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Infortuni sul lavoro, donne a rischio in Sanità e Assistenza sociale

L'Anmil in occasione della Giornata internazionale della donna presenta nelle sue sedi territoriali una serie di incontri durante i quali saranno illustrati gli aggiornamenti statistici sul fenomeno. L'obiettivo è quello di richiamare l'attenzione sul mondo del lavoro e le tutele previste per le donne

di Redazione

In occasione della Giornata internazionale della Donna 2018 l’Anmil (Associazione fra Lavoratori Mutilati ed Invalidi del lavoro) organizza in tutte le regioni attraverso le sedi territoriali incontri in cui saranno presentati aggiornamenti statistici sul fenomeno degli infortuni al femminile, curati dagli esperti Anmil. Obiettivo: richiamare l’attenzione sul mondo del lavoro in rosa e sulla tutela prevista per le donne che si infortunano a causa dell’attività lavorativa o rimangono permanentemente invalide per aver contratto una malattia professionale.

In una società complessa ed eterogenea, come quella attuale, il ruolo della donna e la conciliazione tra esigenze lavorative e familiari diventano sempre più difficili e proprio alla luce delle condizioni di lavoro e dell’importanza delle donne nell’economia, l’Anmil vuole focalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica, delle istituzioni e i media sulla tematica, in un’ottica di miglioramento del contesto sociale, di vita e lavorativo soprattutto delle lavoratrici rimaste vittime di infortuni.

L’evoluzione del fenomeno infortunistico nell’ultimo quinquennio si è sviluppata in linea con la dinamica economica caratterizzata, in questo periodo, da una lenta ma costante uscita dalla crisi, i cui primi segnali si sono cominciati ad avvertire proprio a partire dal 2013 fino a rafforzarsi e consolidarsi definitivamente nel 2017. In questo ultimo anno, infatti, i dati relativi ai principali indicatori macroeconomici risultano molto incoraggianti: Pil in crescita di circa l’1,5%, Produzione industriale di quasi il 3% e l’incremento dell’occupazione che si stima superiore all’1%. Ma la ripresa dell’economia, se da una parte rappresenta innegabilmente un fatto molto positivo, dall’altro tuttavia ha avuto l’effetto negativo di contribuire ad attenuare di molto il calo di infortuni sul lavoro che era stato determinato dalla profonda crisi economica, iniziata nel 2008 che, producendo forti tagli nella produzione e nel lavoro (sia in termini di occupati sia di ore lavorate), aveva sensibilmente ridotto l’esposizione al rischio e quindi gli infortuni stessi

Se si esaminano gli ultimi dati Inail al femminile (Open Data) si evince che in Italia, nel 2017, si sono registrati 228.744 infortuni, di cui 179.074 in occasione di lavoro e 49.670 in itinere, e, nel periodo 2017-2013, si è avuta una variazione sul totale di -6,7%. Per quanto riguarda invece gli infortuni mortali, il 2017 ha visto 102 casi, di cui 48 in occasione di lavoro e 54 in itinere.
Per quanto riguarda i settori di attività economica, la maggiore incidenza infortunistica femminile si riscontra in quello della Sanità ed assistenza sociale dove si concentra ben il 12,2% di tutti gli infortuni occorsi alle lavoratrici italiane. Va segnalato, a tale proposito, che la Sanità è uno di quei settori (pochissimi) in cui l’occupazione femminile è nettamente superiore a quella maschile (oltre il 70% del totale); ma anche l’incidenza infortunistica risulta più sfavorevole per le donne, sia in termini assoluti che relativi.

«Per la concomitanza delle elezioni, quest’anno, a livello nazionale l’incontro con le istituzioni è stato rinviato a quando saranno definiti il nuovo governo e le nuove Commissioni parlamentari così da poter avviare subito un dialogo ed un confronto mirati», dichiara il presidente nazionale Anmil, Franco Bettoni.

Tuttavia, aggiunge «oltre a quanto mostrano le statistiche sul fenomeno degli infortuni al femminile c’è di più. Infatti, non si può non citare l’aumento dell’occupazione femminile e l’ingresso delle donne in settori lavorativi ad alto rischio di infortuni che, fino a ieri, prevedevano esclusivamente l’impegno di uomini. A tutto ciò si aggiungono i problemi legati alle gravi conseguenze socio psicologiche derivanti da un infortunio, mentre il difficile recupero della autostima condiziona l’incapacità di ricostruire una serena vita affettiva familiare, sociale e lavorativa».
«Pertanto – conclude il presidente Anmil – riteniamo che sia un dovere di tutti cercare di passare, in tempi brevi, dalle parole ai fatti, nel tentativo di migliorare concretamente la situazione».

Analizzando più da vicino i dati dell’Inail relativi al 2'016 (in allegato il dossier completo) emerge che i casi mortali denunciati che hanno coinvolto lavoratrici sono stati 106 (nove in meno rispetto al 2015), 53 dei quali sono stati riconosciuti positivamente dall’Inail. Nessuna denuncia per eventi mortali è stata registrata nel settore Navigazione, mentre delle cinque denunce che hanno interessato le casalinghe nel 2016, un caso è stato accertato positivamente. Inoltre, l'incidenza degli infortuni nel tragitto casa-lavoro-casa, per le lavoratrici continua a essere molto più elevata rispetto ai lavoratori. Prendendo in considerazione le denunce presentate all’Inail nel 2016, la maggiore rilevanza di questo tipo di infortuni per le donne rispetto agli uomini spicca sia in valore assoluto (rispettivamente 50.738 denunce di infortunio in itinere contro 47.475) sia in percentuale (22% contro 11,5%).

In apertura photo by Volha Flaxeco on Unsplash