Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Moni Ovadia: «Ora il Pd o darà spazio ai giovani o non sarà più»

L'intellettuale durissimo nei confronti del segretario del Partito Democratico Matteo Renzi: «Non si è mai vista una cosa simile al mondo, uno che fa un tale disastro prende e se ne va. Punto. Ha un livello di arroganza patologica». Ma anche nei confronti di LeU non è più tenero: «È stata un'operazione di apparato senza idee». L'intervista

di Lorenzo Maria Alvaro

Il risultato principale che hanno restituito le urne è la polverizzazione del centro sinistra. Non solo il PD si è riscoperto forza marginale ma anche la nutrita proposta più puramente di sinistra non è stata premiata dagli elettori. Sia Liberi e Uguali che Potere al Popolo infatti hanno raccolto pochissime preferenze. Quel è dunque lo stato della sinistra italiana? Lo abbiamo chiesto all'intellettuale Moni Ovadia.

Come commenta questa Caporetto della sinistra italiana?
Farei una premessa.

Prego…
Il PD di Renzi non è un partito di sinistra. Se siamo generosi al massimo un partito di centro. Indicare Renzi come sinistra è semplicemente comico.

È questo dunque il motivo di un risultato così magro del Partito Democratico?
Certamente. Gli elettori di sinistra infatti hanno votato M5S. Erano stufi di questo vaniloquio autoreferenziale di cui si sono resi protagonisti i politici del Pd in questi anni. Il più grave peccato di questa classe dirigente del Pd è stata quella di non considerare il lavoro come priorità. Lo dimostrano le scelte di perseguire forme di concessioni dall'alto come gli 80 euro. Questo manda all'aria l'idea stessa di sinistra.

Eppure anche le altre proposte di sinistra non hanno raccolto consensi…
È vero. LeU ha pagato il prezzo di essere soprattutto apparato, senza una dirigenza nuova. Se non hai qualcuno che traina i processi e le idee non vai lontano. Sembrava più che altro un'operazione risentita. Potere al Popolo invece è stato un generoso tentativo di ritrovare uno spirito popolare e di cambio di prospettiva che purtroppo non poteva fare molto visti i tempi con cui si è mosso.

Dunque il rottamatore ha rottamato direttamente il partito?
Ha mandato all'aria l'idea stessa di sinistra. Ha rottamato l'intera sinistra. Ed ora sembra cerchi di rottamare anche sé stesso. Condendo tutto questo con un infinita arroganza.

Si riferisce al discorso post elettorale?
Sì. Non si è mai vista una cosa simile al mondo, uno che fa un tale disastro prende e se ne va. Punto. Ha un livello di arroganza patologica. Quasi si meriterebbe la riapertura dei manicomi.

Anche dal punto di vista della responsabilità istituzionale il bilancio non è migliore…
Un aspetto grottesco certamente. Sta giocando sull'empasse del Paese per perpetrare il proprio ricatto. Empasse che, andrebbe ricordato, ha pervicacemente perseguito prima con il referendum costituzionale e poi con questa legge elettorale. Mette sistematicamente sé stesso davanti all'Italia e, in questo caso, alla governabilità. Le brave persone di questo Paese che ancora hanno la forza di alzarsi e andare a lavorare sono dei martiri. E devono subire il ricatto di un egomaniaco. Non è più politica. Siamo nel campo dell'etica. Da questo punto di vista mi tolgo il cappello davanti alla correttezza dei 5Stelle.

Il PD ha chance di riprendersi o è un partito finito?
Non lo so. Non ho una risposta. Di sicuro Renzi deve andarsene immediatamente. Con Renzi certamente è una realtà politica finita. Questo personalismo delirante è mortifero. E non è il solo problema. Con tutto l'affetto che ho per la loro storia anche quelli di Liberi e Uguali non sembrano meno derelitti. L'unica soluzione sono i giovani. Ripartire dal basso, questa è l'unica via per il Partito Democratico. Serve uno scossone rivoluzionario interno.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA