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Famiglia & Minori

Due nuove professioni per trasformare il nido in una comunità educante

Sono l’Operatore di prossimità e il Sustainability Manager. La novità parte dai nidi e dalle scuole dell’infanzia coinvolti nell’innovativo progetto “Servizi 0-6: passaporto per il futuro”, promosso da Fondazione Mission Bambini in otto regioni e selezionato da Con i bambini nell’ambito del bando Prima Infanzia

di Sara De Carli

Nei nidi e nelle scuole dell’infanzia arrivano due nuove figure professionali, l’Operatore di prossimità e il Sustainability Manager. La novità parte dai nidi e dalle scuole dell’infanzia coinvolti nell’innovativo progetto “Servizi 0-6: passaporto per il futuro”, promosso da Fondazione Mission Bambini in otto regioni e selezionato da Con i bambini nell’ambito del bando Prima Infanzia. Si tratta di due figure strategiche per trasformare i nidi e i servizi per l’infanzia in veri e propri nidi di comunità, nodo attivo di una comunità educante, che promuova la partecipazione attiva di tutti i soggetti della comunità alla sfida dell’educare.

“Servizi 0-6: passaporto per il futuro” è un progetto che rappresenta l’evoluzione dell’esperienza più che decennale di Mission Bambini a sostegno ai servizi per la prima infanzia, che ha già contributo ad avviare o ampliare 100 nidi in tutta Italia dedicandosi non solo ai bambini ma anche ai loro genitori. Il progetto selezionato da Con i Bambini ha durata triennale e coinvolge 12 partner e 25 servizi tra nidi, spazi gioco e scuole per l'infanzia distribuiti in otto regioni d’Italia. L’obiettivo è offrire opportunità educative di qualità ad oltre 1.500 bambini di età 0-6 anni appartenenti a famiglie in difficoltà, creando 100 posti in più all’anno nei servizi coinvolti, estendendo le fasce di apertura, con maggiore flessibilità negli orari di apertura e di chiusura, offrendo almeno 60 ore in più all’anno, aumentando dal 25% al 40% la quota dei posti riservati a famiglie in difficoltà economiche, che pagheranno una retta agevolata.

«Ciascun partner ha un operatore di prossimità e un manager di sostenibilità, in alcuni casi si tratta di persone già interne all’organizzazione e in parte nuove. Hanno già fatto tutti incontri di formazione», spiega Alberto Barenghi. Di che cosa si tratta e perché inserire queste nuove figure? «L’Operatore di Prossimità ha il compito di far emergere i bisogni delle famiglie, che spesso hanno difficoltà ad utilizzare i servizi socio-sanitari del territorio. Sarà presente il mattino, al momento dell’accoglienza, conoscerà le famiglie e i loro bisogni, sul versante educativo ma anche a livello di bisogni sociali, abitativo, di lavoro. In più farà la mappatura delle realtà esistenti sul territorio, avrà relazione con tutti gli operatori territoriali e cercherà con loro soluzioni affinché la comunità educante che ruota attorno al nido riesca a risolvere i bisogni della specifica famiglia».

Una figura che nasce dalla convinzione che «se si lavora solo col bambino, sul piano educativo, e non si risolvono alla base i problemi che ha la famiglia e che sono le cause della povertà educativa, facciamo solo metà del lavoro. L’Operatore di Prossimità serve per andare a incidere sui fattori che creano la povertà educativa. È interessante che l’idea sia emersa durante un incontro di coprogettazione, ci siamo trovai tutti con bisogni comuni, è venuta fuori lì l’esigenza di figura che faccia da collante tra nido e territorio, che sappia far emergere le risorse da un lato e i bisogni inespressi delle famiglie dall’altro, perché spesso questi bisogni sono latenti, c’è la necessitò di dare consapevolezza». Accanto al lavoro di animazione del territorio fatto dall’Operatore di Prossimità, ci sono poi azioni di formazione rivolti ai genitori, declinati diversamente da ogni nido o servizio, dai gruppi di auto aiuto alle occasioni informali, come un corso di cucina o il the delle mamme che diventano momenti per parlare con le famiglie dei loro problemi, «perché è più semplice coinvolgere i genitori in un momento informale che non proponendo una serata di formazione strutturata».

L’altra figura introdotta dal progetto “Servizi 0-6: passaporto per il futuro” è il Manager di Sostenibilità. «Ha il compito di ridefinire mission e vision del servizio, per arrivare a strutturare la raccolta fondi, la ricerca di finanziamenti tramite bandi, le opportunità aggiuntive come il volontariato… il tutto nella prospettiva di favorire l’acceso di famiglie che possono pagare retta più basse. Nella nostra esperienza abbiamo sempre voluto finora che il 25% dei posti fossero per famiglie che non riescono a pagare la retta piena, è una percentuale che è difficile da superare perché c’è bisogno di un tot di famiglie che paghino la retta piena per garantire la sostenibilità del servizio», spiega Barenghi. «In futuro invece attraverso il reperimento risorse “altre”, che non siano solo delle famiglie, aumentiamo la possibilità di accogliere famiglie a retta ridotta. Il manager di sostenibilità non è solo un fundraiser ma una figura che mappa, ridefinisce la strategia di sostenibilità dell’organizzazione, non solo del servizio, vede se ci sono inefficienze, cercare convenzioni con enti pubblici o aziende del territorio, attiva la rete di volontari». Anche su questo, è dal 2010 che Mission Bambini prevede volontari negli asili nido, al fine di contenere le rette e sviluppare l'offerta: «il ragionamento ora procede non solo con volontari che possano fare ad esempio il riordino degli spazi, ma anche che aiutino l’organizzazione sul tema delle risorse, promuovendo un volontariato di competenze, che porti dentro l’organizzazione persone che possono aver contatti utili sul territorio. È una rivoluzione, perché si tratta soprattutto di enti molto piccoli che hanno poca dimestichezza con la raccolta fondi».

A monitorare il progetto c’è Fondazione Emanuela Zancan, che con ciascuno degli enti ha strutturato un piano operativo con scadenze e fasi realizzazione e una verifica quadrimestrale: «Ci sono quattro persone che propri in questi giorni stanno visitando tutti i partner per la verifrica del primo quadrimestre. Poi seguirà la valutazione di impatto». A partire dal 9-10 giugno, i nidi "solidali" sostenuti da Mission Bambini attraverso il progetto "Servizi 0-6: passaporto per il futuro” apriranno le loro porte a bambini, famiglie e donatori per farsi conoscere e coinvolgere le comunità.

Foto di Simone Durante. Ellen Hidding, amica e testimonial di Mission Bambini per la campagna #fattiGRANDE a sostegno dei servizi alla prima infanzia in Italia, ha di recente fatto visita al nido “Spago” di Scampia, a Napoli.


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