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Il Servizio nazionale universale di Macron partirà nel 2019

Presentati nel consiglio dei ministri d'oltralpe i principi e le linee d'azione del progetto di impegno che sarà in due fasi: la prima intorno ai 16 anni, la seconda entro i 25. Con l'obiettivo di far partire lo Snu entro la metà del prossimo anno a breve sarà anche lanciata una grande consultazione per evitare di proporre qualcosa che i giovani potrebbero rifiutare

di Antonietta Nembri

I principi del Servizio nazionale universale (Snu) francese sono stati presentati, mercoledì 27 giugno dal primo ministro d’oltralpe in consiglio dei ministri. E come si ventilava già qualche mese fa si tratta di un servizio che sarà obbligatorio (vedi news). Le linee guida prendono il la da quanto emerso dal gruppo di lavoro che ha presentato il suo rapporto a fine aprile. L’obiettivo finale è di far partire il servizio nazionale universale nel corso del 2019.
In una nota del consiglio dei ministri si legge che lo Snu sarà organizzato in due fasi distinte. La prima dovrà essere effettuata intorno ai 16 anni e avrà la durata di un mese al massimo. Una fase che si sottolinea «sarà vissuta da un’intera classe d’età qualsiasi sia l’origine, il sesso, l’ambiente o il territorio, questa fase comprenderà un’occasione di vita collettiva che permetterà a ciascun giovane di creare dei legami nuove e apprendere un nuovo modo di vivere in comune e di sviluppare la propria cultura di impegno per affermare il proprio posto e ruolo in seno alla società».

La seconda fase vedrà i giovani incoraggiati a impegnarsi volontariamente per un periodo di almeno tre mesi. La scelta sarà legata a difesa e sicurezza (impegno volontario in ambito militare, in polizia, gendarmeria, pompieri e protezione civile), o all’accompagnamento di qualcuno, alla difesa del patrimonio o dell’ambiente, o ancora un tutorato (un elenco questo che lo stesso comunicato dice non esaustivo). L’offerta delle differenti opportunità di impegno, civile o militare, integrerà i volontariati esistenti e le nuove proposte, comprese quelle che arriveranno dagli stessi giovani. Per esempio si legge “l’attuale servizio civico sarà uno dei mezzi per adempiere questa seconda fase dello Snu”.

Certo le condizioni concrete del servizio nazionale universale, avverte il primo ministro francese nella nota del consiglio dei ministri, dovranno essere precisate per rispondere al meglio agli obiettivi di amalgama sociale e di coesione repubblicana fissati da Macron. Ed è per questa ragione che il governo francese lancerà un’ambiziosa fase di consultazioni: sia sul territorio sia online con l’obiettivo di permettere la massima partecipazione sia dei singoli sia delle associazioni. In pratica si punta ad arrivare alla fine con una proposta che riesca a piacere al maggior numero di persone – soprattutto – giovani possibile.

Nel comunicato del consiglio dei ministri non si trova traccia però di quanto si può leggere in un articolo di lefigaro.fr nel quale si leggono alcune anticipazioni ricavate dal rapporto realizzato dal gruppo di studio degli scorsi mesi «il rifiuto di sottomettersi all’obbligatorietà potrebbe essere sanzionato con l’impossibilità di passare l’esame di guida, la maturità o i concorsi amministrativi, come suggerivano gli autori del rapporto Ménaouine».

In apertura foto di Remo Casilli/Ag.Sintesi


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