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Embraco, ripensare le modalità di delocalizzazione

Sul caso dell'azienda brasiliana che vuol spostare la produzione in Slovacchia intervengono il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini e il responsabile nazionale del lavoro per le Acli, Santino Scirè

di Redazione

«La vertenza Embraco pone in maniera drammatica il tema del lavoro al centro del dibattito pubblico. In questi anni abbiamo registrato dei segnali di risveglio, e in questi mesi anche una lieve ripresa economica. Ma alcuni processi negativi rimangono, anzi permangono, e da anni mettono in crisi lo sviluppo. Per questo auspichiamo in prima battuta che il licenziamento dei dipendenti venga scongiurato e che la vicenda possa dare lo spunto per ripensare il tema della delocalizzazione in modo nuovo e contemporaneo». Lo afferma Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli in merito alla vicenda dell’azienda brasiliana Embraco

Sul caso dell’operaio della Embraco, Daniele Simoni, che ieri si è incatenato al cancello d’ingresso della fabbrica, interviene Santino Scirè, responsabile nazionale del lavoro per le Acli per il quale i fatto«mette in evidenza come in questo braccio di ferro tra governo, sindacati e imprenditori le prime vittime siano i lavoratori. In attesa della decisione dell’Unione europea, invitiamo tutte le forze in campo a fare un ulteriore tentativo di mediazione e tenere presente che sul tavolo della trattativa si gioca il futuro di persone».

In apertura foto © Livio Senigalliesi/SINTESI