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L’Italia ha appena acquistato altri 8 F-35: che farà la ministra Trenta?

Un nuovo contratto fra il Pentagono e la Lockheed Martin, siglato il 25 aprile, comprende anche nuovi aerei per l'Italia. L'acconto che abbiamo già versato è di 10 milioni di dollari, ma il costo complessivo sarebbe di almeno 730 milioni. Il M5S prevedeva il taglio del Programma F-35

di Redazione

L’Italia ha ordinato almeno altri otto cacciabombardieri F-35. Lo rivela l’Osservatorio Milex. Lo scorso 25 aprile infatti il Pentagono ha siglato con Lockheed Martin un nuovo contratto che contiene anche l’ordine italiano per un nuovo pacchetto di cacciabombardieri F-35. Secondo Enrico Piovesa, l’esperto di Milex, «si tratta di un piccolo acconto da 10 milioni di dollari, relativo ai velivoli dei lotti produttivi a basso rateo (LRIP) 13 e 14, cioè almeno altri otto nuovi aerei: 6 nella versione convenzionale e 2 a decollo corto e atterraggio verticale». Ameno otto perché il più recente profilo di acquisizione reso noto l’anno scorso dalla Corte dei Conti dà dettagli per il Lotto 13 ma non per il 14, «che potrebbe essere composto da un numero pari o maggiore di velivoli».

Se l’acconto versato poche settimane è di dieci milioni di dollari, gli otto aerei complessivamente dovrebbero costare 730 milioni di dollari se si confida nelle previsioni, contestate da molti esperti del settore, della casa produttrice Lockheed Martin (85 milioni di dollari per la versione convenzionale e 110 per quella imbarcata); cifra che – continua Milex – sale a circa 1,3 miliardi di dollari secondo stime più realistiche (150 milioni di dollari per la versione convenzionale e 180 per quella imbarcata tenendo conto dei costi del motore e degli interventi correttivi di retrofit).

Con questi altri 8 esemplari di JSF, il totale degli F-35 finora acquistati dall’Italia sale almeno 26 macchine, di cui dieci già consegnate (nove all’Aeronautica e uno alla Marina). Il costo medio reale di ogni aereo è stato finora di circa 150 milioni di euro, ma per rendere pienamente operativi i velivoli pre-serie già consegnati (e quelli in prossima consegna) sarà necessario aggiornarne il software (elemento fondamentale per ottenere livelli operativi da battaglia, e dal costo rilevante) allo standard ‘Block 4’ spendendo all’incirca 40 milioni di dollari in più per ciascun aereo.

Il costo complessivo dei 90 cacciabombardieri F-35 che l’Italia prevede di comprare è di almeno 14 miliardi di euro (di cui 4 miliardi già pagati), cui vanno aggiunti almeno 35 miliardi di euro di costi operativi e di supporto logistico per i trent’anni di vita di questi aerei. Si calcoli dall’ultima relazione disponibile redatta dalla Corte dei Conti, il programma produrrà ricavi per l’industria (non per lo Stato) nell’ordine del 57% dei costi sostenuti (la metà di quanto previsto inizialmente), con una ricaduta occupazionale totale di circa 1.500 posti di lavoro, la gran parte (900) nella FACO di Cameri, di cui almeno 600 precari. Lontanissimi dai 6.400 posti di lavoro promessi inizialmente da Difesa e industria (oltre che da diverse forze politiche) e grossomodo un decimo rispetto alla stima iniziale di 10.000 lavoratori.

Il Movimento 5 Stelle, formazione della neo-ministra della Difesa Elisabetta Trenta, nel suo programma iniziale prevedeva il taglio del Programma F-35. Un primo segnale concreto in tal senso potrebbe venire già dal prossimo Documento Programmatico Pluriennale: l’ultimo, redatto sotto la Ministra Pinotti, prevedeva un esborso di 727 milioni per quest’anno, 747 milioni nel 2019 e 2.217 milioni tra il 2020 e il 2022.


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