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Innovazione, solo due donne ogni nove uomini. Ma il futuro è rosa

Una nuova ricerca di CA Technologies, condotta in collaborazione con Fondazione Sodalitas e Netconsulting cube, evidenzia come le donne siano ancora poco rappresentate nei team dedicati all’Innovazione. Ma l’84% dei Responsabili Risorse Umane ritiene che la presenza femminile all’interno dei team di sviluppo in ambito tecnologico possa contribuire alla creazione di prodotti e servizi migliori

di Redazione

Una ricerca di CA Technologies dal titolo “Innovazione al femminile: tecnologia, cultura umanistica e creatività – Il futuro è STEAM: Science, Tech, Engineering, Arts & Math”, condotta in collaborazione con Fondazione Sodalitas e Netconsulting cube, sottolinea e conferma la scarsa presenza femminile nell’ambito delle nuove professioni create dall’economia digitale e introduce la possibilità di coniugare le competenze tecnico-scientifiche con quelle artistico-umanistiche per guidare l’innovazione.

«La pervasività della tecnologia nelle nostre vite evidenzia sempre più la necessità di figure professionali formate nel mondo tecnico e scientifico, ma anche di alcune risorse di affiancamento dotate di competenze e inclinazioni umanistiche e artistiche», ha commentato Michele Lamartina, amministratore delegato di CA Technologies. «Quanto emerge dallo studio risulta coerente con la crescente esigenza, da parte delle aziende, di creare innovazione».

L’indagine – condotta su un campione di 110 intervistati tra Responsabili delle Risorse Umane e Direttori dei Sistemi Informativi di aziende italiane e su 210 studenti di Licei e Istituti Professionali – fotografa un contesto in cui appare ormai evidente la centralità delle tecnologie digitali nelle strategie delle aziende: il 42% dei Direttori dei Sistemi Informativi coinvolti le sta introducendo per migliorare i processi, il 14% per rendere più competitiva l’offerta di prodotti e servizi e il 38% per portare l’innovazione in entrambe le aree.


PROFESSIONI DIGITALI DEL FUTURO

% aziende che hanno assunto (uomo / donna) in questi ruoli ed evoluzione al 2021

% di studenti che conoscono le professioni del futuro

I risultati della ricerca confermano inoltre che le tecnologie digitali stanno accelerando anche la trasformazione dei modelli organizzativi delle aziende, oggi orientate soprattutto a ricercare una maggiore interazione tra la divisione Information Technology e le linee di business e una collaborazione più integrata ed efficace con fornitori e partner. In altre parole, si sta mettendo in pratica il concetto di “azienda aperta”, di cui si discute da tempo, anche in termini di creazione di team interdisciplinari e multifunzionali (45%) e di nuove figure professionali (45%).


Nell’economia digitale l’innovazione è STEAM – Science, Tech, Engineering, Arts & Math

La pervasività della tecnologia evidenzia sempre più la necessità di figure professionali con una formazione tecnico-scientifica, affiancate da alcune risorse con competenze umanistiche e artistiche

A questo proposito, ben il 32% delle realtà coinvolte ha istituito una funzione espressamente dedicata all’innovazione che, nel 67% dei casi, risiede all’interno della struttura Sistemi Informativi, dimostrando ancora una volta che la tecnologia è il vero motore dell’innovazione.

Le donne però sono ancora poco rappresentate nei team dedicati all’Innovazione: il rapporto tra risorse maschili e femminili è fortemente sbilanciato, con una media di 9 uomini e 2 donne presenti all’interno della funzione Innovazione delle aziende.

La scarsa presenza di donne negli ambiti dell’Innovazione digitale deriva principalmente dalla mancanza di risorse laureate nelle discipline tecnico-scientifiche, indicata dal 72% dei Responsabili Risorse Umane delle aziende. Nonostante ciò, il ruolo delle donne nell’Innovazione sembra essere riconosciuto dalle aziende: l’84% dei Responsabili Risorse Umane ritiene, infatti, che la presenza femminile all’interno dei team di sviluppo in ambito tecnologico possa contribuire alla creazione di prodotti e servizi in grado di cogliere maggiormente e indirizzare le esigenze dell’utenza femminile.

Al di là delle competenze digitali richieste, la ricerca ha sondato quali sono, secondo i CIO, le Soft Skill necessarie per abilitare i processi di Innovazione: in primis apertura al cambiamento (64%), Problem Solving (59%), Collaborazione/teamworking (55%) e Pensiero laterale (50%). Tra queste, l’Apertura al cambiamento, il Problem Solving e il Pensiero laterale sono attitudini riconosciute maggiormente al mondo femminile, che si contraddistingue anche per maggiore capacità di visione a medio-lungo termine e multitasking. Concordano anche i Responsabili Risorse Umane nel riconoscere l’Apertura al cambiamento (72%) e il Problem Solving (72%) tra le principali Soft Skill che caratterizzano le donne nel lavoro, rispetto agli uomini, affiancate dalla maggiore capacità di Multitasking (89%) e di Flessibilità (83%).

Le aziende, inoltre, riconoscono il valore della presenza delle donne negli ambiti tecnico-scientifici: l’84% dei Responsabili Risorse Umane riconosce che una maggiore presenza femminile in questi ruoli potrebbe avere degli impatti positivi sulla crescita del business aziendale; per il 67% del campione gli impatti sono significativi.

Il Gender Gap negli ambiti STEM è ancora oggi un dato di fatto, ma lo è altrettanto il contributo che le donne possono portare nei processi di Innovazione. Per invertire questo trend è necessario superare alcuni stereotipi di genere e partire da un processo di sensibilizzazione delle ragazze fin dalle scuole medie e superiori, per aiutarle ad immaginare il loro futuro anche in ruoli e settori STEM.

Intervistate in merito alle loro propensioni infatti, solo il 30% delle ragazze risponde di sentirsi dotato di capacità di calcolo (contro il 50% dei ragazzi), mentre il 61% si riconosce buone capacità di esposizione, il 63% si attribuisce doti di scrittura e il 45% capacità artistiche.

Questi stereotipi sono in parte rafforzati dall’influenza della famiglia nella scelta del percorso di studi e di carriera degli studenti: infatti, sebbene il 70% dei ragazzi e il 59% delle ragazze affermino di essere indipendenti nella scelta del proprio percorso di studi/carriera, emerge una chiara “differenza di genere” nel condizionamento da parte della famiglia laddove questo avviene. Il 23% delle ragazze dichiara di essere indirizzato verso una formazione umanistica (contro il 6% dei ragazzi), mentre solo il 12% afferma di essere influenzato verso la scelta di un percorso di studi STEM (rispetto a un 21% dei ragazzi).

Nella scelta del futuro percorso di studi universitario, il 38% degli studenti afferma di essere orientato verso facoltà STEM, mentre un altro 38% del campione intende intraprendere un indirizzo umanistico-sociale (il 16% indica entrambe le possibilità). L’8% non ha intenzione di proseguire gli studi.

Se consideriamo le lauree in ambito STEM, l’analisi per genere evidenzia come, ancora oggi, le ragazze siano in generale meno orientate verso un percorso di studi in discipline tecnico scientifiche (solo il 30% delle ragazze), contro il 53% dei ragazzi. Inoltre, la maggioranza delle studentesse è indirizzata principalmente verso le facoltà di Medicina (88%) e di Chimica (58%), mentre si dimostrano molto meno interessate a quelle di Ingegneria (39%), Informatica (36%), Matematica (33%) e Fisica (30%), preferite invece dai ragazzi.

Nella scelta del settore per una possibile futura collocazione nel mondo del lavoro le ragazze continuano a essere poco confidenti nelle opportunità offerte dagli ambiti STEM, in particolare dal settore tecnologico; mentre il 66% dei ragazzi vede delle opportunità di occupazione nel mondo della tecnologia, solo il 35 % delle ragazze prende in considerazione tale settore.


Nell'immagine di copertina un momento della presentazione della ricerca


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