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Panthakù, ovvero educare dappertutto

In partenza in Campania il progetto di contrasto alla dispersione scolastica di AiBi, finanziato da Con i Bambini con le risorse del fondo sperimentale contro la povertà educativa minorile. Accompagnerà 500 adolescenti negli anni delle scelte sul loro futuro e farà nascere un'associazione di genitori che saranno risorsa per le famiglie più fragili

di Redazione

Salerno, Castellammare di Stabia, Santa Maria Capua Vetere. Quattro istituti comprensivi coinvolti e partner come il CSI, la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, le Acli, Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, associazioni di danza, teatro, arte. È “Panthakù. Educare Dappertutto”, il progetto di AiBi che è stato selezionato da Con i Bambini all’interno del bando per il contrasto alla povertà educativa minorile. Coinvolgerà in tre anni almeno 80 insegnanti delle scuole secondarie di primo grado, almeno 500 studenti delle classi seconda e terza media aderenti al progetto e almeno 600 famiglie.

La Campania è la 1° regione italiana per povertà educativa, con una dispersone scolastica regionale che arriva al 22,2%. Il progetto punta proprio al contrasto della dispersione scolastica, attraverso interventi integrati, capaci di orientare i ragazzi nella scelta del proprio percorso educativo. Le azioni saranno su 3 target, nella consapevolezza di quanto sia necessario fare interventi sistemici: gli insegnanti, gli studenti e le famiglie. Con gli insegnanti si lavorerà sul rafforzamento delle competenze relazionali e su metodologie didattiche innovative (active learning e learning by doing), che meglio possono creare quel clima di benessere a scuola che è condizione preliminare per evitare l’abbandono.

I ragazzi saranno coinvolti in extrascolastiche ricreative, artistiche e formative: sport, brevi stage nelle botteghe artigiane, laboratori… per apprendere la passione di un mestiere e il valore dell’impegno ma anche per esplorare sé stessi, le proprie risorse, stimolare la creatività e canalizzare positivamente l’energia. Ci saranno anche dei peer educator, individuati all’interno delle classi e tra i giovani, che dopo essere stati formati daranno sostegno ai ragazzi più fragili. Dal progetto nasceranno almeno 3 squadre destinate a durare oltre il progetto: una di pallavolo, una di calcio a 5 e una di pallanuoto.

Infine, sul fronte famiglie, si avvierà un'associazione genitori attiva sul territorio, che diventerà il primo attore della comunità educante e solidale. Le famiglie che daranno disponibilità ad un coinvolgimento maggiore, potranno poi anche sperimentarsi nell’affido di prossimità, ovvero nella "presa in carico" leggera di altri nuclei famigliari con particolari fragilità, diventando così famiglie risorsa. L’associazione di genitori avrà il supporto di AiBi e della Fondazione Carisal, che ne sposerà la mission.

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