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800mila rifugiati Rohingya colpiti dalle piogge

A pagare il prezzo più caro nei campi profughi di Cox’s Bazar, in Bangladesh durante la stagione dei monsoni, sono i bambini che rischiano di separarsi dalle proprie famiglie e di ammalarsi gravemente

di Redazione

Le prime piogge battenti stanno già cadendo su Cox’s Bazar e stanno peggiorando le già precarie condizioni nei campi profughi dove vivono quasi 800.000 Rohingya. Dopo le piogge di ieri, questa mattina si è verificato un altro intenso rovescio, tipico, insieme agli uragani, della stagione pre-monsonica che precede i veri e propri monsoni attesi in Bangladesh tra maggio e giugno.

“Come temevamo, questo primo diluvio ha avuto gravi conseguenze nei campi, con le zone più basse che si sono immediatamente allagate rendendo difficoltoso l’accesso, il fango ha invaso molti spazi e si sono formate enormi pozze d’acqua,” ha dichiarato Daphnee Cook, portavoce di Save the Children a Cox’s Bazar. “Queste piogge annunciano le enormi difficoltà che le famiglie Rohingya, che si sono rifugiate qui per fuggire da brutali violenze in Myanmar, dovranno affrontare. Non solo devono vivere in condizioni terribili in campi sovraffollati dove dipendono unicamente dalle razioni di cibo per la sopravvivenza, ma ora si trovano esposti anche alle tempeste, che provocano allagamenti e smottamenti, e a un’inevitabile escalation delle condizioni di disagio”.

“Il peggioramento del tempo è particolarmente minaccioso per i bambini, che saranno ancora più esposti al rischio di ritrovarsi separati dalle loro famiglie o da chi si sta prendendo cura di loro, o di ammalarsi gravemente per le condizioni climatiche. C’è anche il rischio che diventi più difficile l’accesso a servizi vitali come le cliniche mediche, i centri per la nutrizione e gli spazi protetti per i bambini, che sono l’unico luogo tranquillo e felice per loro”.

Save the Children negli scorsi mesi ha intensificato le operazioni preventive per affrontare la stagione dei monsoni, distribuendo kit di rinforzo per i rifugi più a rischio, migliorando le infrastrutture per la canalizzazione dell’acqua e dei ponti, rinforzando i versanti più scoscesi delle colline, e fornendo ai bambini un braccialetto di identificazione e istruzioni dettagliate su come ritrovare i propri familiari se dovessero perderli. L’Organizzazione ha anche rinforzato le postazioni mediche e gli spazi protetti per i bambini, e alcuni di questi servizi sono stati resi mobili perché possano raggiungere chi non può spostarsi a causa delle conseguenze dei rovesci.

“Le agenzie umanitarie, delle Nazioni Unite e del governo stanno lavorando da mesi giorno e notte per preparare le comunità locali ad affrontare l’emergenza e ora che si sono abbattute le prime piogge si stanno già mettendo in atto gli interventi necessari. I team di Save the Children sono pronti a fare tutto ciò che serve a Cox's Bazar per offrire alle famiglie Rohingya e alle comunità locali che le ospitano tutto il supporto di cui hanno bisogno", ha proseguito Daphnee Cook. "Nei prossimi mesi saremo costretti ad assistere regolarmente a piogge violente che porteranno a ulteriori difficoltà, distruggeranno i rifugi delle persone, allagheranno le strade e renderanno estremamente difficile l'accesso ai campi. E se una tempesta violenta dovesse abbattersi sui campi, la situazione sarebbe a dir poco disastrosa. È quindi più che mai importante e urgente che la comunità internazionale rafforzi il proprio impegno e finanzi pienamente la risposta umanitaria prima che arrivi la parte peggiore della stagione dei monsoni. Chiediamo anche che le famiglie Rohingya più a rischio che vivono nelle aree maggiormente esposte a frane o inondazioni possano essere ricollocate in zone più sicure a Cox's Bazar”, ha concluso Cox.