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Migranti: le 7 sfide dell’associazionismo cattolico alla politica

Riforma della legge di cittadinanza, nuove modalità d’ingresso in Italia, regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”, abrogazione del reato di clandestinità, ampliamento della rete Sprar, valorizzazione e diffusione delle buone pratiche ed, infine, effettiva partecipazione alla vita democratica. Questi i punti dell'appello mutuati dai richiami di Papa Francesco. «Oggi vogliamo consegnare alla Politica il senso del perché stiamo operando», ha sottolineato don Virginio Colmegna

di Vincenzo Mulè

Riforma delle legge di cittadinanza, nuove modalità d’ingresso in Italia, regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”, abrogazione del reato di clandestinità, ampliamento della rete Sprar, valorizzazione e diffusione delle buone pratiche ed, infine, effettiva partecipazione alla vita democratica.

Sette sfide puntuali che il mondo dell’associazionismo cattolico lancia alla politica in vista delle elezioni del 4 marzo, ispirandosi ai costanti appelli di Papa Francesco ad “Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare” i migranti e i rifugiati. Il tema è quello delle migrazioni, sulle quali il cartello associativo chiede una nuova agenda, presentata alla stampa presso l’Istituto Sturzo di Roma.

L’obiettivo è far sì che gli schieramenti politici che si candidano a governare il Paese possano prendere impegni chiari e precisi nei confronti dell’opinione pubblica. In quest’ottica, Il presupposto è quello di uscire dalla logica emergenziale per ripensare il fenomeno migratorio con progettualità.

«Ci siamo sentiti interrogati dalle nostre esperienze quotidiane di accoglienza, convinti che non possiamo stare zitti su questo tema», ha spiegato nel corso della conferenza stampa don Virginio Colmegna Presidente della Fondazione Casa della Carità. «Ma il linguaggio dello scontro non ci appartiene e oggi vogliamo consegnare alla Politica il senso del perché stiamo operando: non ci occupiamo di migranti per scartare gli altri, ci occupiamo di tutti per produrre sicurezza, coesione e legami sociali».

Le sette proposte, una per ogni ambito del fenomeno nascono dalla consapevolezza che nel nostro Paese esista un ampio bisogno di riflessione, azione e cambiamento che anima tanti cittadini. Ne è palese testimonianza la campagna Ero straniero – L’umanità che fa bene, lanciata in aprile per cambiare la legge Bossi-Fini e conclusasi a ottobre con oltre 90mila firme raccolte. «Esiste una forte domanda di informazione, di senso e di risposte concrete», ha affermato Antonio Russo, responsabile nazionale welfare per le Acli. «A formularla è un numero crescente di cittadini che ha capito quanto sia cruciale per tutti affrontare il tema in maniera diversa. Riteniamo fondamentale – ha aggiunto Russo – rivolgerci ai candidanti affinché si concentrino sul programma, provando a guardare agli interessi del futuro del paese e non a quelli di una parte».

La crisi dei migranti che attraversa oggi l’Europa mette in luce una profondala crisi dei valori comuni su cui l’Unione si dice fondata, e la questione delle migrazioni sembra essere diventata un banco di prova importante delle politiche europee e nazionali. Per questo, gli enti cristiani impegnati a vario titolo nell’ambito delle migrazioni sentono la necessità di aprire uno spazio di confronto in cui dare voce alle esigenze di convivenza civile e di giustizia sociale che individuano come prioritarie, per il bene di tanti uomini e donne di cui si impegnano a promuovere i diritti e la dignità.

Le sette proposte ed ambiti di azione, messi in luce nella “nuova agenda”, apparentemente ampia, ma intesa dai promotori come un corpus unico, vanno affrontati non solo per contribuire alla “protezione della dignità, dei diritti, e della libertà di tutti i soggetti di mobilità umana”, ma anche per “costruire una casa comune, inclusiva e sostenibile per tutti”, come si legge nel documento in 20 punti proposto dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in vista del Global Compact, l’accordo sui migranti e sui rifugiati che verrà adottato dalle Nazioni Unite nel 2018. Il cartello di organizzazioni, lo ha ribadito ancora un volta, non cerca l’esasperazione, ma una occasione per tornare a ragionare in termini positivi di una realtà strutturale e fondamentalmente positiva, risorsa che non può ricadere solo nel capitolo dell’“Ordine Pubblico” e che interpella l’Italia da ora e per i prossimi decenni.

Una serie di appuntamenti promossi su tutto il territorio italiano cercheranno di costruire una nuova narrazione del fenomeno migratorio. Due le presentazioni che si stanno organizzando sul territorio nazionale: la prima a Milano, il 20 febbraio, presso la sede Acli, e una seconda a Catania il 26 febbraio.

I firmatari del testo sono: Acli, Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo sviluppo (Ascs onlus), Associazione Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica, Centro Astalli, Centro missionario francescano onlus (Ordine dei Frati minori conventuali), Cnca, Comboniani, Comunità Sant’Egidio, Conferenza Istituti missionari italiani, Fcei, Federazione Salesiani per il sociale, Fondazione Casa della carità, Fondazione Somaschi, Gioventù operaia cristiana (Gioc), Istituto Sturzo, Movimento dei Focolari Italia, Paxchristi, Uisg.

Dall’ 8 febbraio è possibile sottoscrivere il documento inviando una e-mail a: agendamigrazioni@gmail.com


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