Politica & Istituzioni

Anche Bologna sospende il decreto Salvini

Dopo Torino, anche il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno per chiedere la sospensione dell'applicazione del decreto legge in materia di immigrazione e sicurezza, per rivalutarne l'impatto in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori. Diversamente da Torino, qui i 5 Stelle si sono astenuti

di Redazione

Dopo Torino, anche il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno per chiedere la sospensione dell'applicazione del decreto legge in materia di immigrazione e sicurezza, per rivalutarne l'impatto in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori. L'ordine del giorno è la sintesi tra la proposta di Coalizione Civica, presentata da Federico Martelloni e firmato anche dal gruppo misto, e quella del Pd presentata dal consigliere Andrea Colombo (Partito Democratico) e firmato anche dal gruppo Città Comune. È stato approvato con 23 voti favorevoli (Sindaco, Partito Democratico, Città comune, Coalizione civica e Gruppo misto), 6 voti contrari (Lega Nord, Forza Italia, Insieme Bologna) e 2 non votanti (Movimento 5 stelle). Qui l’ordine del giorno approvato.

«Bologna non abdicherà al modello dell’integrazione diffusa dello SPRAR perché è e rimarrà sempre la città dei portici. La sospensione richiesta dal Consiglio comunale di Bologna fa il palio con quanto successo a Torino qualche giorno fa. Solo che, diversamente da Torino, dove il Movimento5Stelle che amministra e governa la città ha votato favorevolmente alla sospensione del decreto, qui a Bologna 4 gruppi politici di maggioranza e di opposizione hanno sostenuto la votazione. Lega contraria. M5S astenuto», ha scritto Marco Lombardo, assessore al Lavoro, Attività Produttive, Relazioni europee e internazionali, Cooperazione internazionale, ONG, Politiche per il Terzo Settore del Comune di Bologna.

L’ordine del giorno afferma che il Comune di Bologna e la Città Metropolitana, come molte realtà territoriali, «hanno messo in campo efficaci azioni volte all'implementazione di una solida e diffusa rete di accoglienza SPRAR e ad una distribuzione equa e sostenibile delle persone accolte su tutto il territorio e non solo nelle grandi aree urbane». Il Comune di Bologna è capofila nell'ambito metropolitano del progetto Sprar che coinvolge 43 comuni su 45, mettendo a disposizione 870 posti per nuclei e adulti, di cui 49 posti per adulti vulnerabili e 208 posti per minori stranieri non accompagnati, diffusi in 114 piccole strutture, a cui si aggiungono 80 posti in prima accoglienza per minori non accompagnati distribuiti in 4 strutture (dati al 30/9/2018). Nell’area metropolitana di Bologna risultano accolte circa 2.500 persone nei Centri di accoglienza, di cui 1.078 nello Sprar, tra adulti e MSNA: circa il 75% sarebbero prive del titolo previsto dal DL 113 per poter usufruire di una accoglienza strutturata quale quella prevista nello Sprar che questo territorio ha scelto come sistema qualificato per garantire percorsi di autonomia e favorire la convivenza civile con le comunità locali. «Si verrebbero dunque a creare rischi per la legalità ed un aumento di persone prive di assistenza e di dimora specie nel centro urbano, con conseguente ricaduta sui servizi di bassa soglia». L'ANCI ha stimato in 280 milioni di Euro i costi amministrativi che ricadranno su Servizi Sociali e Sanitari territoriali e dei Comuni, in conseguenza delle previsioni del decreto Salvini, per l'assistenza ai soggetti vulnerabili, oggi a carico del sistema nazionale; costi che per Bologna corrispondono a 4 milioni di Euro in più per la presa in carico diretta di queste persone.


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