Welfare & Lavoro

Gli uomini maltrattanti si raccontano per cambiare

L’associazione Impegno donna di Foggia gestisce dal 2015 un servizio di ascolto e responsabilizzazione degli autori di violenza contro la propria partner. Il 7 aprile, in collaborazione con il Csv, incontro con l’esperta internazionale Alessandra Pauncz a Foggia

di Annalisa Graziano

“Può accadere che gli uomini, nelle relazioni affettive, usino il proprio potere per ferire, punire e controllare il diritto di donne e bambini a vivere liberi e sicuri. Oltre ad offrire protezione alle vittime, è importante dare una restituzione all'uomo che agisce violenza rispetto all'illegittimità del suo comportamento e spingerlo ad assumersi le responsabilità di quella scelta”. È nato con questo obiettivo, nel 2015, il servizio di ascolto “Uomini oltre la violenza” (Uov), un progetto sperimentale attivato dall'associazione Impegno Donna a Foggia.

«Gli interventi rivolti agli uomini», spiega la criminologa Laura Ciapparelli, vicepresidente dell’associazione e membro dell’équipe multidisciplinare che ha attivato il servizio, «si basano su alcuni principi guida, come la sicurezza delle vittime e l'attribuzione della responsabilità del comportamento violento all'autore. Crediamo infatti che, per cambiare, l'uomo che agisce violenza debba rendersi conto che si tratta di una scelta che costituisce reato e comprendere che è basata sull'esercizio di potere e controllo».

Il servizio Uov gestisce percorsi di consapevolezza con gruppi di uomini che sono stati “violenti e controllanti” verso i membri della famiglia e ora vogliono cambiare. I partecipanti si confrontano e si sostengono a vicenda per diventare partner e padri migliori. All’interno del progetto – che si avvale anche di una linea telefonica di ascolto attiva due giorni a settimana (392 2463806) – c’è anche una collaborazione con la Casa circondariale di Lucera, dove da circa due anni l’associazione conduce gruppi psico-educativi grazie al sostegno del Centro di servizio per il volontariato di Foggia.

Dentro e fuori dal carcere le difficoltà per gli operatori, però, non sono poche. «Non tutti riescono a cambiare», spiega Ciapparelli: «dipende molto dalla motivazione, che cerchiamo di individuare durante i primi colloqui. La violenza è un fenomeno trasversale alle classi sociali e culturali e non possiamo considerarla una malattia. All’interno del ciclo di valutazione, viene anche effettuato il contatto con la partner, che ha lo scopo di informarla del percorso intrapreso dal compagno e di ricevere un suo feedback rispetto al maltrattamento subito. Se è motivato e disponibile, viene introdotto al lavoro di gruppo con altri uomini».

Può capitare, al contrario, che non ammetta di essere considerato violento o maltrattante, ritenendosi innocente rispetto alle accuse mosse. «Si attua così una deresponsabilizzazione del maltrattamento agito», continua Ciapparelli, «possono innescarsi polemiche sulle donne e il non riconoscimento della violenza. In questo caso il trattamento diventa molto difficile».

Un altro tassello importante del progetto è il lavoro di rete con gli attori istituzionali e sulle modalità di approccio di questi ultimi con gli uomini che agiscono violenza, al fine di realizzare un invio efficace al servizio: l’associazione sta puntando su questo con attività formative specifiche. «Uno dei nostri obiettivi», spiega la criminologa, «è aumentare la consapevolezza pubblica rispetto alla violenza, intervenendo anche con sensibilizzazioni mirate».

A tal fine l’associazione, presieduta da Franca Dente, ha organizzato la presentazione di “Da uomo a uomo. Uomini maltrattanti raccontano la violenza” di Alessandra Pauncz. L’autrice, psicologa, fondatrice a Firenze del primo Centro di ascolto per uomini maltrattanti, direttrice esecutiva dell’associazione europea WWP (Work With Perpetrators) e presidente di Relive, la rete nazionale dei centri che lavorano con gli autori di violenza, sarà ospite a Foggia sabato 7 aprile, alle 9.30, all’Auditorium Santa Chiara, in via Arpi. L’esperta è stata invitata grazie al sostegno della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia e con la collaborazione del Csv di Foggia e della Fondazione Apulia Felix.

In apertura photo by Sydney Sims on Unsplash


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