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Padova candidata a capitale europea del volontariato nel nome degli invisibili

Il CSV della città ha portato a Bruxelles davanti alla commissione del CEV il cortometraggio “Il volontariato può fare la differenza” realizzato da Andrea Azzetti di Studio All Image e Federico Massa dell'Associazione Gulliver sulla storia di Mirko Rossetto che da clochard è divenuto volontario

di Redazione

Quando scende la notte, Padova cambia volto. Lungo le vetrate dei palazzi che fiancheggiano il viale che collega la stazione dei treni al centro storico a specchiarsi non sono più uomini in giacca e cravatta o donne eleganti che lavorano all’interno di quegli edifici, per lo più di istituti bancari. I volti che appaiono sono invece proprio quelli di chi, ironia della sorte, ha perso i soldi e, con quelli, la dignità. È il popolo degli “invisibili”: invisibili per noi cittadini, che spesso facciamo finta di non sapere e invisibili per loro stessi che, vivendo per strada, fanno fatica a ritrovare un’identità. Sono donne e uomini che a causa della perdita di lavoro, di separazioni, dipendenze o per la crisi economica si sono trovati senza casa e senza famiglia. Stiamo parlando di circa 500 persone solo a Padova, anche se è difficile avere dati precisi, alle quali è necessario dare una mano per aiutarle a ricostruire il loro futuro.

A queste persone il CSV Padova ha deciso di dedicare, non solo idealmente, l’ultima tappa della candidatura di Padova capitale europea del volontariato 2020.

Il 25 ottobre scorso a Bruxelles, davanti alla commissione del CEV – Centro Europeo del Volontariato e ai rappresentanti delle città capitale europea 2018 e 2019 è stato proiettato un emozionante cortometraggio, realizzato da Andrea Azzetti di Studio All Image e Federico Massa dell'Associazione Gulliver. Il protagonista è Mirko Rossetto che da “ultimo”, dopo aver vissuto in strada a seguito di problemi economici, è divenuto volontario dell’associazione Guardian Angels di Padova per aiutare chi oggi si trova nella sua stessa situazione di alcuni anni fa.

Attraverso questo cortometraggio i rappresentanti del Comune di Padova e del CSV Padova presenti a Bruxelles hanno voluto portare attenzione sulla problematica delle persone senza dimora per sottolineare che dietro ad ogni persona c’è una storia e che, anche in questo campo, il volontariato può fare la differenza.

«Il problema delle persone che vivono in strada non può emergere solo all’inizio dell’inverno per le difficoltà dovute al freddo», spiega Emanuele Alecci, presidente CSV Padova, «I posti letto a Padova, conteggiando i dormitori ordinari e le accoglienze straordinarie, arrivano al massimo a 250. Il che significa che almeno per 1 persona su 2 non c’è attualmente una soluzione pronta, in inverno come in estate – periodo in cui i posti letto diminuiscono. A questo c’è da aggiungere il fatto che oltre alla notte esistono le giornate, dei pasti caldi da garantire, dei percorsi di inserimento nella società da costruire personalizzati per ciascuno. È un impegno che vogliamo assumerci come Centro Servizio Volontariato provinciale di Padova insieme all’amministrazione comunale e alle circa 15 realtà no profit già impegnate da anni per far fronte a questa problematica».

Indipendentemente dal fatto che Padova il 5 dicembre venga eletta capitale europea del volontariato per il 2020, la città continuerà a far luce sulle situazioni più fragili per costruire una comunità includente e che, grazie al lavoro sinergico tra istituzioni e realtà del terzo settore, riesca a trasformare i problemi emergenziali in risposte di medio-lungo periodo. Perché a nessuno deve essere rubato il futuro.


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