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Anche in Italia arriva il Taser. È davvero una soluzione?

Si inizierà con una sperimentazione in sei città (Milano, Padova, Reggio Emilia, Caserta, Brindisi e Catania) armando del nuovo strumento duecento agenti. Dopo la fase di sperimentazione entrerà nella dotazione delle forze dell’ordine. Ma non sono pochi i dubbi su questa novità. «Quando non sai chi hai di fronte e usi un’arma come quella rischi di fare un danno molto elevato», ha sottolineato il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury

di Lorenzo Maria Alvaro

Il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha annunciato che la sperimentazione del taser in Italia inizierà molto presto. E dovrebbe riguardare sei città (Milano, Padova, Reggio Emilia, Caserta, Brindisi e Catania) e circa duecento agenti. Una notizia che porta con sé opinioni discordanti, e che farà discutere ancora. Gli effetti di questo dispositivo, del resto, non sono innocui. E negli Stati Uniti hanno dato vita ad accesi dibattiti. Nel 2017 l’Onu ha classificato il taser come arma di tortura, e Amnesty International ha denunciato centinaia di morti a causa dell’utilizzo della pistola elettrica.

Il giro di affari
Il giro d’affari che ruota attorno ai taser è milionario. La Axon Enterprise, unica azienda produttrice di questa pistola elettrica, ha una capitalizzazione di mercato di circa 4 miliardi di dollari. La stessa azienda fino a poco tempo fa si chiamava Taser International, ma ha deciso di cambiare nome per un fatto di immagine. Secondo gli ultimi dati diffusi (che sono quelli relativi al 2016), la divisione di Axon che produce pistole elettriche vale il 76% delle entrate totali. Il 24% rimanente, invece, arriva dal nuovo business messo in piedi da Axon, quello relativo alle microtelecamere da installare su pattuglie e divise dei poliziotti. I taser, nel 2016, hanno portato nelle tasche di Axon 268 milioni di dollari. Oggi queste pistole sono usate in 107 Paesi in tutto il Mondo (tra questi Stati Uniti, Canada, Australia, Brasile, Nuova Zelanda, Kenya, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Repubblica Ceca e Finlandia) e costano in media 1.200 dollari l’una.

Come funziona?
Quando si preme il grilletto invece dei proiettili vengono sparati due piccoli dardi di metallo collegati entrambi a un filo. Una volta che i due punteruoli, che restano sempre collegati al filo, toccano l'obiettivo, una scossa di corrente passa da una puntale di metallo all'altro creando un'immediata paralisi dei muscoli. Non è necessario che i due dardi si infilino sotto la pelle, è sufficiente che tocchino i vestiti. Come altre armi il taser prende il nome dal suo inventore, infatti è l'acronimo di Thomas A. Swift's electronic rifle, il fucile eletrico di Thomas A. Swift.

I rischi
Il principale è l’uso molto più disinvolto rispetto ad altri armi in quanto considerata non letale. Amnesty International fa presente che sono circa 500 le persone decedute nel decennio 2001/2011 a causa delle conseguenze della scossa elettrica emanata da un taser. Secondo una stima pubblicata dall’agenzia di stampa Reuters che riporta dati fino al 2017, invece, le vittime da taser sono circa mille. Le persone a maggior rischio sono quelle con pregresse patologie cardiache, ma nessuno ha mai escluso che possano essere fatali su soggetti sani. Anche l’Onu, come dicevamo in apertura di questo pezzo, ha mostrato la sua contrarietà a questo dispositivo. Sull’utilizzo del taser in Italia non sono ancora chiari i termini di impiego. «Ci sono tantissimi casi in cui vengono usati al termine di un inseguimento e dunque quando la persona che viene colpita è in condizioni di stress», ha sottolineato il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury in un'intervista a Radio Popolare, «Il problema è che non sai chi hai di fronte. Quando non sai chi hai di fronte e usi un’arma come quella rischi di fare un danno molto elevato».


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