Comitato editoriale

Il Teatro dei Borgia ridisegna il mito di Medea

Il racconto delle donne di tutti i Paesi e di tutti i tempi portato per strada su un furgone grazie al progetto di “arte civile” sostenuto dalla Fondazione pugliese

di Marilù Ardillo

Immaginate di trovarvi seduti di fronte ad una prostituta. Per circa un’ora. Cosa le direste? Gianpiero Borgia ed Elena Cotugno hanno ipotizzato ciò che lei potrebbe dire a voi. Un regista di fama nazionale insieme a sua moglie, attrice talentuosa e sensibile, si sono posti delle domande, hanno assecondato un’urgenza interiore che dovrebbe diventare la stessa di tutti: capire chi sono le donne che ogni giorno incontriamo sui bordi delle strade, da dove arrivano, cosa desiderano.

Il Teatro dei Borgia ridisegna il mito di Medea in chiave contemporanea, portandola per strada. Diventa una ragazza rumena che approda in Italia spinta da una falsa promessa d’amore del suo uomo, che invece ne fa una schiava del racket della prostituzione. Fabrizio Sinisi ed Elena Cotugno scrivono parole intense e struggenti per questo monologo che traccia una linea di confine con la consueta idea di teatro-spettacolo. Questa volta si tratta di arte civile, di teatro sociale, di esperienza, di incontro. Si rivela agli spettatori il tormento dello straniero con la forza del mito greco.

Questo progetto arriva dopo alcuni anni in cui Il Teatro dei Borgia desiderava sperimentarsi in un’idea nuova, sia per forma che per contenuti, che fosse un’esperienza avventurosa e che sorvolasse i canoni convenzionali dello spettacolo, non occupandosi di una tematica squisitamente estetica ma anche etica. “Medea per strada” ha aperto loro un contatto diretto con temi urgenti come l’immigrazione, la schiavitù e la prostituzione, che nel nostro Paese tende ad essere considerata quasi esclusivamente un fenomeno di costume che si muove tra il decoro urbano e l’evasione fiscale. Dentro gli occhi di Elena invece si scopre soprattutto un’emergenza umana. I Borgia hanno sentito il dovere morale di contribuire al dibattito pubblico su questi temi fondamentali, offrendo il loro contributo di civiltà che li ha trascinati in un coinvolgimento totale.Anche in virtù di questo, la Fondazione Casillo ha firmato un accordo triennale con Il Teatro dei Borgia attraverso il quale si impegna a sostenere la realizzazione delle loro attività.

La Medea che vive per strada racconta una storia di fiducia disattesa, di fuga, di paura, di consapevolezza, di impossibilità. E sceglie di farlo dentro un vecchio furgone del ’94, che asseconda il tempo dilatato della narrazione attraversando le strade in cui quei rituali di abbordaggio e contrattazione si consumano quotidianamente.

«E poi, quando sei in terra straniera, – pensi di avere dei doveri: il fatto stesso che ci sei, che occupi uno spazio. Hai un corpo – e questo corpo, lo so è bizzarro, è un corpo scandaloso perché è diverso, è innaturale, e in quanto innaturale ha bisogno di essere continuamente perdonato. Devi estinguere il debito. E il debito non è qualcosa che hai fatto, ma quello che sei». Elena Cotugno ha compiuto un lungo lavoro di ricerca per coincidere profondamente e perfettamente con il personaggio. Ha incontrato le Associazioni che si occupano di tratte e che offrono assistenza alle ragazze straniere. Ha vissuto molti lunghi momenti di osservazione nei centri di accoglienza e sulle strade, parlando con loro e ascoltando le storie.

Davanti a quei sette spettatori per volta, Medea grida il dolore di tutte le donne di tutti i Paesi di tutti i tempi di tutte le strade. Per una volta in quel furgone l’intimità non è più quella senza decenza e senza rispetto che si consuma con i clienti, ma un’intimità che si costruisce con un pubblico silenzioso che sceglie di ascoltare e di comprendere. E di porsi delle domande.

Una volta scesi dal furgone, la sensazione è quella di conoscere Medea da sempre, di averla ritrovata in decine di altre storie di donne conosciute fuori e dentro i libri. Il suo bisogno si fa più chiaro, la necessità di lenire il dolore più urgente. Tutti improvvisamente desiderano fare qualcosa. Allora i pregiudizi si abbattono, si risveglia la coscienza e si torna a casa cambiati. Certi di sapere questa volta cosa direste, se vi trovaste seduti di fronte ad una prostituta.