Cooperazione & Relazioni internazionali

L’ONU provoca Putin e lo invita a ritirarsi dalla Transnistria

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 22 giugno ha approvato una risoluzione che invita la Russia a ritirare le sue truppe dalla Transnistria aggravando ulteriormente una situazione già molto tesa nel quadrante dell’Europa orientale che da oltre quattro anni vive già la guerra civile nell’Ucraina orientale

di Redazione

La Transnistria col suo 60% di popolazione slava (russi e ucraini), nei primi anni ‘90, prima del crollo dell’URSS, optò per la secessione dalla Moldavia temendo che l’ondata di nazionalismo moldavo avrebbe portato l’intero paese nelle braccia della Romania. Fu l’inizio di una guerra sanguinosa che si concluse solo con un accordo di cessate il fuoco nel luglio 1992. Da allora le truppe russe presidiano la regione come “forze di pace”. Nel settembre 2006 in Transnistria si è tenuto un referendum, dove il 97% della popolazione ha sostenuto l’adesione del Paese alla Federazione Russa. Tuttavia, il Paese si trova tuttora in una situazione “congelata” senza riconoscimenti internazionali nonostante la sua indipendenza “de-facto” dalla Moldavia.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella giornata del 22 giugno ha approvato una risoluzione che invita la Russia a ritirare le sue truppe dalla Transnistria. Il documento presentato dal governo moldavo è stato accolto per maggioranza di voti: 64 paesi hanno votato “sì”, 14 hanno votato “contro”, 83 si sono astenuti.

Nel documento viene espressa «profonda preoccupazione per il continuo dispiegamento del Gruppo Operativo delle forze e degli armamenti russi sul territorio della Repubblica moldava senza il consenso dello Stato stesso, membro delle Nazioni Unite».

Il presidente moldavo Igor Dodon, come riferito da RIA Novosti, è convinto che tale risoluzione danneggerà gravemente le relazioni con la Russia «il governo moldavo ha esposto alle Nazioni Unite l’iniziativa per il ritiro delle truppe russe dal territorio della Moldavia, solo esclusivamente per l’inasprimento della situazione nella Repubblica e per danneggiare le relazioni russo-moldave. La risoluzione non farà che peggiorare la posizione di Chișinău, anche dal punto di vista del raggiungimento, a breve, di una soluzione politica del conflitto transnistriano».

La posizione di Mosca
Secondo Mosca la risoluzione ONU sulla Transnistria non porterà a ulteriori progressi nei negoziati tra Chișinău e Tiraspol (capitale della Transnistria n.d.r.).

Dmitrij Polyanskij, vice rappresentante permanente della Russia presso l’ONU, ha affermato «mi dispiace per l’esito della recente votazione. C’è stata un’eccessiva politicizzazione proprio nel momento in cui si stava delineando un reale progresso tra Chișinău e Tiraspol». Il diplomatico ha inoltre lamentato il fatto che gli autori del progetto non hanno fornito ai delegati dell’Assemblea il ​​tempo necessario per studiare il documento e lavorarci sopra. Per tal ragione, alla riunione, la delegazione russa ha proposto di rinviare la discussione del documento alla prossima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite; tale iniziativa, purtroppo, non ha trovato sostegno.

Dmitrij Polyanskij ha poi aggiunto che «la Russia col suo contingente militare è pienamente fedele alla rigorosa applicazione del mandato e agli obiettivi dell’operazione congiunta di mantenimento della pace sul Nistro (o Dnestr, se pronunciato in russo, – il fiume che delimita il confine con la Moldavia n.d.r.). Motivi concreti per una modifica del formato tuttora in corso, purtroppo, non sono in esame».

Un “successo” per la Moldavia
Su posizioni diametralmente contrarie, ovviamente, il ministro degli Affari Esteri e dell’Integrazione europea della Moldavia Tudor Ulyanovskij, il quale, invitando Mosca a non reagire nervosamente, ha sottolineato come questa risoluzione delle Nazioni Unite rappresenti un “successo” del parlamento, del governo e dei suoi colleghi al ministero degli Esteri della Moldavia.

Il primo ministro moldavo Pavel Filip, a sua volta, ha definito la risoluzione adottata un “successo della diplomazia moldava”, un “evento storico” che, nel Paese, potrebbe diventare il più importante dal momento della sua indipendenza.

La reazione della Romania
Anche il ministero degli Affari Esteri della Romania ha accolto favorevolmente il provvedimento: «Accogliamo con favore l’adozione della risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sul ritiro completo e incondizionato delle forze militari straniere dal territorio della Repubblica di Moldavia», si legge in una sua nota su Twitter.

Il servizio stampa del dicastero degli Esteri ha inoltre puntualizzato che la Romania è “coautore” del progetto di risoluzione.

La reazione della Russia

Il ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa rilevando mancanza di unità nella dirigenza moldava in merito al documento (in considerazioni delle diverse posizioni espresse dal presidente Dodon e dal primo ministro Filip), avverte che la risoluzione potrà pregiudicare gravemente le relazioni russo-moldave. A tal proposito considera questa iniziativa come un’evidente mossa propagandistica da parte di Chișinău, che sta cercano di fomentare il sentimento anti-russo ​​per guadagnare consensi con l’approssimarsi delle elezioni parlamentari.

Tuttavia, il dicastero degli Esteri di Mosca sottolinea che la Russia conta sulla responsabilità dei partner internazionali per quanto riguarda qualunque azione nei confronti dei conflitti “congelati”, tra cui quello transnistriano. «Esortiamo ad evitare azioni distruttive, che, solamente, allontaneranno la prospettiva di una sua regolarizzazione. Sosterremo gli sforzi costruttivi di coloro che sono realmente interessati a una soluzione equa e praticabile politicamente del problema della Transnistria», ha riferito il ministero.

Il Gruppo Operativo di truppe russe attualmente dislocato nella regione è l’erede della 14° Armata dell’esercito sovietico che, trovandosi sul posto, dopo il crollo dell’URSS passò sotto direttamente giurisdizione russa. I compiti principali del Gruppo Operativo sono la missione di mantenimento della pace e la protezione dei depositi di armi e munizioni presenti nella Transnistria.

Questa risoluzione ONU non farà altro che aggravare ulteriormente una situazione già molto tesa nel quadrante dell’Europa orientale che vede da oltre quattro anni la guerra civile nell’Ucraina orientale e un progressiva aumento delle pressioni contro la Russia.


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