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Amref, l’Africa è una risorsa

È il messaggio della nuova campagna lanciata dalla Onlus al Maxxi di Roma che prova a cambiare radicalmente il punto di vista e la percezione che abbiamo del continente africano. Idea riassunta dallo slogan dell'iniziativa: «Non aiutateci per carità. Aiutateci perché abbiamo fame di cambiamento»

di Paolo Biondi

L’Africa è una risorsa e la sua crescita può aiutare lo sviluppo del mondo interno. Un concetto chiaro e semplice. Ma un vero pugno nello stomaco dei luoghi comuni e delle notizie che quotidianamente ci bombardano.

È questo il messaggio semplice ed essenziale della nuova campagna lanciata in Italia da Amref Health Africa Onlus, presentata al Maxxi di Roma. Lo slogan della campagna è: «Non aiutateci per carità. Aiutateci perché abbiamo fame di cambiamento». Un radicale cambio di punto di vista dalla «percezione che si ha oggi che è di una terra di conflitti e di invasori» del nostro quieto benessere, mentre «la crescita dell’Africa può essere una straordinaria opportunità di sviluppo per tutto il mondo», ha detto la presidente onoraria di Amref Italia, Ilaria Borletti Buitoni. L’associazione è conosciuta in tutto il mondo grazie ai suoi 60 anni di attività: è stata fondata a Nairobi nel 1957, è «la più grande organizzazione sanitaria africana e promuove progetti di formazione e assistenza come chiave per lo sviluppo dell’Africa Subsahariana». La storia prende inizio quando tre medici con la passione per il volo decisero di portare cure proprio nelle zone più impervie dell’Africa. Con l’ausilio di piccoli aerei bimotore, equipaggiati come ambulanze, iniziarono il loro viaggio per andare dove nessun altro era in grado di arrivare.

Come parlare di Africa oggi? «Non si può parlare di Africa; bisogna scegliere che umore, che sentimento raccontare», ha detto Giobbe Covatta, insieme con Pif testimonial dell’Onlus e delle sue campagne. «Il sentimento che mi aggredisce ogni volta che vado è la giovialità, la simpatia. Come mi disse una volta mia figlia, certo che là sono poveri ma qua siamo tristi. Per la qualità della vita non è necessario essere ricchi».

Quella che è andata in scena al Maxxi di Roma, grazie ad Amref, è la storia di un continente positivo e forte delle sue ricchezze. Solo un dato: il valore monetario delle sue ricchezze minerarie è di 46.200 miliardi di dollari, oltre 20 volte il Pil dell’Italia. Si tratta di cambiare non solo punto di vista, ma la percezione che abbiamo: «Questo è un Paese ammalato di percezione; siamo il Paese che ha il divario più grande tra quello che è e la percezione che i cittadini hanno della realtà», ha detto Roberto Natale della Rai.

Cosa fare dunque? Fortuna Ekutsu Mambulu, direttore dell’African Summer School, ha provato a redigere un decalogo «per una corretta informazione sull’Africa» che può essere sintetizzato in tre consigli ed errori da evitare: «L’Africa non è povera come le sue ricchezze minerarie stanno a testimoniare. Bisogna sviluppare poi una consapevolezza storica, non ci si può occupare di Africa senza una seppur minima conoscenza della sua storia. Ricordiamoci che siamo affetti poi da eurocentrismo, mentre alcune opinioni bisogna andarle a chiedere agli africani che vivono sul posto».

Tutto questo è contenuto nella nuova campagna dell’Amref ideata dalla Saatchi & Saatchi e condensata in un filmato con una serie di slogan: «Non aiutateci perché i nostri bambini hanno poco da mangiare: aiutateci perché hanno fame di cambiamento. Non aiutateci per quello che ci manca: sosteneteci per le risorse che abbiamo. Non aiutateci perché siamo in emergenza: fatelo perché siamo un mercato emergente. Non aiutateci per ciò che avete visto fino a ieri: aiutateci perché è ora di guardare al domani. Aiutateci a costruire una nuova Africa, non aiutateci per carità».


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