Rosati e Violi organizzato dai promotori di LombardiaSociale.it in collaborazione con il Forum del Terzo Settore della Lombardia – in programma il prossimo 31 gennaio – NON SARA’ REALIZZATO. Contrariamente a quanto inizialmente comunicato, il candidato Fontana ha fatto sapere di non assicurare la sua presenza. Pertanto, volendo rispettare la garanzia di pluralismo che connota il nostro lavoro, non ci è possibile procedere allo svolgimento del confronto”.

A una settimana dall’incontro programmato per il 31 gennaio quindi il confronto è stato annullato perché il candidato del centrodestra Attilio Fontana ha dato buca al mondo del Terzo settore lombardo. In questo modo, commentano dal Forum: «Ciò ci amareggia e ci inquieta. Ci amareggia perché l’appuntamento teneva insieme la determinazione di tanti operatori e volontari di rispondere ai problemi della persona e delle comunità con la competente lettura del sistema attuale e dell’efficacia delle ultime innovazioni normative, con le proposte di chi si candida a governare la nostra Regione nei prossimi anni. Era una preziosa opportunità politica dove “politica” significa occuparsi dei problemi della gente».

Perché, rincarano dal Forum del Terzo settore della Lombardia «è sfumata la possibilità di vedere i candidati parlare dei costi delle Residenze Sanitarie per Anziani, dell’organizzazione dei servizi per le persone con disabilità, del funzionamento dei servizi in favore dei minori o di quelli a sostegno alle persone alle prese con problemi di dipendenza o di salute mentale, di interrogarsi su quale modello di accoglienza si possa proporre per le persone straniere richiedenti asilo che vivono in Lombardia».

Il rischio paventato è che nella campagna elettorale regionale ci si occupi di politiche sociali solo in occasione di qualche brutto episodio di cronaca o per celebrare l’assegno consegnato a qualcuno in difficoltà o per commentare velocemente l’ennesima ricerca che ci dice che i bisogni aumentano e le risorse pubbliche per assistere i bisognosi sono finite. O peggio «non ce ne si occupi del tutto. E questo ci inquieta».

Le politiche sociali del resto riguardano direttamente o indirettamente – praticamente – tutte le famiglie lombarde. Servizi, progetti e iniziative in cui sono coinvolti migliaia di operatori e migliaia di volontari: attività che offrono sostegni dignitosi e rispettosi delle persone e che cercano di rendere le nostre città e i nostri paesi più attraenti e inclusivi.
Persone, operatori e volontari anche quest’anno, come cinque anni fa, – ricordano dal Forum – sarebbero accorsi in gran numero e da tutta la Regione per essere parte di un momento in cui la democrazia avrebbe potuto offrire il suo volto migliore.

Perché, continua il comunicato diffuso dal Forum «occuparsi di sociale significa organizzare le energie delle comunità della Lombardia, integrare le risorse pubbliche di fonte locale, regionale, nazionale, comunitaria, con quelle private dei cittadini, delle imprese, degli enti filantropici. Significa favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini che chiedono di prendersi cura e di vivere la comunità. Significa mostrare di avere un’idea precisa di quale società lombarda si immagina e di quali sono i programmi e le azioni che si vogliono attuare per realizzarla. In una parola significa fare politica.
E allora sì! – conclude la nota – Siamo amareggiati e inquieti. Perché constatiamo che questi temi non vengono ritenuti sufficientemente interessanti, così come probabilmente non lo sono le organizzazioni e le migliaia di persone che da sempre si occupano di sociale nella nostra Regione e che, come altri cittadini e cittadine, il 4 marzo andranno a votare».

In apertura immagine tratta dalla pagina ufficiale del candidato su Facebook


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