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Ue, Crestani: «L’egoismo vince sull’umanità»
La presidente di Ciai – Centro italiano aiuti all’infanzia, interviene sull’intesa raggiunta sulla questione migranti e firmata dai 28 leader europei che si sono riuniti oggi al Consiglio d’Europa. Nel suo intervento ribadisce il «dissenso a queste politiche egoistiche» e che «mettono in pericolo le vite di tante persone ed in particolare di tanti bambini e ragazzi soli»
di Redazione
«L’egoismo vince sull’umanità», Sono queste le prime parole di Paola Crestani, presidente di Ciai – Centro italiano aiuti all’infanzia sull’intesa raggiunta sulla questione migranti. E spiega: «Sembra essere questo il messaggio che ci arriva dal Consiglio d’Europa dopo l’intesa firmata oggi dai 28 leader europei sulla questione migranti. I Governi europei hanno trovato un compromesso tra le diverse posizioni che di fatto non sostiene l’Italia nell’accoglienza dei migranti (che verrà fatta dagli altri Paesi europei solo su base volontaria e solo per chi ha diritto d’asilo), limita l’azione delle Ong e lascia molto più spazio alla guardia costiera libica, aumentando cosi la probabilità che molte più persone muoiano in mare o che rimangano intrappolate o rimandate nell’orrore dei campi libici».
Crestani (nella foto) ricorda che: «Solo la settimana scorsa sono morte annegate nel Mediterraneo 220 persone, il maggior numero dall’inizio dell’anno e sono quasi 2000 le persone che durante lo scorso fine settimana sono state rimandate in Libia, avviate in centri di detenzione senza alcun processo legale. Conosciamo bene, perché documentati da varie fonti, gli orrori dei campi di detenzione libici, nonostante quello che si cerca di propagandare a livello governativo. Lo apprendiamo – sottolinea – anche dai racconti dei ragazzi che accogliamo a Palermo attraverso il progetto Ragazzi Harraga. Sono storie di orrori e sofferenze infinite che a volte neppure l’accoglienza attiva, l’assistenza di professionisti preparati e l’inclusione educativa e lavorativa offerte dal progetto riescono a lenire completamente».
Proprio per questo, insiste la presidente di Ciai: «Non possiamo stare zitti di fronte a tanta sofferenza. Torniamo a ribadire con forza il nostro dissenso a queste politiche egoistiche, non rispettose dei diritti umani e che mettono in pericolo le vite di tante persone ed in particolare di tanti bambini e ragazzi soli. Siamo convinti che l’unico modo per ridurre il numero di morti nel Mediterraneo e il numero di torturati sulle sue rive è quello di ristabilire dei canali regolari di accesso in Europa. Di questo hanno bisogno uomini, donne, ragazzi e bambini che scappano dai loro Paesi in cerca di una possibilità di salvezza, di questo ha bisogno l'Europa», conclude.
In apertura foto di Don Ross Lii/Unsplash