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“Vapulì”, un progetto di vera integrazione

Fare sistema oltre l'accoglienza. A Corato, in provincia di Bari, è nato l'innovativo servizio a domicilio con un macchinario a vapore che permette di eseguire il lavaggio di auto senza inquinare. I due addetti sono un italiano e un ragazzo originario della Costa d’Avorio: Adriano e Claude

di Redazione

Sono amici oltre che colleghi, Adriano e Claude. Nato a Corato in provincia di Bari il primo, originario della Costa d’Avorio il secondo. Le loro strade si sono incrociate perché entrambi partivano dal grande desiderio di trovare un lavoro stabile. La risposta, sia per l’uno che per l’altro, è arrivata grazie a “Fare sistema oltre l’accoglienza”, un «programma di inclusione per persone in condizioni di vulnerabilità». Nato nel 2016, in seno alla Ong di ispirazione cattolica denominata "Amu – Azione per un Mondo Unito", il programma ha come scopo «l’inserimento di giovani e adulti, minorenni e maggiorenni, stranieri ed italiani in contesti socio-lavorativi esistenti sul territorio».

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“Fare sistema oltre l’accoglienza” si basa sulla «creazione di una vera e propria rete nazionale, fatta di famiglie, aziende, associazioni ed anche istituzioni che possano interagire, cooperare e facilitare l’inserimento dei più deboli all’interno della società».

A Corato è la Fondazione Vincenzo Casillo ad aver aderito alla rete: con la Arc En Ciel srl (guidata d Cosimo Zanna, Angela Ventura e Giovanni Vita) ha avviato il servizio a domicilio “Vapulì” ed ha assunto Adriano e Claude. Dopo aver frequentato un corso di formazione a Milano, entrambi sono in grado di utilizzare un macchinario a vapore che permette di eseguire il lavaggio di auto ed altre superfici senza generare acque reflue e senza inquinare.

Adriano e Claude trascorrono insieme molte ore della giornata perché, oltre al lavoro, ci sono le partite di calcio: entrambi hanno scoperto la bellezza che c’è in ognuno, sono riusciti a riempire di senso la parola “integrazione”. Visto questo risultato, l’obiettivo di Arc En Ciel adesso é quello di formare presto un’altra squadra come la loro, di creare altre occasioni di lavoro e di indipendenza.

La consapevolezza di poter contare sempre l’uno sull’altro, come raccontano nella videointervista, è ormai la base del loro rapporto: «Claude è davvero una persona di cuore», dice Adriano, con occhi sinceri. Ha affrontato i pericoli della Libia e poi il mare aperto per arrivare in Italia sul barcone. In Costa d’Avorio ha lasciato suo padre, la sua mamma purtroppo non c’è più. Di sogni da realizzare, come Adriano del resto, ne ha ancora tanti. Intanto però, guarda il cielo con un sorriso e da cristiano confessa: “spero in Dio”.

Fonte e copyright foto: CoratoLive.it