Economia & Impresa sociale 

Valute virtuali: è allarme speculazione

La Banca d'Italia torna sul tema delle criptovalute e lo fa lanciando un allarme ai consumatori circa i rischi legati al Bitcoin ed ai suoi fratelli: mancano tutele legali e contrattuali, obblighi informativi e presidi di trasparenza, oltre che forme di tutela o garanzia delle somme impiegate. L'attuale ordinamento non prevede specifiche forme di protezione o garanzie legali delle Autorità

di Marco Marcocci

La Banca d’Italia ha condiviso l’avvertenza congiunta per i consumatori sui rischi delle valute virtuali emanata dall’Autorità bancaria europea (EBA), l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni (EIOPA).

Le tre autorità europee, in particolare, sottolineano che le valute virtuali sono prodotti estremamente rischiosi e speculativi; che la formazione del loro prezzo è spesso non trasparente; che vi sono chiari segnali di una bolla nei prezzi di queste valute o di strumenti finanziari a esse collegate; che non vi sono né forme di protezione né specifiche garanzie legali.

Inoltre, i tre organi europei segnalano che le piattaforme di scambio di valute virtuali non sono regolate; che possono avere problemi di natura operativa che in talune circostanze impediscono ai consumatori di comprare o vendere le valute virtuali, nonché di scambiarle con le valute tradizionali.

La Banca Centrale, dal canto suo, non è nuova a tali iniziative, infatti già nel gennaio del 2015 aveva invitato i risparmiatori alla prudenza sull’utilizzo delle valute virtuali. In quell’occasione venne redatto un elenco di rischi “più comunemente noti o conosciuti” verso i quali il consumatore andava incontro. Si faceva inoltre presente che in aggiunta a quelli menzionati, l’utilizzatore delle criptovalute poteva essere esposto “a rischi ulteriori””.

Nel comunicato pubblicato in questi giorni sul sito internet di Banca d’Italia vengono rimarcati i rischi verso i quali può andare incontro l’utilizzatore dei Bitcoin, quali le perdite permanenti delle somme utilizzate per l’acquisto di valute virtuali a causa di malfunzionamenti, attacchi informatici, smarrimento della password del portafoglio elettronico.

Sono poi sottolineati altri aspetti che costituiscono fattori di rischio per il risparmiatore che, attratto dalle sirene dei facili guadagni del web, abbia deciso di investire nelle criptovalute.

L’istituto di via Nazionale menziona la mancanza di tutele legali e contrattuali, di obblighi informativi e di presidi di trasparenza, oltre che forme di tutela o garanzia delle somme impiegate, dato che l’attuale ordinamento non prevede specifiche forme di protezione o garanzie legali delle Autorità.

È stato inoltre segnalato il rischio connesso all’utilizzo delle valute virtuali per finalità criminali e illecite, incluso il riciclaggio di denaro.

Di recente si sono verificati episodi, anche gravi, di attacchi informatici alle piattaforme di scambio che hanno comportato la perdita parziale o totale dei soldi investiti in valute virtuali da parte di numerosi consumatori. Situazioni, queste, che si aggiungono a quelle caratterizzate dall’estrema volatilità dei prezzi di molte valute virtuali.

Raccomandano ai consumatori, infine, di non convertire in valuta virtuale più denaro di quanto ci si possa permettere di perdere.

Risparmiatori, prima di ogni mossa, meglio informarsi bene.

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