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Scribit, il muro diventa interattivo

Un robot progettato da Carlo Ratti, che trasforma con disegni e scritte le pareti, trasformandole in lavagne. Con sbocchi possibili anche nelle scuole del futuro. Ora i suoi ideatori lanciano una campagna di crowdfunding, per far diventare realtà il prototipo

di Redazione

Un nome latino per un oggetto ultratecnologico. Non è un caso: Scribit è infatti un robot che rinnova l’antico bisogno dell’uomo di scrivere sui muri. Un bisogno che vive fino dalla preistoria.

«Scribit è un robot che permette di trasformare qualsiasi parete in quello che potremmo definire uno schermo a bassa frequenza di aggiornamento», spiega l'architetto Carlo Ratti, che con il suo studio ha lavorato allo sviluppo di questo progetto. «Abbiamo cercato di rendere l’esperienza d’uso di installazione da parte dell’utente il più intuitiva e facile possibile: servono due semplici chiodini sul muro e una presa per la corrente elettrica».

Scribit si muove lungo due sottilissimi cavi. Grazie ad uno speciale tipo di inchiostro termosensibile elettrica Scribit riesce anche a cancellare su qualsiasi tipo di parete. Naturalmente Scribit è sempre connesso ad internet: ciò gli permette di scaricare qualsiasi graphic design sia di nostro gradimento e di riprodurlo in pochissimo tempo.

Scribit rappresenta lo sviluppo di un lungo studio condotto da Carlo Ratti Associati: dall’installazione OSARCH alla Biennale del Design di Istanbul alla facciata del Future Food District all’Expo di Milano del 2015 – trasformata in un grande canovaccio dinamico (vinse il Guiness World Record come immagine più ampia mai disegnata con un plotter). Tutti questi progetti hanno un fil rouge comune: l’idea di lavorare all’interfaccia tra mondo fisico e digitale.

Ma Scribit per ora è un magnifico progetto, che con grande realismo vuole misurarsi con l’effettiva domanda di uno strumento come questo. Di qui l’idea di lanciare una campagna di crowdfunding, lanciata proprio oggi. «Una campagna di crowdfunding», spiega Carlo Ratti, «è uno strumento adatto per testare il mercato e iniziare a identificare la comunità di quanti possono essere interessati a sposare la nostra visione».

Poi Ratti si lancia in una previsione: «Penso che Scribit possa mutare il nostro modo di vivere alcuni tipi di informazione e dati, restituendo loro una dimensione analogica. Siamo curiosi di vedere fino a che livello i nostri utenti si spingeranno per trasformare muri e vetrate – normalmente dominati da grafiche statiche o schermi – giocando con la propria creatività».


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