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Incontri in nove città per dire che l’adozione è una cosa meravigliosa

Cos’è l’adozione? Un’officina dei miracoli. Ne è convinta Ai.Bi. che nel mese di maggio girerà l’Italia per incontrare le famiglie e far scoprire a tutti che l’adozione...è una cosa meravigliosa. Testimonianze e proposte per il rilancio delle adozioni internazionali

di Redazione

Cos’è l’adozione? Un’officina dei miracoli. Ne è convinta Ai.Bi. che nel mese di maggio girerà l’Italia per incontrare le famiglie e far scoprire a tutti che l’adozione… è una cosa meravigliosa. È proprio questo il titolo del tour nazionale 2018 che parte il 10 maggio da Milano: un viaggio per sensibilizzare le famiglie sull’adozione, un’opportunità per chi cerca informazioni, vuole ascoltare testimonianze, scoprire come si può accogliere un bambino abbandonato, come funziona l’iter adottivo e quanto costa, in quali Paesi del mondo si può adottare e conoscere le iniziative che Ai.Bi. propone per rivoluzionare il sistema dell’adozione internazionale.

Il primo appuntamento è per giovedì 10 maggio a Milano: alle ore 17 (sede di UBI Banca, via Monte di Pietà, 5) il Presidente di Ai.Bi., Marco Griffini avvierà il tour con un intervento sul tema ‘Dalla crisi alla rinascita: l’adozione un bene per tutti’. Con lui ci saranno anche Nino Sutera, presidente del Forum delle associazioni familiari della Lombardia, la testimonianza di una coppia adottiva e quella di Marco Carretta, figlio adottivo. Verrà anche proiettato il cortometraggio ‘Sulla poltrona del Papa’, di Cristiana Capotondi. Nei giorni a seguire altre nove città parleranno di adozioni internazionali, tramite gli open day delle sedi di AiBi sparse lungo lo Stivale, da Bolzano a Barletta (qui il calendario degli eventi).

I dati: dalla crisi può partire il rilancio

Secondo l’Unicef (dati 2016) ci sono nel mondo circa 140 milioni di minori orfani, che crescono senza famiglia, con 5 milioni di nuovi bambini abbandonati ogni anno. Eppure, i dati delle adozioni internazionali in Italia parlano di un calo: dalle 3.154 del 2011 si è passati alle 1.168 del 2017 (fonte: Commissione Adozioni Internazionali), una diminuzione del 60,4% in sei anni, con circa 500 coppie in meno disponibili all’adozione ogni anno. Non solo: sono crollate anche le cifre medie del conferimento incarichi, che nel 2011 erano pari a 2.816 e nel 2017 si sono attestati a circa mille(-64,5 per cento). Nel contempo, i tempi medi necessari per concludere un’adozione internazionale sono passati in media dai 2,08 anni del 2011 ai circa 3 anni del 2017 (+44,2 per cento). Oggi, i 62 enti autorizzati in Italia hanno in tutto in carico appena 3.327 coppie.

Perché accade tutto ciò? Perché una coppia che si vede nel cuore come madre e padre di un bambino non suo, non viene adeguatamente considerata dalle istituzioni nel suo essere una risorsa per un bambino abbandonato? Spesso questa coppia si sente ‘selezionata’ e non accompagnata; c’è poi una cultura negativa dell’adozione che ha preso piede nel nostro Paese, attingendo in parte a campagne diffamatorie, descrizioni parziali o non realistiche o, ancora, al silenzio dei media riguardo alla scelta adottiva; inoltre, l’adozione oggi viene gestita piuttosto come una ‘pratica processuale’ che come un vero e proprio ‘atto di accoglienza. Infine l’adozione internazionale èl’unica forma di genitorialità totalmente a carico delle coppie: non esiste, infatti, un sostegno economico che le incoraggi a sceglierla, né interventi significativi dell’Autorità Centrale per incidere sui costi praticati dagli enti autorizzati.

Proprio da qui Ai.Bi. intende ripartire. Vuole rilanciare l’adozione internazionale, facendone conoscere la bellezza ma anche proponendo novità concrete e importanti: una riforma ‘culturale’ che trasformi la ‘selezione’ delle coppie in un reale e rassicurante accompagnamento; una riforma sostanziale dell’iter che va semplificato e reso più breve; la promozione di tutte le iniziative possibili affinché le procedure adottive siano sempre più trasparenti e perché il Governo che verrà possa finalmente garantirne la gratuità.

«È un obiettivo grande e impegnativo, ma ce lo chiedono i milioni di bambini che gridano il loro bisogno di una mamma e un papà mentre attendono di veder spuntare sulla porta di un istituto i volti e i sorrisi emozionati della famiglia che hanno sempre sognato», sottolinea Marco Griffini, presidente di AiBi. «L’urgenza del cambiamento culturale che deve accompagnarsi alla riforma del sistema delle adozioni internazionali rappresenta un’opportunità da cogliere al meglio, tornando a far vedere alle famiglie italiane che adottare è possibile e meraviglioso e che chi ha fatto questa scelta ha realizzato il proprio sogno: diventare un genitore felice».