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Riforma Terzo Settore. Gli impegni del Governo sulla Legge di Bilancio

La possibilità di inserire professionisti nelle attività delle associazioni del Terzo settore e l'estensione dei soggetti che hanno diritto alle deduzioni per il finanziamento delle attività del Terzo settore: sono questi gli impegni presi dal ministro del Lavoro e vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, intervenuto all’Assemblea del Forum del Terzo settore

di Paolo Biondi

La possibilità di inserire professionisti nelle attività delle associazioni del Terzo settore e la revisione, con una estensione, dei soggetti che hanno diritto alle deduzioni per il finanziamento delle attività del Terzo settore: sono questi gli impegni che il governo vedrà di inserire nella prossima legge di Bilancio insieme con l’avvio di un tavolo per l’esame delle altre richieste del Forum.

Lo ha detto il ministro del Lavoro e vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, intervenendo all’Assemblea del Forum del Terzo settore.

Di Maio ha aggiunto che nella legge di Bilancio che il governo sta per presentare in Parlamento al centro ci sono «le tante sofferenze dei cittadini di questo Paese, sofferenze che per tanto tempo sono state demandate a quello che voi fate. Io credo che ci voglia una maggiore presenza dello Stato». Dopo aver ricordato che «nello scorso decennio il mondo del volontariato ha registrato una crescita superiore a quella di ogni altro comparto italiano», Di Maio ha detto che «sicuramente in vista della legge di Bilancio dobbiamo vederci e approfondire le vostre proposte».

L’elenco delle richieste è stato in precedenza dettaglio in maniera concreta e sintetica dalla portavoce del Forum, Claudia Fiaschi.

«Auspichiamo il recupero già all’interno della legge di Bilancio della possibilità per il mondo del volontariato di portare avanti attività di autofinanziamento, la correzione del dispositivo fiscale e l’inquadramento delle ex-Ipab», ha detto la Fiaschi aggiungendo che «le attuali previsioni creano un quadro penalizzante e mettono a repentaglio la continuità delle attività tradizionali. La definizione delle norme fiscali, delle attività secondarie e le linee guida della raccolta fondi sono peraltro indispensabili per consentire al mondo associativo di operare le proprie scelte identitarie e statutarie, in vista delle modifiche degli statuti entro l’agosto 2019». Tre i punti evidenziati: «Di fondamentale importanza l’emanazione delle linee guida al bilancio sociale e la correzione dei parametri per la piena operatività delle associazioni di promozione sociale; l’istituzione del Registro unico del Terzo settore; il completamento del quadro regolativo dell’impresa sociale, in particolare per le parti che riguardano la vigilanza e i percorsi di armonizzazione normativa nei settori dello sport sociale, dell’agricoltura sociale, dell’impresa culturale e della cooperazione allo sviluppo».

Ma le richieste del Forum al governo non riguardano solo l’attuazione e l’implementazione della riforma, ma anche vere e proprie «emergenze sociali»: la povertà e l’immigrazione. Per quel che riguarda la prima è fondamentale «un piano strutturale di contrasto alla povertà che punti ad investire non solo adeguate e capienti risorse economiche, ma anche servizi per la piena riattivazione delle persone e delle famiglie sul piano sociale e lavorativo e la messa in campo di iniziative capaci di contrastare le conseguenze della povertà economica ed educativa per i soggetti più deboli, in particolare per i bambini. Il Forum è da sempre impegnato nell’Alleanza contro la povertà e nella Imprese sociale con i bambini, in collaborazione con Fondazione per il Sud e con le fondazioni di origine bancaria, per l’impegno del Fondo di contrasto alla povertà minorile».

Sull’immigrazione il Forum chiede «l’apertura di un tavolo con il governo e con i principali ministeri interessati, per costruire un approccio integrato al fenomeno» in vista della «qualificazione e miglioramento dei percorsi di accoglienza e integrazione e della sperimentazione di percorsi di rientro».

L’assemblea non ha vissuto solo del dialogo con il governo ma è per il Forum l’occasione di una «verifica del modello partecipativo a metà del mandato», come ha detto la portavoce Claudia Fiaschi, dei suoi organismi eletti nel febbraio 2017 e in carica fino al 2021.


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