Cooperazione & Relazioni internazionali

Mauritania: in 600mila a rischio insicurezza alimentare

Dopo la crisi del 2012, una nuova siccità minaccia la popolazione, con il 54% di persone che rischiano la fame in più rispetto al 2017. E nonostante l’emergenza, gli aiuti della comunità internazionale sono diminuiti del 19%

di Redazione

"La popolazione non si è ancora ripresa dalla crisi del 2012 e già una nuova siccità sta mettendo in pericolo la Mauritania: la stagione della fame del 2018 interesserà il 54% in più di persone rispetto al 2017. La siccità, che ha prosciugato i terreni da pascolo molto prima del solito e ha drasticamente ridotto la produzione di latte e prodotti caseari, e l'aumento dei prezzi del bestiame – in un Paese in cui l'allevamento è il principale mezzo di sussistenza – sono i fattori scatenanti di questa situazione critica," spiega da Nouakchott Elena Vicario, direttrice di Azione contro la Fame in Mauritania. Nonostante l'aumento dei bisogni, i finanziamenti al Paese sono leggermente diminuiti (-19%) rispetto all'anno precedente.

Rifugiati maliani: una crisi nella crisi

La carenza di cibo e l'aumento del suo prezzo sul mercato non riesce a fermare i maliani in fuga dalla violenza: "Nel campo di Mberra ci sono circa 56.000 rifugiati, la metà dei quali sotto i 18 anni, in una situazione critica: è stato coperto solo il 6% dell'appello umanitario per i rifugiati in Mauritania, che dipendono completamente dall'assistenza alimentare," continua Vicario.

Una risposta umanitaria in lotta contro il tempo

Sebbene l'allerta sia stata lanciata a novembre 2017, la comunità umanitaria sta lavorando a una risposta di emergenza per prevenire un aumento della mortalità infantile a causa della fame: "Abbiamo progettato un intervento coordinato con l'équipe umanitaria nel Paese, così come con il governo mauritano, che si concentra sulla sicurezza alimentare, sulla nutrizione e sui mezzi di sussistenza nelle regioni più vulnerabili ".

"La distribuzione di denaro sta diventando una delle risposte di emergenza più efficaci perché permette di assister un numero maggiore di persone rispetto alla distribuzione di cibo. Inoltre, questo tipo di risposta rafforza la dignità delle persone colpite, che in questo modo possono decidere che priorità dare ai loro bisogni e utilizzare gli aiuti con maggiore flessibilità," spiega Hélène Pasquier, responsabile della sicurezza alimentare di Azione contro la Fame.

Una crisi annunciata

Azione contro la Fame ha lanciato l'allarme alla fine del 2017, quando i sistemi di informazione geografica dell’organizzazione hanno rilevato gravi anomalie nei pascoli nel sud della Mauritania e nel nord del Senegal. Il successivo monitoraggio dei prezzi del grano, del bestiame e delle materie prime nei mercati hanno confermato le previsioni. "Ora le conseguenze cominceranno a farsi sentire sulle persone, specialmente tra i bambini più piccoli, verso i quali la risposta umanitaria dovrebbe essere il più rapida e ampia possibile," conclude Vicario.

Azione contro la Fame lavora in Mauritania dal 2007, sia con interventi di sviluppo a sud per ridurre la vulnerabilità strutturale delle popolazioni, sia nella prevenzione e cura della malnutrizione nel sud e nell'est del Paese. Lavora anche nel campo profughi di Mberra, al confine con il Mali, con programmi di accesso all'acqua potabile e servizi igienici.

Foto: Oxfam International


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