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Politica & Istituzioni

I miei figli adottati adesso hanno paura: Facebook cancella il post e poi si scusa

Gabriella Nobile ha adottato due bambini africani. Su Facebook ha raccontato gli insulti che i suoi figli ricevono quotidianamente per via del colore della pelle: "ma se vince Salvini, ci rimandano in Africa?", chiede la piccola. Il post diventa virale ma Facebook lo cancella: ieri sera le scuse. Salvini: «allontanerò i delinquenti, non i bambini. E renderò meno costose le adozioni»

di Redazione

Domenica mattina, una lettera aperta a Matteo Salvini, per raccontare come stia “regalando” ai suoi due figli, due bambini africani, «momenti di terrore davvero fuori dal comune». 60mila like, più di 28mila condivisioni, la lettera della mamma adottiva diventa virale. Poi Gabriella Nobile viene bloccata da Facebook, il suo post non rispetta la policy aziendale perché contiene parole e frasi che incitano all’odio razziale. Peccato che fossero parole dette da altri, non da lei e che il post proprio quello volesse denunciare. Ieri sera tardi, infine, Facebook ha sbloccato il profilo di Gabriella Nobile, con una ridicola lettera di scuse: «un membro del nostro team ha accidentalmente rimosso un contenuto che hai pubblicato su Facebook. Si è trattato di un errore e ce ne scusiamo sentitamente. Abbiamo ripristinato il contenuto, che adesso dovrebbe essere visibile», scrive “il team di Facebook”.

Ma cosa c’era scritto in quella lettera a Salvini? La vita vera. Che «mia figlia di 7 anni prima di andare a letto mi chiede: “ma se vince quello che parla male di noi, mi rimandano in Africa?”». Che suo figlio di 12 anni, quando il pomeriggio prende l’autobus per andare agli allenamenti di calcio, viene ricoperto di insulti: «sporco n…. , n….. di mer… , torna a casa tua, venite qui rubare e ammazzare le nostre donne…». Conclude Gabriella: «Italiano è colui che ama l’Italia non che ci è nato, come io sono mamma perché amo i miei figli e non perché li ho partoriti». Un’esperienza che anche Paola Crestani, presidente del Ciai e madre di una ragazza adottata, ha raccontato su Vita.it di aver vissuto e non da ora: «mia figlia è di colore, e anche lei soffre sempre di più della discriminazione a cui l’ondata crescente di razzismo sottopone tutti coloro che non sono considerati “tipicamente italiani”. Lo vedo dallo sguardo di disprezzo con cui alcuni la guardano in metropolitana, dalla difficoltà nel trovare lavoro, dalla diffidenza con cui le persone le si rivolgono, se proprio devono. Non riferisco gli epiteti che ho sentito rivolgerle ma penso che tutti possiate immaginarli. Più di tutto mi preoccupa il fatto che mia figlia possa essere vittima di qualche imbecille o squilibrato che, come successo a Macerata, ritiene lecito e giustificato sparare addosso ad una persona solo perché non ha la pelle bianca». Già a settembre, alla vigilia della Conferenza della famiglia, aveva denunciato il tema: «Le nostre famiglie raccontano di un razzismo molto pesante. Una necessità che sentiamo forte è quella di favorire l’accoglienza in generale, supportare l’accoglienza dell’altro: in questo momento sono a Palermo, ci sono tanti ragazzi che arrivano soli da lontano, c’è razzismo, c’è una società sempre più chiusa. Questo è un tema che mi preoccupa tantissimo».

Gabriella Nobile questa mattina ha scritto un nuovo post: «Sono felice che tante persone abbiano letto e condiviso la mia lettera e sono davvero commossa per i messaggi meravigliosi che ho ricevuto in via privata. Migliaia di famiglie adottive che stanno vivendo la nostra stessa situazione, ragazzi e ragazze neri nati in Italia che si sentono continuamente discriminati, famiglie naturali e gente comune che hanno voluto farmi sentire il loro calore e supporto. Questa è l’Italia che ci appartiene. Siamo in tanti e siamo forti».

Matteo Salvini ieri ha risposto su Facebook al post di Gabriella Nobile: «Una mamma che ha adottato due bimbi africani dice che i suoi figli hanno paura di me? Sbaglia, lo dico con affetto, da papà. Basterebbe che la mamma spiegasse ai suoi figli che io allontanerò dall’Italia delinquenti, clandestini e spacciatori, non certo i bambini! Voglio un Paese più sicuro per tutti, soprattutto per i nostri figli. Questo mi chiedono non solo gli italiani ma anche tanti immigrati, regolari e perbene, che vivono in questo Paese. Anzi, al governo lavorerò per rendere più veloci e meno costose le adozioni per le migliaia di coppie che attendono questa gioia da anni, non avendo 30.000 euro da spendere o anni per aspettare. P.S. Visto che viviamo entrambi a Milano, sarei ben felice di offrirle un caffè al parco, mentre i nostri bimbi giocano insieme».

Foto Remo Casilli/Ag.Sintesi


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