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Napoli, quando con il non profit i quartieri diventano vivi

A Casa Concordia, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, Ariete Onlus ha ideato il progetto Quartieri Vivi, finalizzato alla riqualificazione socio-culturale del luogo

di Anna Spena

“Quartieri Vivi” è un progetto ideato nel 2014 da Ariete Onlus e patrocinato dalla Presidenza della Seconda Municipalità del Comune di Napoli. Il Progetto, svolto in collaborazione all’I.C. D’Aosta Scura, mira alla riqualificazione socio-culturale dei Quartieri Spagnoli di Napoli, attraverso attività a sostegno di minori e famiglie. Sportelli d’ascolto, laboratori etnico – culturali, artistici, sportivi. Perché come spiega Gaetano Cuccurullo a Vita.it, presidente dell’associazione, «I Quartieri Spagnoli hanno da sempre un primario bisogno, quello di recuperare una prospettiva di futuro soprattutto per i bambini del territorio».

Quando è nato il progetto Quartieri Vivi? Che tipo di bisogno del quartiere avete intercettato?
La prima edizione del progetto Quartieri Vivi è stata sviluppata nel biennio 2015/2016 come ideale seguito delle attività precedentemente svolte presso i Quartieri Spagnoli dove come Ariete Onlus operiamo fin dal 2007, anno in cui il Comune di Napoli ci ha assegnato la gestione dei locali di Casa Concordia, bene confiscato alla criminalità organizzata (Ex Legge 575/65 s.m.i.). Fin da quell’anno abbiamo organizzato preliminari attività di supporto scolastico e psico-sociale per i bambini e le famiglie della zona. I Quartieri Spagnoli hanno da sempre un primario bisogno, quello di recuperare una prospettiva di futuro soprattutto per i bambini del territorio.

Quanti sono i beneficiari totali? In che sedi si svolgono queste attività?
Il progetto iniziale era rivolto ad un gruppo di 20 bambini, gratuito. Con partecipazione nelle ore pomeridiane. Gran parte delle attività sono state svolte successivamente presso i locali di Casa Concordia, mentre alcune associazioni della rete hanno proseguito i loro interventi presso diversi siti del territorio con una propria programmazione. Attualmente continuiamo a sostenere un gruppo di 15 bambini, sempre presso i locali di Casa Concordia, sempre a titolo gratuito con laboratori ludico/didattici. Tutte le iniziative sono autofinanziate.

Come avete organizzato i vari laboratori?
Spesso parlando direttamente con i bambini per capire quali fossero le loro esigenze reali. Partendo da alcune domande semplici: il loro punto di vista su politica, scuola, famiglia e la loro idea di futuro. Abbiamo capito che occorreva intraprendere percorsi nuovi, rispondendo alle esigenze dei ragazzini. L’idea è stata quella di offrire stimoli variegati ai bambini del territorio anche perché da sempre riteniamo che la dispersione scolastica sia da contrastare innovando i programmi educativi e cercando di stabilire un dialogo con i ragazzi attraverso lo sport, l’audiovisivo, la danza e attività come l’artigianato.

Che servizi offrite?
Lo sportello, d’ascolto gestito da Ariete Onlus, offre in orario curriculare, consulenza psicologica ai minori con difficoltà scolastiche e/o disagio emotivo. Poi ci sono tutti i progetti extracurriculari come laboratori etnico-culturali, condotti in orario, condotti da Associazione Geronimo Carbonò, Associazione A.3.i. e Associazione Kam Na Yi Nere, con il fine di sviluppare attività creative basate su multimedia storytelling, musiche e danze africane, allo scopo di promuovere una visione multiculturale complessa come strumento di educazione alla mondialità e allo sviluppo sostenibile; lo sportello orientamento, gestito da Centro Studi Ksenia e Noi@europe che fornisce on demand, consulenza ed informazioni su scuola e mondo del lavoro, in Italia e nella UE. I laboratori sportivi condotti da Karen Torre (membro della nazionale italiana e medaglia d’oro agli Europei di Francoforte del 2014) e dall’ASD Ronin Club, si rivolgono ai minori, con lo scopo di formarli alle arti marziali (Karate, Sports Chanbara scherma giapponese). E infine i laboratori artistico-culturali realizzati da Salvatore Iodice, ideatore dell’iniziativa Riclarte, con il fine di sviluppare attività creative incentrate su artigianato artistico e rispetto ambientale.

Quali sono le criticità principali dei quartieri spagnoli?
Le criticità sono per lo più connesse alla mancanza di piani strategici di gestione che possano promuovere realmente modelli di civic engagement, oltre che di una governance multistakeholders. Insomma dovremmo davvero ripensare il welfare in senso partecipato e creativo. Inoltre nello specifico dei Quartieri Spagnoli bisogna sostenere le famiglie e i bambini nel recuperare un senso di orgoglio per il proprio territorio facendone riscoprire le bellezze. Ecco perché insieme alla Cooperativa Liberetà di Napoli – nell’ambito del loro progetto “Cammino nel ventre di Napoli” con gli studenti – e in stretta sinergia con Geronimo Carbonò e Fondazione Patrizia Nidoli Onlus, abbiamo cominciato a lavorare sulla nuova edizione del progetto Quartieri Vivi con lo scopo di realizzare insieme ai ragazzi un censimento delle risorse storico/culturali ed artistiche dei Quartieri Spagnoli con lo scopo di rendere i ragazzi testimonial di una rinascita culturale e turistica dell’intera area. Ma bisogna fare rete e avere speranza!

Come percepiscono l'associazione e come si rapportano a voi i genitori del quartiere?
Dopo anni di radicamento sul territorio si è stabilito un senso di legame con le mamme dei Quartieri Spagnoli che si dichiarano felici di mandare da noi i bambini. Certamente perché si tratta di attività gratuite e sono sicure che i bambini non stiano per strada. Segnalo che purtroppo è tornata a farsi sentire in modo grave la presenza della criminalità organizzata, al punto che Francesco Chirico (Presidente della Municipalità) ha voluto convocare per strada una recente seduta del Consiglio. Non bisogna arrendersi, bisogna continuare a dialogare con le famiglie del territorio ed insistere sul futuro dei bambini che è l’unico appiglio he abbiamo a disposizione per far rinascere i Quartieri Spagnoli e inoltre riscoprire il legame di comunità perché davvero “Nessuno si salva da solo”.


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