Cooperazione & Relazioni internazionali

Non solo Douma: tutti gli attacchi chimici in Siria

Quello di sabato è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di violenze sui civili siriani. Il New York Times ha ricostruito tutti gli attacchi chimici che, violando il diritto internazionale, hanno colpito la popolazione dall'inizio del conflitto a oggi

di Ottavia Spaggiari

Bambini asfissiati, altri che lottano per respirare, intere famiglie disperate e decine di vittime. Sono queste le istantanee dell’attacco chimico che si presume sia stato lanciato proprio dalle forze governative siriane a Douma, l’area a est di Damasco, parte di Goutha, roccaforte degli oppositori al regime di Assad.

Immagini impossibili da guardare. Un attacco condannato dall’Occidente. Sia da Trump che da Macron e che, nella notte, potrebbe avere avuto una prima risposta: un raid missilistico contro la base T-4, l’aeroporto militare siriano di Tayfur che però non è ancora stato rivendicato. Se infatti l’agenzia ufficiale di stato Sana ha parlato di “aggressione americana” e la Russia avrebbe ricondotto l’attacco ai caccia israeliani. Gli Stati Uniti hanno negato ogni coinvolgimento nell’operazione militare.

Eppure Douma è solo l’ultimo tragico episodio di una lunga serie di attacchi ricostruiti dal New York Times. Secondo gli analisti, l’uso di armi chimiche, un crimine di guerra per il diritto internazionale, è parte integrale della strategia di Assad per riprendere il controllo delle aree tenute sotto controllo dai ribelli vicino a Damasco.

A cinque anni dall’accordo tra Stati Uniti e Russia che prevedeva che l’intero arsenale siriano di armi chimiche fosse distrutto entro il 2014, quello di Duma è il settimo caso in cui l’utilizzo di questo tipo di armi è stato registrato.

Agosto 2013

«È come se fosse esploso un serbatoio d’acqua», così i testimoni avevano descritto il suono dell’attacco, prima un’esplosione e poi un «odore che bruciava gli occhi e la gola, come cloro e cipolle». Ad essere colpiti i paesi di Ain Tarma, Zamalka, Jobar e Muadamiya. Nelle foto e nei video postati online dai gruppi dell’opposizione, centinaia di corpi senza ferite visibili. I sintomi per molte vittime erano: soffocamento, tremori, intensa salivazione e vomito. Le sostanze chimiche utilizzare, un cocktail a base di gas sarin e altri componenti.

John Kerry, segretario di stato dell’amministrazione Obama, dal 2013 al 2017, aveva accusato il governo siriano di «massacro indiscriminato di civili» e di sforzi cinici per coprire le responsabilità di questo «crimine vigliacco».

A settembre dello stesso anno Stati Uniti e Russia avevano raggiunto un accordo per l’eliminazione e la distruzione delle armi chimiche entro la metà del 2014.

Aprile 2014

Decine e decine di pazienti con problemi respiratori gravissimi erano arrivati all’ospedale locale dopo un attacco chimico a Kfar Zeita, un villaggio controllato dai ribelli. Secondo i gruppi di opposizione al regime, erano stati proprio gli elicotteri delle forze governative a sganciare le bombe chimiche, ricoprendo il villaggio con un fumo all’odore di cloro. La televisione di stato siriana aveva invece attribuito la responsabilità dell’attacco ad Al Nusra, gruppo terroristico siriano affiliato ad Al Qaeda.

Maggio 2015

Ad essere colpita questa volta è la città di Sarmeen, dove i civili avevano riportato fortissimi problemi respiratori. I soccorritori avevano denunciato la presenza di prove sempre più consistenti che dimostravano la violazione del diritto internazionale da parte del governo, con l’utilizzo di bombe al cloro.

«Conosciamo bene il suono dell’elicottero che vola a bassa quota e lancia bombe barili. Nessuno ha dei mezzi aerei tranne il regime», aveva dichiarato proprio al New York Times, Hatem Abu Marwan, uno dei soccorritori dei Caschi Bianchi.

I barili bomba sono in grado di sprigionare grandi quantità di gas che vanno a danneggiare i tratti respiratori e, in alcuni casi, possono causare la morte per soffocamento.

Il Consiglio di Sicurezza Onu aveva discusso l’adozione di una risoluzione per la creazione di un comitato che riportasse direttamente al segretario generale per determinare quale delle parti fosse responsabile per l’utilizzo delle armi chimiche.

Agosto 2015

Ad agosto dello stesso anno, l’organizzazione Syrian American Medical Society aveva dichiarato di aver ricevuto oltre 23 casi di persone che mostravano sintomi legati all’esposizione a sostanze chimiche, alcuni di questi erano stati associati all’attacco chimico nella città di Marea, secondo le Nazioni Unite, la responsabilità di questo però ricadeva sullo Stato Islamico.

Settembre 2016

Ad essere colpita con barili bomba carichi di gas al cloro è un’area di Aleppo.

Aprile 2017

Era stato definito l’attacco chimico peggiore degli ultimi anni, quello che aveva colpito lo scorso aprile Khan Sheikhoun, un villaggio nel nord del Paese, dove centinaia di persone erano rimaste ferite. Ilministro della sanità turco aveva confermato la presenza di gas nervino nel sangue e nelle urine delle vittime che erano state evacuate in Turchia. Gli Stati Uniti avevano risposto lanciando dei missili alla base di Al Shayrat, da dove erano partiti gli attacchi aerei, mentre Putin aveva negato che la paternità degli attacchi fosse riconducibile al governo siriano.

Aprile 2018

Sabato scorso, l’ultima esplosione: decine di siriani sono rimasti uccisi a Douma. Secondo i Caschi Bianchi e la Syrian American Medical Society, oltre 500 persone si sono rivolte ai presidi medici riportando «sintomi che indicano un’esposizione agli agenti chimici». I sintomi comprendono problemi respiratori, eccessiva salivazione e bruciore agli occhi. Secondo i soccorritori le vittime sarebbero almeno 50.


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