Attivismo civico & Terzo settore

Il Fair Trade lancia il suo appello ai candidati

A 20 giorni dal voto il Commercio equo e solidale chiede a chi sarà eletto di attivarsi per approvare una normativa ad hoc sul Fair Trade. Un testo di legge è stato approvato nel marzo del 2016 dalla Camera ma l'iter si è interrotto al Senato

di Redazione

A venti giorni dalle elezioni politiche il Commercio equo e solidale lancia il suo appello ai candidati e li invita a “lasciare un segno sull’equo” (qui l'appello). L’obiettivo è far sì che nella prossima legislatura venga ripreso l'iter di approvazione di una legge – quella sul Commercio Equo- che potrà contribuire non solo alla crescita di imprese che hanno come obiettivo supportare e far crescere modelli di economia sostenibili ed equi ma soprattutto imprese che garantiscono il rispetto dei lavoratori e dei diritti umani e ambientali delle comunità, portando avanti anche attività di informazione educazione e sensibilizzazione. «Il percorso normativo per definire e regolamentare il Commercio Equo e Solidale è stato avviato nel lontano 2006» ricorda una nota di Fair Trade. «Dieci anni dopo, nel marzo 2016, la Camera dei Deputati aveva finalmente approvato il testo di legge, ma poi l’iter si è interrotto al Senato e la conclusione anticipata della Legislatura ha vanificato un lavoro virtuoso di intesa fra Istituzioni e organizzazioni della società civile per dotare il nostro Paese – primo in Europa – di una legge ad hoc sul Fair Trade».

È per questo che le organizzazioni rappresentative del movimento del Fair Trade in Italia «chiedono a tutti i candidati/e di impegnarsi, se eletti, ad attivarsi per portare a compimento questo lavoro».

Quello che viene chiesto è «un impegno preciso e pubblico affinché venga riattivato il percorso verso l’approvazione della legge sul Commercio Equo e Solidale ed in particolare: revisione e aggiornamento del testo nei primi 100 giorni, veloce calendarizzazione della discussione entro la fine del 2018 e tutto quanto deve essere fatto per l'approvazione entro la metà del 2019».

Tutto questo, per gli estensori dell’appello «è possibile», ma perché si realizzi «ci vuole la volontà politica e una visione di sviluppo più ampia e orientata alla garanzia dei diritti umani per tutti/e».


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