Cooperazione & Relazioni internazionali

In Sud Sudan è carestia: 1 persona su 2 è senza cibo

Nell’est del paese esaurite le scorte alimentari dopo 4 anni di guerra civile e le alluvioni che hanno devastato i raccolti. Appello urgente alla comunità internazionale per scongiurare la carestia nel resto del paese e arrivare alla pace

di Redazione

Dopo quattro anni di guerra civile, le scorte alimentari in Sud Sudan sono esaurite e metà della popolazione, circa 5 milioni di persone, sta rimanendo senza cibo, mentre in alcune aree del Paese 1 famiglia su 5 è già colpita dalla carestia. È l’allarme diffuso oggi da Oxfam, che lancia un appello per un’azione immediata che impedisca a milioni di persone di morire letteralmente di fame.

Dobbiamo mangiare erbacce per sopravvivere”

L’emergenza è particolarmente grave nella parte orientale del paese, devastato dal conflitto. A Pibor, nello stato di Boma, l’intensificarsi degli scontri, l’impatto di alluvioni e parassiti che hanno devastato i raccolti, stanno facendo crollare la disponibilità di cibo. Inoltre con l'arrivo della stagione delle piogge, gran parte degli aiuti alimentari dovranno essere trasportati dalla capitale Juba, rendendo ancor più difficile soccorrere la popolazione nelle aree che rischiano di rimanere isolate.

“Il Sud Sudan si trova di nuovo sull’orlo della catastrofe – ha dichiarato Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Nonostante lo sforzo profuso dalla comunità internazionale e dalle organizzazioni umanitarie nell’ultimo anno per salvare vite, l’impatto di una guerra di cui non si intravede la fine e la scarsità degli ultimi raccolti ha esaurito le scorte alimentari e il prossimo raccolto non ci sarà prima di luglio. A Pibor le persone ci hanno raccontato di essere costrette a mangiare erbacce nocive per la salute, per non morire di fame. Non possiamo aspettare una formale dichiarazione dello stato di carestia per intensificare l’intervento in soccorso della popolazione, perché le persone stanno morendo adesso.”

L’emergenza peggiora di settimana in settimana, con oltre 1 milione di bambini sotto i 5 anni che in tutto il paese sono colpiti da malnutrizione acuta. “Finora gli sforzi della comunità internazionale hanno arginato il dilagare della carestia – aggiunge Pezzati – ma i bisogni tra la popolazione crescono a un ritmo tale che Oxfam e le altre organizzazioni umanitarie sul campo fanno fatica a tenere il passo. Per questo è necessaria un'azione immediata per salvare vite a Pibor e in tutto il Sud Sudan”.

Senza pace, lo spettro della catastrofe umanitaria

Nel frattempo anche l’ultimo tentativo di colloqui di pace ad Addis Abeba la settimana scorsa è fallito e non si è arrivati ancora a un accordo. Al momento l’intensificarsi del conflitto ha causato oltre 1,7 milioni di sfollati interni e quasi 2,5 milioni di uomini, donne e bambini costretti a fuggire dal paese in cerca di salvezza.

“Il protrarsi del conflitto costringerà ancora più persone ad abbandonare le proprie case, condannandole al rischio di violenze, malattie e alla fame – conclude Pezzati – La comunità internazionale deve usare ogni mezzo per arrivare ad una pace duratura. Senza, la situazione umanitaria rischia di continuare a peggiorare, fino alla catastrofe”.

La risposta di Oxfam

Oxfam sta soccorrendo 550mila persone a Pibor e in altre aree del Sud Sudan attraverso la distribuzione di cibo, acqua pulita e servizi igienici alla popolazione, per prevenire la diffusione di malattie come il colera.


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