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Nella fattoria che alleva i digital workers

A Roncade nel trevigiano ha sede H-Farm, l’incubatore che è diventato un brand di successo: il più grande acceleratore d’impresa d’Europa e, dal 2015, è quotato nel segmento Aim (piccole e medie imprese) della borsa di Milano

di Diletta Grella

La scuola del futuro nasce a Roncade, in provincia di Treviso. Qui, nella sede di H-Farm, a settembre è partito il primo corso di laurea in Italia, in Digital management, organizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha l’obiettivo di formare i nuovi professionisti dell’economia digitale. H-Farm è un luogo davvero unico, che non ti aspetteresti di trovare nella tranquilla campagna veneta.

Nato nel 2005, da un’idea di Riccardo Donadon, è diventato in breve il più grande acceleratore d’impresa d’Europa e, dal 2015, è quotato nel segmento Aim (piccole e medie imprese) della borsa di Milano.

Una fattoria (questo significa “farm”) della conoscenza, che vuole mettere al centro l’uomo (H sta per “human”) e che attualmente
si estende su una superficie di
12 ettari di parco agricolo, con 14mila metri quadrati di edifici.

«La nostra attività, in questi anni, si è svolta principalmente in tre direzioni», spiega Donadon, classe 1967, sposato e padre di tre bambini. «Innanzitutto aiutiamo le startup più innovative dal punto di vista digitale a sviluppare il loro business: dal 2005 ad oggi ne abbiamo accelerate 96, con un investimento globale di 25 milioni di euro. In secondo luogo sosteniamo le imprese (un’ottantina finora, tra i maggiori brand del momento) nell’implementazione dei loro processi digitali. Il mondo sta cambiando ad una velocità elevata e il digitale sarà sempre di più il motore di questo cambiamento. Secondo un’indagine del World Economic Forum, il 65% dei bambini da grande farà un lavoro che oggi non esiste: «Noi vogliamo dare alle nuove generazioni gli strumenti per affrontare il futuro. Fondamentale è dunque che acquisiscano il prima possibile consapevolezza delle potenzialità offerte dal digitale. È così che abbiamo deciso di puntare sempre di più sulla scuola, che è la nostra terza area d’intervento. Una scuola che sappia essere al passo con i tempi, offrendo ai ragazzi gli strumenti adeguati di lettura e di intervento sulla realtà».

H-Farm ha mosso i primi passi nel mondo della formazione con l’acquisizione nel 2015 dell’H-International School di Treviso (nata nel 2004), che si rivolge a bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni. Oggi nel network ce ne sono altre tre per la stessa fascia d’età: a Vicenza, Rosà (sempre nel vicentino) e Monza. Gli strumenti didattici utilizzati sono essenzialmente due, come ci raccontano gli stessi studenti durante l’intervallo: l’inglese, in cui si svolgono tutte le lezioni, e le più moderne tecnologie (il digitale, appunto). C’è poi BigRock, la prima scuola di computer grafica in Italia, per ragazzi oltre i 18 anni, che ha sede sempre a Roncade.

«Quest’anno abbiamo voluto fare un ulteriore passo e ospitare il primo corso di laurea per futuri manager digitali (oltre a due master), organizzato dall’Università Ca’ Foscari», spiega Marco De Rossi, responsabile marketing H-Farm Education. «Gli iscritti sono 81, ma le domande che abbiamo ricevuto sono state oltre 200. Gli studenti provengono un po’ da tutta Italia (il 19% da fuori regione), abbiamo anche un iraniano e un turco. La retta annua ammonta a circa 7.500 euro, con la possibilità di accedere a borse di studio per gli studenti meritevoli e bisognosi». L’obiettivo è costruire un percorso di studi «che prepari i giovani a comprendere la trasformazione dei modelli di business che il digitale sta portando con sé. Le opportunità lavorative prevediamo siano molto alte, perché le imprese necessitano di personale in grado di dominare la trasforma- zione digitale».

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Questa attenzione all’educazione è stata determinante per il progetto di sviluppo di H-Farm, che porterà alla nascita di H-Campus, il più importante polo europeo dedicato all’innovazione. La sede di H-Farm, nei prossimi an- ni, dunque, si amplierà, passando dagli attuali 20 a circa 51 ettari di terreno. Solo il 10% di questo spazio verrà occupato da edifici: accanto a quelli che oggi ospitano le startup in fase di accelerazione, sorgeranno auditorium, ristoranti, sa le riunioni, spazi destinati allo sport e residenze studentesche. La biblioteca, cuore del campus, avrà la firma dell’archistar Richard Rogers. Il 90% dello spazio sarà riconvertito in parco, con 25 chilometri di pista ciclabile e ben 27 et- tari di terreno boschivo. Il progetto verrà realizzato secondo i principi della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente, grazie anche all’utilizzo di energia rinnovabile. Il valore complessivo dell’operazione è di 101 milioni di euro, ma la ricchezza che genererà per il territorio è stimata in 8,7 milioni annui.

Per realizzare H-Campus è stato sigla- to un accordo con un fondo, sottoscritto da Cattolica Assicurazioni (per una quota del 57%), Cdp Investimenti Sgr (quota del 40%) e Cà Tron Real Estate, la società dei fondatori di H-Farm (quota del 3%). Il fondo sarà gestito da Finint Investments Sgr. Gli spazi dell’H-Campus ospiteranno 3mila persone: 2mila studenti e altre mille persone, tra dipendenti, startupper, investitori. La condivisione di un luogo favorirà la contaminazione:» conclude Donadon, «vorremmo diventare un punto di osservazione sulle tendenze del mondo del la- voro, ma anche un serbatoio di talenti».


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