Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Stranieri in Italia: nessuna invasione, anzi. Nel 2017 sono diminuiti

Resi noti i dati "Dossier Statistico Immigrazione", realizzata dal Centro Studi e Ricerche Idos. Ad oggi sono 5 milioni e 333 mila gli stranieri regolarmente presenti in Italia, 26 mila in meno rispetto al 2016: il loro numero è pressoché "stabile intorno ai 5 milioni" dal 2013

di Redazione

Ad oggi sono 5 milioni e 333 mila gli stranieri regolarmente presenti in Italia, 26 mila in meno rispetto al 2016: il loro numero è pressoché "stabile intorno ai 5 milioni" dal 2013 e la loro incidenza, nell'ordine dell'8%, aumenta di pochissimi decimali l'anno, soprattutto a causa della diminuzione della popolazione italiana.

L'edizione 2018 del "Dossier Statistico Immigrazione", realizzata dal Centro Studi e Ricerche Idos, smentisce una volta di più la credenza che l'Italia sia un Paese "assediato" e "invaso" dagli immigrati: secondo un recente sondaggio dell'Istituto Cattaneo, siamo i cittadini europei con la percezione più lontana dalla realtà riguardo al numero di stranieri che vivono nel paese, stimati più del doppio di quelli effettivamente presenti. In Europa, dove i cittadini stranieri sono 38,6 milioni (di cui 21,6 non comunitari) e incidono per il 7,5% sulla popolazione complessiva, l'Italia non è il paese con il numero più alto di immigrati: veniamo dopo la Germania, che ne conta 9,2 milioni, e il Regno Unito, con 6,1 milioni, mentre superiamo di poco la Francia (4,6 milioni) e la Spagna (4,4).
Anche l'incidenza sulla popolazione complessiva (8,5%) risulta piu' bassa di quella di Germania (11,2%), Regno Unito (9,2%) e diversi altri paesi piu' piccoli, dove i valori superano anche in maniera consistente il 10% (Cipro 16,4%, Austria 15,2%, Belgio 11,9% e Irlanda 11,8%). L'incidenza più alta si registra nel Lussemburgo, dove gli stranieri sono quasi la metà dei residenti (47,6%). Eurostat rileva che il numero degli immigrati entrati in un paese Ue nel corso del 2016 (ultimo anno disponibile), pari a circa 4,3 milioni, è stato inferiore dell'8% rispetto all'anno precedente, mentre sono state circa 3 milioni le persone che nel frattempo hanno lasciato un paese comunitario (diverse delle quali per trasferirsi comunque all'interno dell'Unione).

354 mila in Italia i richiedenti asilo

Sono 354 mila, secondo l'Unhcr, i richiedenti asilo (compresi quelli ancora privi di titolo formale o la cui domanda è sotto esame) e titolari di protezione internazionale o umanitaria attualmente presenti in Italia: lo 0,6% dell'intera popolazione del Paese. È uno dei dati contenuti nell'ultima edizione, presentata oggi, del "Dossier Statistico Immigrazione" dell'Idos.Se il numero assoluto colloca l'Italia al terzo posto nell'Ue, dopo la Germania (1,4 milioni di richiedenti e titolari di protezione, con questi ultimi che da soli ammontano a circa un milione) e la Francia (400 mila), l'incidenza sulla totalità degli abitanti è perfettamente in linea con la media comunitaria, al pari di quella della Francia e dei Paesi Bassi, ed è preceduta da vari Paesi, come la Svezia (2,9%), l'Austria e Malta (1,9%), la Germania e Cipro (1,7%), la Grecia (0,8%), mentre non superano lo 0,1% tutti i "nuovi" Stati membri dell'Europa orientale (ad eccezione della Bulgaria, con lo 0,3%). Dei 239 mila titolari di un permesso inerente alla richiesta di asilo o alla protezione internazionale o umanitaria, alla fine del 2017 erano circa 187 mila quelli inseriti nel sistema nazionale di accoglienza, in stragrande maggioranza (81%) nei Centri straordinari (Cas), "nonostante le molteplici criticita' – segnalano gli autori del rapporto – che ne segnano spesso il funzionamento e i diversi casi di inadeguatezza (e, a volte, di malaffare) emersi nel corso degli anni".

Lavori poco qualificati per due stranieri su 3

Dei 2 milioni e 423 mila occupati stranieri nel 2017 (10,5% di tutti gli occupati in Italia), i due terzi svolgono professioni poco qualificate o operaie (nelle quali sono rispettivamente un terzo e un ottavo degli addetti), siano esse nel settore dei servizi, dove i lavoratori stranieri si concentrano per il 67,4%, o in quelli dell'industria e dell'agricoltura, dove trovano impiego rispettivamente nel 25,6% e nel 6,1% dei casi. L'ultima edizione del "Dossier Statistico Immigrazione" curato dall'Idos e presentato oggi, smentisce a suon di numeri il luogo comune che gli immigrati 'rubino' il lavoro agli italiani. In particolare, è straniero il 71% dei collaboratori domestici e familiari (comparto che impiega il 43,2% delle lavoratrici straniere), quasi la metà dei venditori ambulanti, più di un terzo dei facchini, il 18,5% dei lavoratori negli alberghi e ristoranti (per lo più addetti alla pulizie e camerieri), un sesto dei manovali edili e degli agricoltori. Inoltre i lavoratori immigrati "restano ancora schiacciati nelle nicchie di mercato caratterizzate da impieghi pesanti, precari, discontinui, poco retribuiti, stagionali e caratterizzati da sacche di lavoro nero o grigio e, quindi, di sfruttamento". I disoccupati stranieri sono calcolati in 406 mila, un settimo di tutte le persone in cerca di occupazione in Italia, per un tasso di disoccupazione del 14,3% a fronte del 10,8% relativo agli italiani.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA