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In 25 anni raddoppiati gli alunni disabili

Al centro della Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down (14 ottobre) l’educazione inclusiva. Da un'analisi dell'Unione europea delle Cooperative (Uecoop) emerge che sono quasi 160mila i bambini con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Coordown onlus quest’anno veicola la sua battaglia per l’inclusione scolastica con il libro “Lea va a scuola”

di Antonietta Nembri

Raddoppiano gli alunni disabili nelle scuole italiane negli ultimi 25 anni con quasi 160mila bambini con problemi fisici o psichici nelle classi degli istituti primari e secondari di primo grado dove si è passati dal 2 al 4% del totale degli studenti. È quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative – Uecoop su dati Istat in occasione della Giornata nazionale delle persone con la sindrome di Down che si celebra domenica 14 ottobre.
A promuovere questo appuntamento annuale è CoorDown Onlus. Domenica a in oltre 200 piazze d’Italia i volontari delle associazioni aderenti al coordinamento nazionale e adulti e ragazzi con sindrome di Down sensibilizzeranno l’opinione pubblica condividendo esperienze e dando informazioni e faranno circolare il messaggio di cioccolato (realizzato con cacao proveniente dal commercio equo e solidale) che da sedici anni promuove l’inclusione sociale.

Il tema centrale della Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down quest’anno è: l’educazione inclusiva. Si tratta di un diritto umano fondamentale di ogni bambino, ma non è ancora garantito a tutti, nemmeno in Italia. "Sembra un paradosso – sottolinea una nota di CoorDown – visto che siamo il primo Paese al mondo ad aver chiuso le scuole speciali oltre 40 anni fa, ma siamo anche la nazione che non assicura l’inizio delle lezioni per tutti, perché molti studenti non hanno ancora gli insegnanti e i supporti necessari".

L’aumento della presenza dei disabili a scuola – sottolinea Uecoop – è tra le sfide più importanti per il welfare italiano che può essere affrontata con la giusta miscela di pubblico e privato grazie anche all’opera delle oltre 12mila cooperative sociali e di istruzione che si occupano di disabilità non solo a scuola, ma anche nei centri di aggregazione e in casa. Nelle scuole italiane dove operano oltre 150mila insegnanti di sostegno – rileva Uecoop –in 1 caso su 3 l’assistenza ai ragazzi disabili riguarda problemi motori e di apprendimento con oltre il 49% che soffre di vere e proprie disabilità intellettive. In tale contesto – evidenzia Uecoop – da un lato bisogna garantire la massima assistenza alle famiglie con il potenziamento del numero del personale di sostegno, dall’altra bisogna cercare di proseguire con lo stimolo intellettuale dei ragazzi sia in classe che nella vita extra scolastico in modo da amplificare quanto appreso sui banchi nonostante mille difficoltà. Molto spesso al di fuori dell’orario scolastico – conclude Uecoop – è proprio il grande mondo delle cooperative sociali a svolgere questo lavoro di assistenza ai genitori nella gestione dei figli disabili.

Per la prima volta nella sua storia il CoorDown veicola questa battaglia culturale anche con un libro (nell'immagine la copertina), curando la pubblicazione di un albo illustrato per bambini che racconta la storia di un’alunna con sindrome di Down. Il volume s’intitola “Lea va a scuola” (autori: Luca Lorenzini, Luca Pannese, con Alexandre Abrantes e Rodrigo Panucci Zanellato, Nord-Sud Edizioni, euro 12,90) e narra l’avventura della bimba già protagonista del video d’animazione prodotto da CoorDown in occasione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down il 21 marzo scorso (qui la news). La storia di Lea, testimonial della campagna sociale, è disponibile in libreria e i diritti d’autore sono destinati interamente a Coordown.

L’inclusione scolastica del resto è un tema che con urgenza deve tornare sui tavoli istituzionali. «La scuola deve garantire a ogni studente, indipendentemente dal numero dei cromosomi o dalla patologia, un percorso scolastico di formazione e di crescita nel rispetto del processo di inclusione introdotto dalla Legge 118 del 1971 e tutt’ora in attesa della sua piena attuazione», spiega la presidente del CoorDown Antonella Falugiani. «Nonostante il susseguirsi di decreti e di leggi, il quadro che si sta delineando e che molte famiglie vivono quotidianamente, è quello di una sempre maggiore differenziazione, che non solo non facilita l’inclusione, ma tende a favorire la formazione di classi speciali. L’inclusione deve portare ad un cambiamento culturale, per agevolare la partecipazione attiva e completa di tutti, e per costruire contesti capaci di includere le specificità di tutti. Fintanto che chiediamo alla persona di adeguarsi al Sistema, e non al Sistema di rimuovere le barriere che ancora ostacolano l’inclusione, la nostra strada e quella dei nostri figli sarà sempre in salita e vivremo in un mondo a parte».

In apertura immagine dal set del video di CoorDown realizzato in occasione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down


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