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È boom povertà tra i padri separati

L’allarme sulla crescita dei poveri in Italia tradotto in numeri nell’ultimo rapporto della Caritas rivela anche un altro dato: lo stretto legame tra lo sgretolamento dei rapporti familiari e la caduta nell’indigenza. Il commento dell’avvocato matrimonialista Elisa Anania: «Ingiustizia tutta italiana»

di Antonietta Nembri

I dati che emergono dall’ultimo rapporto Caritas sulla povertà in Italia (vedi news) mostrano come gli indigenti negli ultimi dieci anni sono aumentati del 182%, tra le cause anche rapporti sgretolati e scarsa istruzione. Sempre secondo il rapporto i poveri sono soprattutto giovani e stranieri. Chi vive in povertà assoluta è cresciuto, passando dai 4 milioni 700mila del 2016 a 5 milioni 58mila del 2017, nonostante piccoli segnali di ripresa economica e nell'ambito dell'occupazione. Ma nel quadro preoccupante, incontrato dalla Caritas, l'età dei poveri che si abbassa sempre più dai giovani verso i giovanissimi.

A colpire soprattutto la società italiana è il fatto che separazioni e divorzi sono tra le cause che portano a vivere in strada. Dal rapporto Caritas emergono sempre più storie di solitudine, abbandono e diminuzione di stabilità relazionale con vita coniugale. Il 63,9% delle persone ascoltate, circa 89mila, dichiara di avere figli. Tra queste, oltre 26mila vivono con figli minori. Caritas nel territorio vede persone senza dimora e connotate da un minor capitale relazionale (famiglie unipersonali) notando che "la rottura dei legami familiari possa costituire un fattore scatenante nell'entrata in uno stato di povertà e di bisogno".

«Al centro del tema povertà e della famiglia è strettamente collegato il dramma dei padri separati che vivono dopo il divorzio» commenta l’avvocato matrimonialista Elisa Anania.«Questa emergenza sociale sta minacciando la figura ormai riconosciuta dell'Affido condiviso. La figura paterna viene penalizzata dalla situazione che si viene a creare dopo la separazione del nucleo familiare, quando questo è separato o divorziato».

Conclude Anania: «È impensabile una situazione del genere, dove oltre il 46% dei padri separati è in situazione di povertà, dovendo dividersi fra più lavori pur di sostentare la famiglia, con l’assegno di mantenimento che viene dato nella maggior parte dei casi alla madre. Spesso le sentenze sbilanciano il tutto verso il genitore affidatario. Sono auspicabili immediati provvedimenti a tutela della famiglia e a supporto dei padri separati, il vero dramma nel nucleo che si spezza, oltre alle ripercussioni psicologiche verso i figli e i rapporti deteriorati con l’ex coniuge. Il 66,1% dei separati, si leggeva già nel Rapporto Caritas 2014, non riesce a provvedere alle spese per i beni di prima necessità».

In apertura photo by Eric Ward on Unsplash


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