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Manovra, il problema non è l’Ue ma lo spread

Per l'economista Leonardo Becchetti «non c'è l'intenzione dell'Europa di andare allo scontro. Chiudiamo in fretta un accordo, magari spalmando gli interventi su due anni, ed evitiamo la speculazione»

di Lorenzo Maria Alvaro

Quella che era la posizione iniziale del Ministro del Tesoro Giovanni Tria, e cioè di evitare di bruciare il denaro aggiuntivo frutto di una trattativa con l'Unione per via della crescita dello spread si sta avverando. Il differenziale è stabilmente sopra quota 300 punti e sta costando caro ai risparmi italiani. «La situazione non è drammatica. Stiamo navigando vicino agli scogli. Il Governo chiuda al più presto la trattativa con L'Ue e riprenda il largo. Dobbiamo evitare di incagliarci», sottolinea l'economista romano Leonardo Becchetti.


Prof. Becchetti che ne pensa delle trattative tra Governo e Unione Europea?
Sono pochissimo preoccupato dall'Europa. L'unica questione vera sono i mercati e lo spread. L'Ue non vuole rompere con noi, siamo troppo grandi. Quindi si discute e si troverà un accordo. Persino la sanzione dello 0,2%, che per me non arriverà, sarebbe poca roba.

Lei è notoriamente contrario a questa manovra economica…
Io sono per la vecchia linea Tria. Questo era tempo di mettere un po' di denaro in cascina. Siamo in un momento di leggera espansione in cui l'economia si sta riprendendo. Bisognava ridurre il rapporto debito-pil. Quindi questa manovra era da spalmare in più anni. Non farlo avrebbe significato, come si sta verificando, il rischio di vedersi mangiare i soldi in più messi in gioco dallo spread. Ed è quesi già accaduto con 200 punti in più di differenziale.

Per Giulio Sapelli però i giochi sono fatti ed è il momento dell'unità nazionale, è d'accordo?
Sì, sono d'accordo con Sapelli. Anche se a qualcuno può non piacere il Commissario Tecnico tutti si tifa comunque per la nazionale. Ma, ripeto, dobbiamo anche tenere d'occhio lo spread. Ha già prodotto una riduzione del valore dei titoli di Stato di cui le nostre banche sono piene. E le banche sappiamo essere l'anello delicato del sistema. Non da vessare come fa questa manovra.

E intanto le agenzie di rating ci hanno declassato…
Le agenzie di rating in realtà ci hanno trattato con i guanti. In teoria con uno spread del genere il nostro rating doveva essere ancora più basso. E non c'è ancora stata speculazione.

Che fare dunque?
Ridurre i rischi. Dobbiamo trovare un accordo con l'Ue in tempi molto brevi. Concederei il fatto di spalmare i nostri propositi economici su due anni. Non cedere ma concedere qualcosa. Stiamo navigando molto vicino agli scogli. La cosa importante ora è risolvere le controversie e riprendere il largo. Prima di incappare in problemi che possono diventare pericolosi


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