Famiglia & Minori

Comunità, stop alle disparità fra Regioni

Per la responsabile dell'Area programmi e sviluppo di Sos Villaggi dei Bambini "è imprescindibile che vengano assunte da ogni Regione italiana le "Linee di Indirizzo per l'accoglienza residenziale per i minorenni" stilate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con l'associazione"

di Samantha Todesco

A favore dei bambini di questo paese SOS Villaggi dei Bambini, chiede un impegno concreto per l’applicazione delle “Linee di Indirizzo per l’accoglienza nei servizi residenziali per minorenni” approvate lo scorso dicembre dalla Conferenza Unificata Stato Regioni e per definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali concernenti i diritti dei minorenni.

Purtroppo in Italia le proprie opportunità di crescita di un bambino dipendono profondamente dal luogo in cui si cresce. Nascere e crescere in una Regione o in un’altra determina profonde disuguaglianze.

Per questo ci siamo impegnati a collaborare con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali insieme ad altre realtà di accoglienza e alle Regioni per stendere delle Linee di Indirizzo per l’accoglienza residenziale per i minorenni, che stabilissero, in modo esplicito, cosa deve essere garantito a tutti i bambini e ragazzi che sono nella situazione di dover vivere in comunità e non con le proprie famiglie d’origine. Queste Linee di indirizzo rappresentano un traguardo importante perché per la prima volta sanciscono quali sono i livelli di qualità sono necessari in tutta Italia.

Ciò che è importante ora è che le Regioni facciano proprie queste linee di indirizzo, attraverso delibere regionali. Consapevoli dell’autonomia delle Regioni in materia, chiediamo al Governo e quindi a chi si candida alla guida del nostro Paese, di impegnarsi perché queste Linee di Indirizzo non rimangano nel cassetto ma siano promosse, fatte conoscere nelle Regioni e monitorate, affinché i territori siano recettivi e attuino quanto previsto. Queste linee di indirizzo possono rispondere a molte delle richieste dell’opinione pubblica rispetto alla qualità delle realtà di accoglienza perché prevedono monitoraggio, pianificazione degli interventi, professionalità per evitare spreco di fondi pubblici e favorire interventi efficaci a favore di bambini già provati dalla necessità di vivere fuori dalla propria famiglia d’origine.

Le diseguaglianze nel nostro Paese non riguardano solo la qualità dei servizi residenziali per minorenni ma tutti i servizi di carattere sociale a loro rivolti. Per questo motivo, anche a partire da queste Linee di indirizzo chiediamo un concreto impegno al prossimo Governo, per arrivare a definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni concernenti i diritti civili e sociali dei minorenni. In Italia manca una strategia politica che definisca le modalità per garantire prestazioni ovunque e a tutti i soggetti da 0 a 18 anni, come stabilito in materia di diritti civili sia dalla Costituzione sia dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e diventa urgente definire i livelli essenziali per porre fine al perpetrarsi di gravi discriminazioni.

Non possono esserci luoghi del paese in cui non vi è assicurati interventi essenziali. Possono esserci territori in cui si fa più di quanto è definito come essenziale ma non possono esserci territori in cui si fa meno: i bambini e ragazzi hanno lo stesso diritto in tutto il Paese a pari opportunità e ad essere tutti accompagnati adeguatamente a diventare adulti in grado di contribuire alla crescita del nostro Paese.

Le Linee di Indirizzo non sono cogenti, essendo la materia di titolarità esclusiva delle regioni, ma «vengono affidate ai territori – afferma in bella evidenza la Conferenza delle Regioni – per la validazione nei contenuti e nella metodologia». Disomogeneità che infrange il principio di non discriminazione dei minorenni. Una diversità che fa sì che in Italia non si possa fare un discorso uguale per tutti

Non è una legge, d’accordo, però cambia la cornice culturale: il ministero che le ha fatte, hanno una valenza istituzionale e culturale importate. Il punto delle Linee di Indirizzo è proprio il focalizzare che una buona accoglienza parte prima dell’arrivo in comunità: le raccomandazioni riguardano il prima, il durante e il dopo.


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