Politica & Istituzioni

Sapelli: Manovra e Ue? Sarebbe il momento dell’unità nazionale

L'economista Giulio Sapelli interviene sulla trattativa Governo-Ue riguardo la manovra economica nel giorno in cui arriva alla Commissione Europea la lettera del Ministro dell'Economia Giovanni Tria e il premier Conte è impegnato a cercare il dialogo con Angela Merkel e Jean-Claude Junker

di Lorenzo Maria Alvaro

La Manovra del Governo giallo-verde, non è un segreto, rischia di incontrare la bocciatura dell'Europa. Il Ministro dell'Economia Giovanni Tria ha scritto alla Commissione Europea auspicando un “dialogo costruttivo e leale” ma di fatto confermando le intenzioni dell'Italia. Intanto il premier Giuseppe Conte si è attivato per fare moral suasion nei confronti della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker. Intanto lo spread sale a quota 310 punti (per poi arretrare) aggravando la sensazione di incertezza. Per l'economista Giulio Sapelli però, «questa attenzione alle trattative con Bruxelles è una smania tutta italiana del tutto poco salutare».


Prof. Sapelli che ne pensa del braccio di ferro tra Italia ed Unione Europea sulla Manovra economica?
Se aveste letto i giornali spagnoli, portoghesi o francesi di sabato e domenica, come io ho fatto, cioè di Paesi che anch'essi avevano ottenuto una lettera di contestazione e di critica da parte dell'Unione Europea solo El Pais riportava in prima pagina questa notizia. Una cosa che mi fa pensare che in tutti gli altri Paesi c'è un'union sacreé, una sorta di unità nazionale. Anche in Francia dove Emmanuel Macron ha sconvolto i partiti tradizionali, Jean-Luc Melenchon non critica le cose così come non lo fanno i gollisti. Naturalmente in Italia le persone leggono solo i giornali italiani dominati dalla borghesia vendedora e quindi naturalmente c'è l'idea che capiterà la fine del mondo.

La strategia del muro contro muro di Salvini e Di Maio con l'Ue è strategicamente una buona scelta?
Io non capisco dove sia questo muro contro muro. Mi pare che il nostro Governo si limiti a dire che siamo in Europa e nell'Euro come tutti ma abbiamo un'idea diversa su come debba funzionare. Che è una cosa abbastanza diffusa. Anche qui quella della guerra tra il nostro Governo e l'Europa è una ricostruzione giornalistica che non ha molto a che fare con la realtà. Sempre una narrazione della borghesia vendedora

Ma perché questo allarmismo allora, se le cose non sono così drammatiche?
Quello che sta succedendo. Sull'Italia si sono concentrati gli attacchi della tecnocrazia europea. Attacchi che trovano un rimbalzo nell'assetto del capitalismo italiano, in larga misura dipendente dalle relazioni assistenziali dell'Ue che è una gigantesca Cassa del Mezzogiorno. In Italia le industrie auto propulsive in questo Paese si contano sulle dita di una mano. C'è poi la piccola e media impresa che ce la fa da sola che non ha una vera rappresentanza e viene messa sotto dai grandi gruppi capitalistici di cui sopra.

Intanto però dal punto di vista elettorale il Pd, che in qualche modo è portatore dell'interesse di questi gruppi capitalistici, questo allarmismo non paga dal punto di vista elettorale…
Non illudiamoci che questi risultati si riflettano in Europa. Quello che sarà significativo nell'Ue è che vinceranno i nazionalismi non chi mette in discussione il predominio Ue. Togliamoci dalla testa che vincano i sovranisti. Al massimo prenderanno duecento seggi su seicento.

Che fare dunque?
Oggi sarebbe il momento dell'Unità Nazionale. Naturalmente in questa logica devono entrate tutti, anche il Governo. Se si entrasse in questa logica per riscoprire il concetto non di nazione ma di Patria, tutti staremmo meglio. Ma finché avremo un capitalismo dipendente non andremo lontano.


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