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“Da vicino nessuno è normale” e Otello è un clown

Va in scena - al festival in corso all'ex Ospedale psichiatrico Pini di Milano - "Otello Circus". È la prima volta che in Italia un'opera lirica viene realizzata con attori, danzatori e musicisti in situazione di disagio sociale. Tra Verdi e Shakespeare, per la regia di Antonio Viganò un'opera da vedere, ascoltare e vivere grazie all'Orchestra AllegroModerato e il Teatro della Ribalta di Bolzano

di Antonietta Nembri

L’Italia è la patria della lirica, a Milano i melomani hanno il loro tempio, ma occorre andare al TeatroLaCucina dell’ex Ospedale psichiatrico Pini per assistere a una vera e propria prima. E non di un’opera qualunque, ma dell’Otello di Giuseppe Verdi. Nel prossimo weekend, venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 giugno, infatti all’interno del festival “Da vicino nessuno è normale” andrà in scena per la prima volta in Italia un’opera lirica realizzata con attori, danzatori e musicisti in situazione di “disagio sociale”. Stiamo parlando di “Otello Circus” con gli attori del Teatro la Ribalta e i musicisti dell’Orchestra AllegroModerato, per la regia di Antonio Viganò. «Abbiamo pensato all’opera di Giuseppe Verdi Otello perché si presta ad una riduzione sia musicale che teatrale» spiegano gli ideatori della performance lirica. «Quindi l’opera non in forma completa, che non sarebbe per noi realizzabile per chiari motivi logistici e organizzativi, ma una sua riduzione capace di restituire allo spettatore il dramma, il senso, i contenuti drammatici e musicali dell’opera».

In un vecchio circo – da qui il titolo “Otello Circus” – , dove tutto sembra appassito, Otello è costretto a rappresentare la sua personale tragedia. È la sua condanna, la pena che deve scontare per il suo gesto efferato ed omicida.
Su quella pista gli fanno compagnia gli altri personaggi dell’Opera di Verdi e Sheakespeare: Desdemona, Cassio, Jago, Roderigo ed Emilia, che si spartiscono le varie attività e mestieri del Circo: l’acrobata, il lanciatore di coltelli, l’equilibrista, l’inserviente, il domatore. Un grande Circo dei sentimenti umani, dove i personaggi dell’opera esibiranno le loro emozioni come delle prestazioni artistiche circensi. Possiamo così immaginare che Jago sia un lanciatore di coltelli, affilati come le sue parole, Desdemona l’equilibrista a cui non riesce nessun numero di equilibrismo, ingenua nel tentativo di tenere tutto insieme, Otello il Clown bianco, padrone del Circo, Cassio un clown augusto, Emilia una venditrice di popcorn. C’è il grottesco, il dramma, la fisicità dei personaggi, la vicinanza del pubblico e un clima surreale: tutti questi elementi sono gli ingredienti per questo Otello “ diverso”.


Immagini dalle prove di "Otello Circus" – foto Vasco Dell'Oro

«Ogni giorno, da anni, più volte al giorno, quella tragedia della gelosia si ripete e gli interpreti, oramai diventati personaggi consumati, deboli e fragili, sono incapaci di fermare quel circo dei sentimenti umani che porta alla tragedia» continuano gli ideatori. Un Circo che non è fuori dal mondo, perché in quel Circo, girano, invisibili, i fantasmi delle vittime di femminicidio, per cercare, invano, di interrompere quella giostra e per ricordare, a chi guarda, che l’amore che uccide è contro natura.

L’Otello, va sottolineato, dal punto di vista musicale è una delle poche opere “psicologiche” di Verdi, senza orpelli patriottici, storicistici e di maniera. La profondità introspettiva in musica dei personaggi è di grande forza e intensità, le arie sono vere e proprie radiografie dell’anima e degli umori più profondi. L’opera scuote la nostra sensibilità mostrandoci le passioni portate all’estremo, passioni riconoscibili da tutti e questo rende tutti attenti osservatori , arruolati nelle file della vita. Questa opera verdiana, giunge direttamente al nocciolo degli affetti e degli affari degli uomini perché racconta sentimenti, passioni contrastanti e opposte che attraversano ogni genere umano.

A portare sulla scena la rappresentazione sono l’Orchesta AllegroModerato e l’Accademia arte della diversità – Akademie Kuntst der verfarlt (del Teatro della Ribalta di Bolzano). AllegroModerato è un’orchestra sinfonica di cinquanta elementi composta da musicisti con disagio psichico, mentale e fisico e da musicisti professionisti. I musicisti di AllegroModerato si esibiscono in tutta Italia e all’estero, partecipando a numerosi concerti ed eventi di grande prestigio internazionale e ha in repertorio rielaborazioni di opere dei maggiori compositori sinfonici: Beethoven, Elgar, Dvorak, Gershwin, Grieg, Mahler, Mussorgski, Shostakovich, Saint-Saëns, Stravinskij, Verdi.

La complessità e la lunghezza di un’opera teatrale come l’Otello verdiano e la sua messa in scena hanno ovviamente posto vincoli e criteri specifici per la realizzazione musicale.
Quella pensata non sarà l’orchestra “da buca”, esterna ed estranea alla scena, ma sarà parte integrante e integrata dell’azione.

Il Teatro della Ribalta è una delle compagnie storiche del teatro italiano costituita dagli attori Michele Fiocchi e Antonio Viganò, che proprio a Bolzano curano la rassegna L’Arte della diversità. Nato dal laboratorio permanente con i ragazzi della Lebenshilfe, associazione onlus per persone con handicap, il progetto trova le sue linee programmatiche in una produzione teatrale attenta alla scrittura e alle forme del contemporaneo e nella scoperta della “diversità” come luogo privilegiato dove riscattare e dare voce alle alterità mute, contro ogni forma di omologazione o normalizzazione sociale e culturale.
Nella presentazione dello spettacolo si sottolinea il fatto che si tratta di: “Un “teatro delle diversità” e non il teatro dei diversi, che nasce dalla continua scoperta ed espansione di una diversità – quella del teatro – verso e sopra le altre diversità, etniche o sociali o culturali che siano”.

Lo spettacolo – un’opera lirico-teatrale ispirata alle opere di Giuseppe Verdi e William Shakespeare di Antonio Vigranò e Bruno Stori, andrà in scena al TeatroLaCucina ex Ospedale psichiatrico Pini via Ippocrate 45 venerdì 8 giugno e sabato 9 giugno alle ore 21,45 e domenica alle ore 17 nell'ambito del Festival "Da vicino nessuno è normale".
Info e prenotazioni olinda@olinda.org


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