Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Chi sono e cosa fanno i lobbisti del Terzo settore

Da un anno ministero della Funzione pubblica, Mise e Camera dei deputati hanno inaugurato i registri dei gruppi di pressione. Aperti anche alle onlus

di Francesco Dente

Ancora pochi. Ma sicuramente di peso. Wwf, Telethon, Emergency. E poi Actionaid, Save the Children, Lega del Filo d’Oro. E ancora: Legambiente, Fondo Ambiente Italiano (Fai), Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) e Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism). Sono alcuni degli enti del Terzo settore iscritti nei neonati registri per la trasparenza istituiti dalla Camera dei Deputati e dai ministeri dello Sviluppo economico e della Funzione pubblica.

Fattore di trasparenza
I tre elenchi, già ribattezzati “delle lobby”, sono i registri in cui devono accreditarsi i rappresentanti dei gruppi di pressione che intendono sottoporre ai deputati, ai ministri o ai dirigenti dei dicasteri studi o soprattutto pro- poste di provvedimenti. È il caso, solo per fare due esempi, delle aziende del tabacco che fossero interessate a suggerire interventi normativi ad hoc oppure, per restare al non profit, delle organizzazioni che si facessero promotrici di modifiche alla disciplina dei messaggini telefonici per le donazioni via sms. Uno strumento di trasparenza, insomma.

Un faro acceso sul Palazzo che, da un lato consente ai cittadini di avere informazioni su chi sono e che cosa fanno gli interlocutori “interessati” dei politici e dei burocrati, dall’altro permette ai sostenitori del privato sociale di seguire le orme lasciate dai rappresentanti del mondo non profit che mettono piede nelle stanze del potere. Finora, se si limita lo sguardo alle onlus, sono poco meno di una quarantina, 39 per l’esattezza su 1.787 soggetti iscritti, le organizzazioni non profit registrate presso il ministero guidato da Carlo Calenda. Tredici su 239 invece quelle che risultano negli elenchi del ministero retto da Marianna Madia. Solo 3 le onlus alla Camera. «La trasparenza per noi è un valore fondante, un elemento naturale sul quale si basa la nostra attività istituzionale. Crediamo che l’iscrizione ai registri sia un atto doveroso», osserva Alessandro Bertani, vicepresidente di Emergency.

Chi si iscrive, questo il vantaggio principale, ha la possibilità di partecipare alle consultazioni pubbliche e dunque all’elaborazione dei procedimenti amministrativi. Sia il ministero dello Sviluppo economico che della Funzione pubblica inviano infatti ai soggetti accreditati segnalazioni automatiche riguardo agli incontri nei settori di interesse in modo che possano presentare documenti, suggerimenti e memorie scritte. Chi non si iscrive, invece, non può nemmeno incontrare i vertici politici e dirigenziali…

Per continuare a leggere clicca qui


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA