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La strategia retorica di Salvini. Per una tassonomia del suo linguaggio social

Non contano i fatti, neppure i numeri, conta la retorica ridondante e ripetitiva su pochi concetti chiave che fanno condensa di consenso, tramite toni caldi, schemi semplici, da rimandare a memoria. Una cosa è certa: l'approccio di Salvini è stato studiato attentamente. Ed è importante capirlo. Un tentativo di analisi

di Riccardo Bonacina

La diretta Facebook di ieri sera, 22 agosto, di Matteo Salvini con una maglietta dell’Associazione Nazionale Alpini incalzato da una vera e propria mobilitazione sul caso della nave della Guardia Costiera Diciotti ci dà lo spunto per provare a sviluppare una tassonomia della sua strategia retorica nell’uso dei social. Incalzato dai magistrati minorili, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, dal Consiglio Nazionale degli assistenti sociali, dalla stessa popolazione di Catania dove la Diciotti è ferma da giorni, incalzato dall’iniziativa del procuratore di Agrigento Patronaggio che ieri ha ordinato che dopo tanti giorni fosse fatta scendere la passerella per un’ispezione dopo aver aperto un fascicolo che contempla anche il sequestro di persona. Incalzato anche da figure istituzionali come il presidente della Camera Fico, e per via indiretta anche dal presidente del Consiglio Conte e dal Quirinale e da tanti parlamentari del Movimento 5 Stelle che hanno esternato i loro mal di pancia, oltre naturalmente dall’opposizione: tutti a chiedere, almeno, che i 29 minori fossero fatti scendere, ieri sera Salvini, dopo giorni di quasi silenzio, in una diretta Facebook di una ventina di minuti ha voluto rispondere a tanta pressione.

Una diretta Facebook (clicca sull'immagine se hai 20 minuti) in cui gli elementi della retorica e della strategia salviniana sono presenti tutti, una strategia retorica forte e completamente focalizzata che si basa su un breve elenco di elementi ricorrenti, ripetitivi sino all’ossessione: gli amici; i nemici; i valori; e, naturalmente, la difesa dei confini e lo stop all’immigrazione. Proviamo ad analizzarli.

Gli amici, le persone, sono sempre chiamate in causa. Le argomentazioni dei nemici si trasformano nelle lagnanze degli odiatori, i sussulti morenti della vecchia struttura di potere, quelli che hanno le ville, che vanno a Capalbio, che ostentano i Rolex, le euroburocrazie e l’Europa vigliacca. I valori sono allusi a toni severi ed edificanti, “da ministro, da papà, da italiano”, usando sempre le stesse formulazioni, con una coerenza estenuante. Si tratta di una retorica che non si preoccupa di fare i conti con i numeri reali e la realtà dei fatti, semplicemente ne prescinde, viaggia su un piano diverso quello della surrealtà. Non contano i fatti, neppure i numeri, conta la retorica rindondante e ripetitiva su pochi concetti chiave che fanno condensa di consenso, tramite toni caldi, schemi semplici, da rimandare a memoria.

Una cosa è certa: l'approccio di Salvini è stato studiato attentamente. Ed è importante capirlo per non perdere prima di dialettizzare. Il rapporto con il suo pubblico, sempre più in espansione è il suo vero lavoro, che sia tramite social o nelle piazze o pizzerie o balere, che sia con i selfie o con le dirette FB. Significativo che ieri sera durante la diretta Facebook, interrotto per una istante dalla figlia, Salvini dica: “Papà sta lavorando, sta parlando con un sacco di gente”. In effetti è proprio questa la sostanza del suo lavoro, altro che uffici del ministero, o pratiche burocratiche o accordi internazionali, leggi di stabilità, che importa tutto questo? Papà parla costantemente con la ggente.

1 "Amici". I seguaci, gli elettori e i sostenitori di Salvini si chiamano Amici, quasi sempre con la A maiuscola. "Buonanotte Amici, se sei dentro, io sono dentro." "GRAZIE per la vostra fiducia, Amici," "Ti amo e so che avrò bisogno di te." Il giorno dopo: " Amici, finalmente. Che giornata lunga, ora pizza!". Chiede ai suoi amici di rimanere coinvolti nella sua vita su Twitter:" Mi aiuterai a diffondere la parola?"; " Segui e commenta, se vuoi!"; " La nostra comunità è davvero forte, Amici!". E ancora come ieri sera nel testo che accompagna su Facebook e su Twitter la diretta: “Mi volete indagare? Indagatemi. Mi volete processare? Processatemi. Mi volete arrestare? Arrestatemi. Io non sono solo. Se mi arrestano, mi venite a trovare Amici? :-)”

2. "Nemici". Il personaggio Twitter di Salvini non si preoccupa mai dei suoi nemici: intellettuali e politici di sinistra. Usa le citazioni per proiettare la vergogna su quegli stessi nemici. Quando il settimanale L'Espresso pubblica una copertina aggressiva che illustra la sua mancanza di umanità, risponde, "E lo chiamano giornalismo". Anche quando un sacerdote esce contro di lui non è stupito: "Pregate per questo 'sacerdote' ne ha bisogno”. Manderà un sorriso a Yanis Varoufakis, o inizierà la giornata con un “Buongiorno a tutti, buonisti inclusi ". Buonisti è una parola molto usata, una categoria dei “nemici”, quelli che non capiscono, generalmente di sinistra. I buonisti sono gli ingenui, le "anime belle" della nostra era. Così ieri sera: “I buonisti di sinistra che vogliono i porti aperti a tutti, lo sanno che cinque milioni di Italiani vivono in povertà??? Prima gli Italiani. Il resto si vedrà”. Chiama i suoi critici “l'International of BITTER HATERS" [rosiconi], "che ha seguito una dieta costante di Maalox" fin dalle elezioni. Questo potrebbe sembrare un'eco intenzionale del capolavoro pre-presidenziale di Trump, del 2013: "Vorrei esprimere i miei migliori auguri a tutti, anche ai nemici e ai perdenti, in questa data speciale, l'11 settembre." Nei suoi Tweet, però, questa aggressione fluisce senza soluzione di continuità, con attenzione, persino con ponderazione, quasi con tatto. Delle invocazioni robotiche e goffe di Trump non ha niente. Trump non sembra mai un padre preoccupato, lui sì, anche quando risponde per le rime. Quando un idiota lo ha insultato in calce a un suo post su Instagram: "Cogl***, sei la vergogna dell'Italia". Il ministro dell'Interno, ha replicato: "Se mio figlio si rivolgesse così ad un'altra persona, due sberle non gliele toglierebbe nessuno. Cresci bene ragazzo, l'educazione arriverà, spero". E successivamente, su Twitter, Salvini ha rilanciato il botta e risposta: "Ho fatto male??", chiede. Ma la domanda, da papà, ovviamente è retorica.

3. Il Buonsenso. Salvini insiste su un insieme limitato e rassicurante: duro lavoro; supporto per la polizia; sovranità nazionale contro l'UE e la globalizzazione; guerra agli immigranti illegali, per lui l'unica fonte di criminalità e instabilità in Italia. Promette di "chiudere i porti" ed espellere gli alieni, "Ci assicureremo meno soldi e tempo per gli immigrati clandestini." Vuole che gli "affari vergognosi" dell'immigrazione clandestina diventino sempre meno "alle ONG corrotte che presumibilmente aiutano gli immigrati in Italia per lucro". Non rinuncia al suo ruolo di tutore della sicurezza, ma non è un "duro". "È solo BUONSENSO". Generalmente reso in maiuscoletto: BUONSENSO è il suo slogan più amato. "Il BUONSENSO è necessario", scrive quando afferma che l'Europa deve condividere il problema dei "non rifugiati" con Italia. Dice la sua buona fede twittando: "Tutti hanno il diritto di amare, crescere e costruire una famiglia nel paese in cui sono nati." Gli immigrati illegali devono andare a casa loro. "Mi sbaglio?". E ancora ieri sera sul caso Diciotti parla “Nel nome del BUONSENSO”, “L'Italia è un Paese dal cuore grande, perciò i bambini scendano subito da quella nave”, ammissione e invito arrivato fuori tempo massimo e solo dopo pazzesche pressioni, persino dalla magistratuta, ma fatto da “un papà” buono come tutti gli italiani.

4. Uomo forte e senza paura. Con il buonsenso e il cinguettio amichevole “da papà”, Salvini ha costruito con cura una bolla per non farsi bruciare quando spinge più in là le sue provocazioni retoriche. È come se con progressivi tweet Salvini stesse stuzzicando i suoi fan per determinare se, in effetti, siamo già entrati in un'era in cui è OK dire cose tabù, come insultare un giocatore per essere nato da genitori africani come ha fatto non troppo tempo fa con Balotelli. Ecco alcune delle cose che ha detto e che hanno offeso sia l'opposizione che tante persone e associazioni ma che non hanno alienato la simpatia dei suoi seguaci. "Abbiamo bisogno di tolleranza zero: espulsioni di stranieri clandestini, le nostre città devono ancora respirare l'aria della legalità, questo è il mio obiettivo". L'ipotesi è che gli italiani già pensano che la legalità sia scomparsa dalle nostre città in decadenza proprio per la presenza di immigrati. "Per proteggere i nostri cittadini dobbiamo proteggere i nostri confini". Salvini vuole sembrare forte, non pazzo. E vuole sapere se certe idee e pregiudizi sono pronti per entrare nel mainstream, vuole sapere se ciò che sino a ieri era inacettabile ora è diventato accettabile. Una volta ottenuta la sua risposta, può provare qualcosa di ancora più cattivo. Quando sulla rete televisiva Telelombardia, ha dichiarato che intendeva fare un censimento del popolo rom. "Gli immigrati illegali saranno mandati fuori dal Paese [.] I Rom italiani, purtroppo, dobbiamo tenerli." Questo è il punto. Ha inevitabilmente suscitato l'indignazione dei suoi nemici. Un tweet più tardi quel giorno: " Qualcuno parla di “shock”. Perché??? Io penso anche a quei poveri bambini educati al furto e all'illegalità." Questo tipo di affermazione è auto-rinforzante: è fatto solo per dimostrare che ha un posto nella conversazione normale, nella conversazione della classe media. Se una capotreno fa un annuncio shock "I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. Scendete perché avete rotto. E nemmeno agli zingari: scendete alla prossima fermata, perché avete rotto i c…", Salvini la difende: "Invece di preoccuparsi per le aggressioni a passeggeri, controllori e capitreno, qualcuno si preoccupa dei messaggi contro i molestatori… #Viaggiaresicuri è una priorità!", scrive su twitter il ministro dell'Interno.
Da metà giugno 2018 ad oggi ci sono stati almeno 11 episodi di aggressioni a stranieri nel nostro Paese, qualcuno anche al grido di “Salvini, Salvini”. E lui: “Emergenza razzismo in Italia? Non diciamo sciocchezze. Gli italiani sono un popolo con un cuore grande”, o ancora: “Aggredire e picchiare è un reato, a prescindere dal colore della pelle di chi lo compie, e come tale va punito. Ma accusare di razzismo tutti gli italiani ed il governo in seguito ad alcuni limitati episodi è una follia. Ricordo che i reati commessi ogni giorno in Italia da immigrati sono circa 700, quasi un terzo del totale, e questo è l’unico vero allarme reale contro cui da ministro sto combattendo”. E in nome di questo proclama “Io non ho paura”, non ha paura del Quirinale, del Presidente del Consiglio, della magistratura, figurarsi dell'Europa o dei poteri forti. Una congerie di nemici a cui magari poi addosserà la colpa dei suoi insuccessi.

Provvisoria conclusione. La xenofobia, così rischia di diventare ufficialmente un atteggiamento borghese. È difficile battere un fascismo così su misura per il momento presente, così ben adattato alle lacune nella copertura mediatica e alla debolezza dei movimenti popolari di opposizione. Roberto Saviano è una delle poche figure italiane che prova a reagire. Quando il giornalista criticò Salvini sul Guardian, Salvini rispose come previsto. "Roberto Saviano è l'ultimo dei miei problemi", ha detto in TV. "Gli manderò un bacio se sta guardando ora. È una persona che provoca tanta tenerezza e affetto, ma è giusto valutare come gli italiani spendono i loro soldi" un riferimento alla scorta di Saviano, che ha avuto per più di un decennio, da quando fu minacciato per la prima volta dalla Camorra. La cosa sorprendente fu la risposta di Saviano, che usa la stessa valuta dell'antagonista, un hashtag: #ministrodellamalavita, ministro degli inferi. La ragione? Una manifestazione a Rosarno, in Calabria, di fronte a membri di due famiglie legate alla camorra "La presenza di questi uomini [al raduno] è stata un'approvazione", ha detto Saviano al Times. Se Salvini ci ha insegnato qualcosa, è che questo attacco potrebbe funzionare solo se Saviano dispiegasse l'accusa costantemente, con assoluta coerenza creando una bolla contrapposta a quella di Salvini. Saviano lo ha twittato solo una decina volte volte, con progressive correzioni, da #ministrodellamalavita a Ministro della Mala Vita (citando Salvemini). Finora, la sua è una strada in salita e così Salvini, anche ieri sera lo ha sbeffeggiato “Saluti a Saviano che non so cosa stia copiando, ad Asia Argento che spero stanotte stia tranquilla e a Gad Lerner cui spero funzioni ancora il Rolex”.


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