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Cooperazione & Relazioni internazionali

Global Compact su migrazioni e rifugiati: cosa porterà l’Europa alle negoziazioni?

Le Nazioni Unite hanno aperto le negoziazioni per due accordi che si propongono di diventare piattaforme di consenso su cui fondare la cooperazione tra gli stati e le organizzazioni non governative. Il rischio però, secondo Concord, è che l’approccio di esternalizzazione delle politiche migratorie e di asilo sostenuto dall’Europa possa essere incorporato negli accordi, andando così a limitare l'accesso alla protezione internazionale

di Giulia De Ponte

Nello scorso mese di febbraio alle Nazioni Unite sono iniziate le negoziazioni intergovernative che porteranno alla definizione, entro luglio, del Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration (GCM) e del Global Compact on Refugees(GCR), e alla loro successiva approvazione entro la fine del 2018.

Entrambi gli accordi nascono dall’idea che sia necessario un approccio onnicomprensivo e condiviso a livello globale per fornire risposte ai crescenti movimenti di migranti e rifugiati. I Compact si propongono dunque di diventare due piattaforme che identificano posizioni di consenso su cui fondare la cooperazione tra stati e con i soggetti non governativi, tenendo fermi ovviamente gli standard internazionali sui diritti umani, il diritto umanitario, le convenzioni e protocolli internazionali sul lavoro e gli SDGs.

Ma vediamo l’antefatto: per la prima volta nel settembre 2016 le Nazioni Unite hanno convocato un Incontro di alto livello interamente dedicato ai migranti e ai rifugiati, temi in precedenza mai affrontati in quanto tali in sede ONU a causa della natura politicamente divisiva del tema migrazione. Una novità dunque – l’attenzione ONU per le migrazioni – che deriva in larga parte dalla crisi politica europea seguita al relativo aumento degli arrivi di migranti e rifugiati nel 2015 e 2016. Dall’Incontro di alto livello del 2016 è emersa la decisione di arrivare alla definizione dei due Compact: dopo una fase di consultazione nel 2017, dunque, all’inizio di febbraio 2018 OIM ha pubblicato la prima positiva bozza di GCM, mentre UNHCR ha pubblicato la prima bozza di GCR.

In questo contesto Concord intende portare all’attenzione dei governi negoziatori alcuni esiti del discutibile percorso di esternalizzazione delle politiche migratorie e di asilo messo in atto a livello europeo – e italiano – dal 2015 in avanti.

Un ampio spettro di politiche e pratiche europee sono infatti caratterizzate oggi da vie di accesso regolare all’Europa estremamente limitate per migranti e richiedenti asilo, mentre gli strumenti di controllo dei movimenti migratori sono sempre più spesso affidati – o esternalizzati – a paesi terzi. Le barriere alla migrazione irregolare sono in questo modo spostate fuori dall’Europa, così da creare “zone cuscinetto” e disincentivare la migrazione verso l’Europa. Parallelamente, la riforma del Sistema comune di asilo europeo, attualmente in fase di negoziazione, rischia di introdurre riforme restrittive per il diritto d’asilo in Europa, anche rendendo inammissibili le domande di asilo di persone che provengano da paesi terzi frettolosamente identificati come “sicuri”.

In questo contesto di esternalizzazione delle politiche migratorie – in cui i diritti umani sembrano essere retrocessi a preoccupazione accessoria e marginale – l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo viene in alcuni casi (come quello del Fondo fiduciario di emergenza per l’Africa) utilizzato strumentalmente per sostenere interventi di controllo delle frontiere, deviandolo dagli obiettivi di lotta alla povertà e alle diseguaglianze che gli sarebbero propri; o, ancora, speso nella prospettiva – errata – che più sviluppo sia uguale a meno migrazioni.

Il rischio è che l’approccio di esternalizzazione delle politiche migratorie e di asilo sostenuto dall’Europa – e l’uso strumentale della cooperazione internazionale ad esso collegato – possano essere in parte incorporati all’interno del GCM e del GCR durante le negoziazioni, fornendo in questo modo legittimazione internazionale per l’approccio europeo.

I negoziati si annunciano difficili e divisivi per l’Europa, anche a causa della posizione del governo ungherese, che legge il tema migrazione in chiave di minaccia, proponendo una risposta di natura securitaria: la posizione Europea potrebbe dunque dover mediare con la prospettiva ungherese, ma potrebbe anche non riuscire a trovare una posizione comune.

Concord ha prodotto dunque un policy brief di commento alle due bozze negoziali dei Compact dal quale, tra gli altri temi, emerge che:

  • Il GCM e il GCR devono meglio evidenziare che la cooperazione internazionale non può essere utilizzata in modo strumentale per rispondere a esigenze di sicurezza e controllo delle frontiere dei paesi di destinazione;
  • La cooperazione con autorità responsabili del controllo delle frontiere in paesi terzi – auspicata dal GCM – non deve mai avvenire in casi in cui non sia garantita la tutela dei diritti umani (il riferimento è al caso Libia): la cooperazione allo sviluppo non deve cioè mai essere utilizzata dai paesi di destinazione per delegare ad altri paesi il compito di intercettare i migranti prima che raggiungano il loro suolo, aggirando così di fatto i loro obblighi di offrire asilo.
  • Il GCR deve prendere le distanze da sistemi di esame extraterritoriale delle richieste di asilo – in cui la richiesta di asilo venga esaminata cioè già nei paesi di origine o di transito: in particolare nel caso in cui questi sistemi esternalizzino, filtrino o dissuadano dall’accesso alla protezione internazionale; o operino in assenza di un impegno inderogabile a reinsediare in Europa le persone a cui viene riconosciuto un diritto alla protezione. La cooperazione internazionale, conseguentemente, non deve essere utilizzata all’interno di questa logica.

Le piattaforme nazionali di Concord – inclusa Concord Italia – hanno già cominciato a discutere i contenuti del policy brief con i rispettivi governi nazionali. Continueremo a monitorare i negoziati, in rete con altri soggetti della società civile europea.

L'autrice è fa parte del Gruppo migrazioni e Sviluppo di Concord Italia


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