Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

380 mila richieste per il reddito d’inclusione. E il Pd sfida il Governo: potenziamolo

Nei primi cinque mesi di operatività si è registrato un boom di domande: l’Inps ne ha accolte la metà. Il 67% degli assegni va al Sud. Intanto Elena Carnevali, deputata Pd, ha presentato una proposta di legge che propone «il raddoppio delle risorse da 3 a 6 miliardi di euro annui e porta ad estendere il numero di famiglie beneficiarie, che arriverebbe a circa 1 milione e 400 mila»

di Redazione

Tra gennaio e maggio, primi cinque mesi di operatività, le domande per il Rei – il Reddito di inclusione messo in piedi dal governo Gentiloni per combattere la povertà con un assegno massimo di 540 euro al mese (in media 300 euro) e un percorso di reinserimento sociale – hanno toccato quota 380 mila. Ma quasi la metà delle richieste, come riporta la Repubblica, è stata respinta dall’Inps, perché priva dei requisiti di legge. In particolare, quello reddituale calcolato nell’Isre (un pezzo dell’Isee) e che deve essere sotto i 3 mila euro. «Il dato certifica che lo strumento ha creato aspettative, al punto che molte persone povere, ma non così povere, l’hanno richiesto pur senza ottenerlo» , ha sottolineato Cristiano Gori, coordinatore dell’Alleanza contro la povertà. «Un motivo in più per allargare la misura».

Dal primo luglio in realtà la platea sarà selezionata in base ai soli criteri reddituali. Mentre decadranno quelli legati allo status famigliare, come la presenza di minori, disabili, donne in gravidanza o un disoccupato over 55. Questo garantirà un più facile accesso. Le domande respinte perché sin qui non ricomprese in queste tipologie saranno riesaminate. Ma i limiti di Isee e Isre resteranno.

L'idea di allargare lo strumento è però la stessa del Partito Democratico. La deputata Elena Carnevali ha infatti presentato in conferenza stampa alla Camera una proposta di legge in questo senso.

«È una sfida a chi ha sottoscritto il contratto 5 Stelle-Lega: invitiamo il governo Conte, se vuole agire su questo fronte, a non cedere alla tentazione di fare una “riforma nella riforma” ma a votare la proposta Pd che abbiamo presentato – e di cui chiediamo al più presto la calendarizzazione -, perché le riforme hanno bisogno di continuità e di stabilità», ha spiegato.

In cosa consiste la proposta? «Prevede il raddoppio delle risorse da 3 a 6 miliardi di euro annui e porta ad estendere il numero di famiglie beneficiarie, che arriverebbe a circa 1 milione e 400 mila, ovvero tutte quelle in condizione di povertà assoluta secondo l’Istat. Punta a incrementare gli importi del beneficio economico da 3 mila a 4 mila euro l'anno: secondo le prime stime una famiglia con figli potrebbe arrivare a percepire fino a 750 euro al mese».

Proponiamo il raddoppio delle risorse da 3 a 6 miliardi di euro, l'allargamento della platea dei beneficiari, l'aumento dell'importo del beneficio economico e la possibilità di usufruire dell'assegno di ricollacazione, che già esiste, anche per chi beneficerà del reddito di inclusione

Elena Carnevali

Il Pd propone poi che i beneficiari del ReI possano accedere all'assegno di ricollocazione previsto dal Jobs act anche se non in possesso dei requisiti richiesti.

Inoltre, per chi permane in situazioni di bisogno, attualmente dopo 18 mesi di fruizione il sostegno è rinnovabile per ulteriori 12 mesi solo dopo che ne siano trascorsi 6: «la nostra proposta di legge riduce da 6 a 2 mesi il periodo di sospensione necessario ai fini del rinnovo. A questo si aggiunge l'idea di rafforzare i fondi dedicati a servizi e interventi di natura sociale», aggiunge Carnevali.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA