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Calenda: «La tecnologia da sola non basta, la cultura umanistica è il pre-requisito»

Dialogo a tutto tondo con l'ex ministro dello Sviluppo Economico ed ideatore del Piano Industria 4.0. Che manda un messaggio chiaro ai giovani. La video intervista

di Redazione

"La sfida adesso sono le competenze, ed è il lavoro che abbiamo fatto nell’ultima finanziaria con gli Istituti Tecnici Superiori, i Competence Center, i Digital Innovation Hub e il credito d’imposta sulla formazione."

Queste le parole di Carlo Calenda, già Ministro dello Sviluppo Economico durante i governi Letta e Renzi e fautore del Piano Industria 4.0 e Impresa 4.0.

Ma perchè investire sugli ITS? Di coloro che si diplomano negli Istituti Tecnici Superiori, mediamente l'85% trova lavoro entro un anno all'interno di aziende che danno loro l'opportunità di conoscere tutte le tecnologie necessarie per creare la propria azienda, offrendo quindi anche esempi e spunti di autoimprenditorialità. Gli ITS sono infatti scuole di alta tecnologia strettamente legate al sistema produttivo, in cui gli studenti vengono preparati e formati per aiutare le aziende a governare e sfruttare il potenziale delle soluzioni di Impresa 4.0.

Non stupisce quindi vedere lo stesso Calenda, che attraverso il Piano nazionale Impresa 4.0 ha fatto sì che le aziende venissero indirizzate verso una logica 4.0, impegnato in prima persona a potenziare i Competence Center all'interno di alcuni poli universitari d'eccellenza che, insieme a diverse aziende del territorio, si impegneranno a proporre percorsi di formazione incentrati su innovazione orientata alla produzione, tecnologie avanzate e ricerca applicata.

In questa prospettiva, diventa dunque fondamentale per un giovane conoscere la tecnologia e saperla utilizzare per essere pronti a cogliere le sfide che emergeranno dai lavori del futuro. Ciò che però è ancor più fondamentale è la conoscenza, la lettura e tutto il bagaglio di conoscenze culturali e umanistiche, strumenti indispensabili per utilizzare al meglio la tecnologia. "Il fattore umano che usa la tecnologia dovrà essere sempre più sofisticato e sempre più articolato. E in questo la cultura umanistica di cui l’Italia è culla in qualche misura è molto molto importante."


Per vedere la videointervista su Morning Future clicca qui


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