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Jointly: il Welfare Aziendale che aumenta la fiducia nel futuro

Dal Primo Social Impact Report di JOINTLY-Il welfare condiviso in partnership con BDO Italia su Push To Open, il programma di avvicinamento dei ragazzi al mondo del lavoro, risulta che grazie al percorso di orientamento 1 ragazzo su 3 ha acquisito maggior fiducia nei confronti del ‘Sistema Paese’ e l’82% ha le idee più chiare sul futuro

di Ottavia Spaggiari

Orientare i ragazzi al mondo del lavoro riduce i costi sociali e alimenta la fiducia nel “sistema Paese”. È questo il risultato del primo Social Impact Report relativo a Push To Open, il progetto di welfare aziendale dedicato all’università e al lavoro sviluppato dalla startup a vocazione sociale JOINTLY.

«L’orientamento è stato uno dei primi servizi che ci sono stati chiesti per offrire un sostegno ai dipendenti con figli adolescenti», spiega Francesca Rizzi, CEO di JOINTLY. «L’incertezza sul futuro dei propri ragazzi è uno dei temi più sentiti e, allo stesso tempo, ancora poco trattati a livello di welfare aziendale, per questo c’è stata la volontà di dare una risposta strutturata alle famiglie».

16 le aziende che hanno reso possibile lo svolgimento del Programma quest'anno: Associazione lavoratori Intesa Sanpaolo, AstraZeneca, AXA, Bper, Coopservice, Credit Agricole, Enel, ENI, Ferrovie dello Stato Italiane, Invitalia, Orizzonti NR, Ricoh, SACE (Gruppo CDP), SEA, UniCredit Group, Unipol Group.

Un’iniziativa sviluppata lavorando su due binari per aiutare i figli, coinvolgendo anche i genitori.

Da un lato 4 mesi di accompagnamento indirizzato ai ragazzi tra i 17 e i 18 anni negli ultimi due anni delle superiori e dall’altra un percorso studiato per offrire ai genitori gli strumenti necessari ad affiancare i figli in una fase di vita molto delicata.

«Oggi l’80% dei ragazzi non sa quali sono le competenze più richieste e solo 1 giovane su 4 sceglie la facoltà universitaria pensando alle reali possibilità occupazionali», continua Rizzi. «L’orientamento è fondamentale per acquisire una maggiore conoscenza delle dinamiche del mondo del lavoro e fare una scelta consapevole per il proprio futuro».

Un percorso, quello di Push To Open, che ha coinvolto 4.500 ragazzi in tutta Italia in soli tre anni. «L’80% del programma è stato impostato su un modello di community based learning, per cui su una piattaforma online i ragazzi hanno accesso a strumenti che li aiutano a definire meglio le proprie attitudini, passioni e i punti di forza, acquisendo inoltre informazioni dettagliate per leggere meglio il contesto professionale su cui dovranno affacciarsi tra qualche anno». Online i ragazzi hanno anche la possibilità di conoscersi e confrontarsi via chat, mentre l’ultima tappa consiste in un workshop ospitato dalle aziende. «Grazie ad un’organizzazione interaziendale siamo stati in grado di organizzare questi laboratori in tutta Italia», spiega Rizzi, sottolineando che da iniziativa aziendale, nell’ultimo anno il programma è diventato un progetto di welfare comunitario. «L’iniziativa è stata allargata anche alle scuole del territorio, in un’ottica di welfare condiviso, come propone anche il nostro stesso nome».

Il mondo del lavoro sta subendo una veloce e complessa trasformazione: alcune professioni non esistono più, ma ne esistono di nuove. Essere informati sulla realtà delle cose è fondamentale per fare scelte consapevoli e sentirsi più sicuri.

Francesca Rizzi

Dai test attitudinali, alle lezioni di personal branding, fino alle testimonianze concrete di professionisti e imprenditori, tre sono gli obiettivi di Push To Open: «Li abbiamo definiti le tre C: chiarezza, consapevolezza e capacità di scelta, perché chi ha maggiori strumenti per fare una scelta consapevole, ha maggiore possibilità di successo, diminuisce la probabilità di cambiare il percorso di studi e di abbandonare l’università, riducendo i costi per la famiglia e gli studenti, così come la possibilità di diventare NEET (not engaged in education, 
employment or training)». Fondamentale anche la formazione destinata alle mamme e ai papà. «I ragazzi hanno un’età per cui i genitori continuano ad avere un grado di influenza alto sui figli, eppure il contesto è cambiato moltissimo da quando loro sono entrati nel mondo del lavoro, per questo abbiamo strutturato un percorso di approfondimento». Anche i genitori infatti hanno a disposizione strumenti online e tre workshop da due ore ciascuno completi di sostegno di counselor e psicologi che li aiutino a capire come mostrarsi presenti nella scelta, senza però interferire.

Un programma, Push To Open, che ha soddisfatto figli, genitori e aziende. Dal Social Impact Report di JOINTLY realizzato in partnership con BDO Italia, infatti, risulta che l’orientamento ha avuto un impatto positivo sulla scelta rispetto al percorso da intraprendere per l’82% dei ragazzi, mentre il 60% dei genitori ha aumentato il tasso di fiducia nei confronti della propria azienda.

Positivo anche il il rapporto costo-beneficio rispetto ad altre iniziative in campo, sia pubbliche che private: nell’anno 2017/2018 per l’attuazione di Push To Open sono stati investiti oltre 500mila euro di risorse (circa 255€ per studente), ma la percezione del valore economico attribuito al programma da parte dei dipendenti è pari a 2 volte il valore economico investito (255€). Non sono però questi i soli risultati raggiunti dall’iniziativa. «Dal report risulta che attraverso il programma 1 ragazzo su 3 ha acquisito maggiore fiducia nel sistema-Paese inteso a livello sociale, economico e culturale e nelle proprie prospettive future», spiega Rizzi, «questo forse è il dato più importante. Spesso i ragazzi hanno una percezione del contesto più negativa di quanto non lo sia realmente. Il mondo del lavoro sta subendo una veloce e complessa trasformazione: alcune professioni non esistono più, ma ne esistono di nuove. Essere informati sulla realtà delle cose è fondamentale per fare scelte consapevoli e sentirsi più sicuri».


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