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“Questo è lavoro” il corto che racconta il mondo cooperativo

Diretto da Federico Caponera, firmato da Save the Cut e prodotto dal Consorzio Parsifal racconta la trasformazione di un uomo d'affari alle prese con la figlia e una cooperativa di disabili

di Redazione

Un uomo deve sbrigare un affare proprio nel weekend che avrebbe dovuto trascorrere con sua figlia. La porta con sé. Il viaggio ridesta tutte le loro distanze ma alla fine riesce a ricomporre il rapporto tra i due. Anche grazie all’incontro con le persone di una cooperativa sociale, che senza troppe parole riescono a trasmettere i propri valori anche a chi vorrebbe mandarli via. Un viaggio fisico in tre regioni italiane, ma anche un viaggio nei rapporti complicati tra un padre e una figlia.

È questa la trama di “Questo è lavoro”, cortometraggio del 2017, diretto da Federico Caponera, firmato Save the Cut e prodotto dal Consorzio Parsifal.

Il progetto è nato dall’idea di raccontare una storia capace di veicolare i valori della cooperazione sociale, oggi talvolta messi in discussione. «L’obiettivo non è quello di promuovere questo o quel servizio, questa o quella cooperativa, ma di richiamare l’attenzione collettiva sui principi che sono alla base della cooperazione: la legalità, la lotta alle mafie, la capacità di riabilitarsi attraverso il lavoro, la dignità dell’essere più fragile, la ricchezza di dedicarsi agli altri», spiegano i realizzatori del cortometraggio.

Raro esempio, in Italia, di branded content, la storia ci racconta l’arco di trasformazione di Massimo, consulente d’affari per grandi realtà immobiliari, alle prese con una cooperativa di disabili da spostare, per far posto ad un hotel di lusso.

Il video è stato girato realmente nei territori citati: la Sardegna, il Lazio e l’Abruzzo. Il taglio di regia che è stato scelto va nella direzione di un prodotto dai toni realistici, a sprazzi ironici. Quasi tutte le figure coinvolte, tranne i ruoli principali, non sono attori ma sono persone realmente occupate in attività di cooperazione sociale, nell’ambito dei diversi servizi ricoperti dal Consorzio Parsifal sui territori. La fase di scrittura è durata oltre un anno. Gli sceneggiatori hanno dialogato con i responsabili dei servizi, sono stati in loco per toccare con mano le diverse situazioni e poterle raccontare nel modo più credibile possibile. La stessa fase di shooting, durata circa due settimane, è stata come un grande laboratorio, che ha visto lavorare insieme la troupe di Save the Cut e gli operatori del Consorzio, che a tratti sono stati aiutanti scenografi, assistenti di produzione, persino editor della sceneggiatura.

Ne è venuto fuori un cortometraggio dal sapore insolito: una storia normale, priva di sensazionalismi, ma capace di raccontare come l’aprirsi agli altri possa essere la chiave per una società di buone relazioni e di fiducia.


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