Cooperazione & Relazioni internazionali

Oxfam: «In Siria cresce l’emergenza ma calano gli aiuti»

L'ong critica il risultato della sesta conferenza di Bruxelles sulla crisi siriana: "impegni insufficienti dalla comunità internazionale a sostegno della risposta umanitaria. Nessun reale passo avanti per la soluzione del conflitto, né per il resettlement dei 5,6 milioni di siriani fuori dal Paese, nonostante l’85% dei minori siriani registrati come rifugiati viva sotto la soglia di povertà"

di Redazione

Dalla comunità internazionale ancora una volta non è arrivato ciò che serviva davvero per garantire un futuro al popolo siriano. E’ la denuncia diffusa da Oxfam all’indomani della sesta conferenza di Bruxelles sulla crisi.

“Nonostante le preoccupazioni espresse dai diversi governi a Bruxelles per la crescente ondata di violenze in Siria, le dichiarazioni di intenti non si tradurranno in azioni sufficienti a lenire l’indicibile sofferenza che questa guerra continua a causare a centinaia di migliaia di famiglie dentro e fuori la Siria", spiega detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. "L’impegno dei paesi più ricchi del mondo a sostegno della risposta umanitaria resta ancora tragicamente inadeguato, sia verso gli oltre 13 milioni di persone che dipendono dagli aiuti umanitari all’interno del paese, che per i 5,6 milioni di rifugiati scappati in Libano, Giordania, Iraq e Turchia. Nonostante crescano i bisogni dei siriani, sono oltre 700 mila gli sfollati dall’inizio dell’anno nel Paese, nel complesso gli stanziamenti per la risposta umanitaria saranno decisamente meno di quelli impegnati l’anno scorso".

Per quanto riguarda l’Italia, "anche se si registra un sensibile aumento dei fondi donati con un impegno per il 2018 di 48 milioni di euro, siamo ancora ben lontani dallo sforzo effettuato da altri paesi europei, come ad esempio i 104 donati dalla Francia o addirittura gli 829 donati dalla Germania”. Il tutto mentre la pace in Siria sembra restare un lontano miraggio. “Come se non bastasse, nel corso della Conferenza, non è stato fatto nessun significativo passo in avanti per l’avvio di un vero processo di pace", conclude Pezzati, "mentre il peso dell’accoglienza dei profughi siriani resta sulle spalle dei paesi vicini alla Siria, nel quasi totale disinteresse dei paesi ricchi che al momento stanno ospitando solo il 3% dei siriani costretti a lasciare il proprio paese a causa della guerra. Sebbene al momento l’85 per cento dei bambini siriani registrati come rifugiati viva al di sotto della soglia di povertà”.


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