Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Comitato editoriale

Donne e minori, come si proteggono durante le varie fasi della migrazione?

La fondazione ha avviato due nuovi progetti, For Unaccompanied Migrant Children e Safe Woman in Migration, finanziati dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza della Commissione Europea per promuovere i diritti di donne e minori migranti nelle varie fasi della migrazione

di Anna Spena

Tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 la Fondazione l’Albero della Vita ha avviato due progetti incentrati su due priorità dell’Unione Europea: la gestione del fenomeno migratorio dai paesi del Medio Oriente e dall’Africa, con l’attenzione specifica alla tutela dei minori nella migrazione e la prevenzione alla violenza di genere.

I minori stranieri non accompagnati sono ragazze, ma soprattutto ragazzi prevalentemente di età compresa tra i 14 e i 17 anni, che giungono in Europa senza genitori, o adulti legalmente responsabili per loro. L’obiettivo del progetto For Unaccompanied Migrant Children è quello di creare le basi per lo sviluppo dell’affido familiare per i minori stranieri non accompagnati attraverso uno scambio di buone pratiche dai paesi con maggiore esperienza verso i paesi che hanno invece scarsa esperienza nell’accoglienza familiare. In molti paesi di arrivo, i MSNA vengono collocati in centri di accoglienza, che in molti casi non sono specifici per minori e quindi condividono lo spazio con migranti adulti.

L’accoglienza di minori non accompagnati richiede invece competenze specifiche e servizi adeguati che considerino i diretti interessati prima di tutto come ragazzi e non come migranti. Secondo la fondazione è l’accoglienza in famiglia, tramite il servizio di affido, a rappresentare la migliore forma per tutelare e integrare i ragazzi nei paesi di accoglienza.

L’Albero della Vita è coordinatore di questo progetto che prevede la partecipazione di altri 8 partner in 7 paesi dell’Unione Europea. La partnership è strutturata per favorire lo scambio di conoscenze e buone prassi da organizzazioni di paesi con una consolidata esperienza di affido per minori stranieri non accompagnati e associazioni, attivi in paesi, dove è necessario trasferire le competenze per promuovere e diffondere l’affido.

Il progetto si sviluppa secondo tre assi di intervento: l’advocacy a livello locale, nazionale e Europeo, per far conoscere il servizio dell’affido, promuoverne i vantaggi e i benefici che può avere non solo per i minori accolti, e per l’efficienza dell’intero sistema di accoglienza. Il trasferimento di conoscenze da enti e associazioni con esperienze di successo nel campo dell’affido per minori stranieri non accompagnati, verso organizzazioni che hanno meno competenze a riguardo. L’intento del progetto è produrre materiale formativo e standard nazionali per l’implementazione dei servizi di affido che siano utilizzabili da tutti gli attori coinvolti. La formazione degli operatori del settore dell’accoglienza e della tutela dei minori, affinché le buone pratiche e gli standard elaborati vengano diffusi il più possibile in tutte le realtà attive nella protezione di minori migranti in Europa.

Per la tutela delle donne, invece, la fondazione ha avviato il progetto SWIM – Safe Women In Migration che vuole contrastare la violenza di genere e contribuire alla protezione delle donne e ragazze migranti e richiedenti asilo vittime di violenza, o che si trovano in situazioni di rischio.

Durante il percorso migratorio e all’arrivo in Europa donne e bambine sono più esposte al pericolo di trafficking, sfruttamento, discriminazione e abuso, specialmente se costrette a viaggiare da sole.

Il fenomeno della violenza di genere può manifestarsi in ogni fase della migrazione: può essere il motivo per abbandonare la propria casa, può avvenire durante il lungo viaggio, o anche all’arrivo in Europa nei centri di emergenza e accoglienza.

Anche se la direttiva europea 2012/29/EU garantisce uguale accesso alla giustizia a tutte le vittime di violenze e abusi, a prescindere dal loro status giuridico, ma spesso il timore, e la scarsa conoscenza della normativa impediscono alle donne migranti di accedere ai propri diritti ed essere tutelate.

Nel rispetto della dignità e dell’uguaglianza di ogni essere umano il progetto adotta un approccio di genere, rispettando tutte le culture nell’affrontare argomenti particolarmente delicati e personali, quali le mutilazioni genitali femminili, l’uguaglianza di genere e i matrimoni precoci.

Sono tre gli ambiti di azione attivati: la formazione di più di 500 professionisti operanti nel settore dell’accoglienza migranti, in 5 diversi paesi membri dell’Unione Europea, per permettere loro di identificare le situazioni più a rischio e saper garantire un adeguato supporto a tutte le donne e ragazze che devono accedere al sistema giudiziario in ognuno dei paesi membri dell’Unione Europea. L’informazione puntuale e diffusa rivolta a 300 donne e ragazze migranti a rischio, o vittime di violenza di genere, affinché possano conoscere i propri diritti e riescano ad esercitarli. La redazione della EU Gender Sensitive Charter, un documento che istituisca un sistema di denuncia della violenza di genere contro le donne e ragazze migranti, che possa essere promosso e adottato dalle istituzioni locali, nazionali ed europee.

Il partenariato
Il progetto coinvolge 7 partner di 5 paesi europei: Francia, Italia, Regno Unito, Romania e Svezia. Tutti paesi interessati dal fenomeno migratorio. L’Italia con le sue coste è la prima frontiera di ingresso in Europa, Francia e Romania vedono i migranti transitare sul loro territorio e Regno Unito e Svezia sono due delle principali destinazioni di arrivo. Il progetto quindi rafforza l’intero ciclo migratorio attraverso il lavoro a livello locale in ognuno di questi paesi.