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Riforma del Terzo Settore , la Consulta respinge i ricorsi di Veneto e Lombardia

Gli articoli del Codice del terzo settore che riguardavano soprattutto i Centri di servizio non sono stati ritenuti illegittimi

di Redazione

La notizia è arrivata in diretta, accolta da un applauso, alla Conferenza annuale di CSVnet: la Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi presentati dalle regioni Veneto e Lombardia sull’incostituzionalità di alcuni articoli del Codice del terzo settore che riguardano proprio i Centri di servizio per il volontariato.

Dopo il completamento della fase di riordino del sistema dei Csv, stabilito lo scorso 10 ottobre dall& rsquo;Onc, l’attesa sentenza è un’altra importante novità in discussione per gli oltre 300 delegati riuniti in questi giorni a Matera.

Al centro dei ricorsi, la natura troppo “centralistica” della normativa che investe, a detta dei ricorrenti, l’Organismo nazionale di controllo (ONC), il numero di Csv accreditabili, la gestione del contributo previsto dalle Fondazioni di origine bancarie (Fob) e destinato al Fun, il fondo unico nazionale e la definizione dei criteri per il Fondo per il finanzamento di progetti e attività di interesse generale nel Terzo settore. Tutte indicazioni presenti nei due ricorsi “gemelli” di Veneto e Lombardia che la Corte costituzionale ha ritenuto infondate.

Tante le reazioni a caldo alla notizia dal tavolo della sessione plenaria dal titolo quanto mai attuale “I Csv alla prova della riforma”. A comunicare la sentenza alla platea lo stesso presidente di CSVnet Stefano Tabò, che ha «ringraziato la Lombardia e il Veneto che con la loro richiesta hanno permesso di fare chiarezza, riconsegnandoci un quadro normativo stabile». Dallo scorso 9 ottobre 2017 – data di presentazione dei ricorsi – ad oggi ci sono state diverse novità normative per il mondo dei Csv, con la conferma sul ruolo di CSVnet che con il correttivo approvato lo scorso 3 agosto è entrato nel Consiglio nazionale del terzo settore.

“Giù le mani dal volontariato”. È questo il messaggio contenuto nella sentenza secondo il commento a caldo di Alessandro Lombardi, direttore Terzo settore del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, uno dei relatori della tavola rotonda di oggi a Matera. “Bisogna prendersi il tempo di leggere il testo della Corte costituzionale ma l’orientamento sembra essere quello di ribadire la natura privata dei soggetti chiamati ad essere governance dei Csv. E per difendere l’autonomia del volontariato, il ministero del Lavoro è chiamato a un’azione indirizzata a regolare, sostenere e vigilare questo mondo. Con i correttivi al decreto sull’impresa sociale e al codice del terzo settore – continua Lombardi – abbiamo integrato la normativa attraverso processi di dialogo sociale, insieme ai referenti di Forum nazionale e CSVnet e di dialogo istituzionale, rispettando il principio di leale collaborazione tra istituzioni”.

Per quanto riguarda il tema della vigilanza, quello che ha richiesto Lombardi è ancora una volta di realizzarla attraverso un confronto continuo così come si sta facendo grazie all’Onc. E proprio il segretario Massimo Giusti ha sottolineato la “soddisfazione per questa decisione della Corte Costituzionale anche alla luce del fatto che in questo anno di attesa come Onc abbiamo continuato a lavorare nonostante i ricorsi”.

Secondo Claudia Fiaschi, presidente del Forum nazionale del Terzo settore, la notizia arriva a conferma di una strada già segnata. “In linea con l’intervento del vicepremier Luigi Di Maio alla scorsa assemblea del Forum, siamo felici di notare come le questioni che riguardano il nostro mondo rimangano fuori dal dibattito politico. Le modifiche al sistema del terzo settore, saranno fatte insieme al terzo settore stesso”.


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